Corriere della Sera, 10 agosto 2024
Stop all’abuso d’ufficio. Mattarella firma la legge
ROMA Sergio Mattarella ha promulgato la legge Nordio, la parziale riforma della giustizia, al trentesimo giorno dopo la sua approvazione in Parlamento, l’ultimo utile. Il capo dello Stato avrebbe infatti atteso di conoscere il testo definitivo del decreto Carceri, approvato soltanto giovedì: per valutare se il nuovo reato che vi è previsto, il cosiddetto «peculato per distrazione», avesse compensato la cancellazione del reato di abuso d’ufficio. Questo, anche per rispondere alle critiche dell’Unione europea ed evitare possibili procedure di infrazione.
L’Associazione italiana magistrati (Anm) decisamente non applaude alla legge, che secondo il segretario generale Salvatore Casciaro «lascerà il cittadino più solo e indifeso di fronte alle angherie dei pubblici ufficiali». Per il segretario dell’Anm, lo scarso numero delle condanne inflitte non può essere un criterio: «Non mi pare d’altronde che analogo approccio il governo abbia avuto per il nuovo reato anti-rave per il quale ci sono stati pochissimi procedimenti e, a quanto consta, nessuna condanna».
La legge Nordio prevede tra l’altro il divieto per l’informazione di «pubblicare, anche in modo parziale, il contenuto delle intercettazioni e delle captazioni ambientali, a meno che non sia riportato dal giudice nella motivazione di un provvedimento o utilizzato in dibattimento».
Insomma, la maggioranza mette a segno un punto, anche se non tutte le forze politiche esultano nello stesso modo. Per esempio Maurizio Lupi, Noi moderati, osserva che «la giustizia è un tema strategico, su carceri e abuso d’ufficio il centrodestra ha fatto passi avanti importanti ma all’Italia serve una riforma organica che renda il nostro sistema giudiziario più efficace, più equo e più veloce».
Mentre Forza Italia, che nelle ultime settimane è stata assai critica (e continua a esserlo) sul decreto Carceri, esprime la sua piena soddisfazione con Pietro Pittalis: «L’abuso d’ufficio è una norma incriminatrice desueta e dannosa» al punto da rappresentare «un ostacolo alla ripresa del Paese con un costo di circa il 2% del Pil». Questo per la famosa «paura della firma» di amministratori e funzionari. Pittalis mette in rampa di lancio anche un altro provvedimento, «una modifica della legge Severino per evitare, in barba al principio di presunzione di innocenza, che gli amministratori pubblici condannati in primo grado debbano essere sospesi dalle funzioni».
Ma appunto, le perplessità maggiori riguardano l’incisività del decreto Carceri approvato giovedì. Pochissima, secondo Roberto Giachetti (Iv). Che insieme con l’associazione Nessuno tocchi Caino e Rita Bernardini ha presentato un esposto contro il ministro Nordio e i sottosegretari Andrea Delmastro e Andrea Ostellari per i suicidi in carcere (che hanno raggiunto quota 66 dall’inizio dell’anno). Giachetti chiede di verificare «eventuali responsabilità penali» dei tre esponenti governativi che «avendo specifici obblighi di custodia» dei carcerati «non vi adempiono cagionando loro un danno evidente alla salute, fisica o psichica, e alla loro stessa vita». Giachetti nelle interviste aggiunge un carico: «Sono convinto – dice all’Huffingon Post – che loro abbiano un disegno: fare in modo che la situazione degeneri per fare un’operazione repressiva». Francesco Paolo Sisto (FI), il viceministro alla Giustizia, non apprezza: «Rispetto le battaglie di Giachetti. Ma il metodo, con il coinvolgimento della Procura, questa volta non è corretto».
Resta il fatto che Forza Italia sulle carceri non è affatto soddisfatta e darà battaglia. Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera, lo dice forte al Foglio: alla maggioranza chiede di uscire dalla «discarica giustizialista» per affrontare e risolvere il problema: «Altrimenti che ci stiamo a fare al governo?».