la Repubblica, 10 agosto 2024
Denunciato in Argentina l’ex presidente Fernandez. Picchiava la moglie
Un caso di violenza di genere è diventato un caso politico. A scuotere l’opinione pubblica argentina sono le foto che stanno circolando in cui è ritratta l’ex first lady Fabiola Yañez con il volto e altre parti del corpo visibilmente tumefatti e stralci di chat che raccontano le violenz perpetrate ai suoi danni dall’allora presidente dell’Argentina, Alberto Fernández. Ma per capire cosa sta accadendo è necessario fare un passo indietro.
Nei mesi scorsi l’ex presidente, in carica dal 2019 al 2023, è stato al centro di un’indagine per un caso di corruzione. A guidare l’inchiesta il giudice federale (già celebre per i procedimenti contro i coniugi Kirchner) Julián Ercolini che, attraverso una perizia, ha trovato nel telefono della segretaria del leader peronista foto e chat con indizi della violenze.
La svolta è arrivata il 6 agosto quando Fabiola Yañez, che ora vive in Spagna assieme al figlio nato nel 2022, ha denunciato l’ex marito. «Non ne potevo più», ha dichiarato la donna che oltre alle violenze fisiche ha subito anche molestie e «terrorismopsicologico». Per Fernández, che oggi risiede a Buenos Aires, il giudice ha disposto il divieto di lasciare il Paese e misure restrittive affinché non comunichi con l’ex moglie. «È tutto falso», ha dichiarato declinando ogni accusa e smentendo la sua ex compagna: «Lo dimostrerò di fronte alla giustizia». Ma le foto e alcuni stralci di conversazioni avvenute nella residenza ufficiale di Quinta de Olivos lo inchioderebbero. «Mi hai picchiato per tre giorni di seguito», ha scritto la donna in uno dei messaggi emersi durante le indagini, e ancora: «Mi colpisci continuamente, sei pazzo».
Le foto e i messaggi non sono stati diffusi da Yañez, ma sono trapelati nel corso dell’indagine. Alcuni quotidiani argentini come La Nation eClarìn hanno deciso di pubblicarli, mentre altre testate come Página 12hanno invece preferito non mostrare le immagini per evitare di esporre la donna ad una forma di vittimizzazione secondaria. La fuga di notizie è costata l’incarico all’ormai ex avvocato Juan Pablo Fioribello accusato di aver violato il segreto d’ufficio e di aver prestato la sua consulenza ad entrambi gli ex coniugi.
Nel frattempo, la vicenda ha preso i connotati di un caso politico. Javier Milei ha definito l’accaduto come un’«ipocrisia progressista» forte a suo avviso del fatto che il governoretto da Fernández ha fatto della parità di genere una battaglia fondamentale, tanto da introdurre tra l’altro il diritto all’aborto. Sui social Milei è tornato poi a parlare di politiche di genere definendole «una truffa», pensiero che aveva già ribadito a giugno quando ha decretato lo scioglimento del Sottosegretariato per la Protezione contro la violenza di genere, area a cui era stato ridotto il preesistente Ministero per le Donne.
Nel Paese che ha dato i natali almovimento “Ni una menos” e in cui nel 2023 si è registrato un record di femminicidi (322), l’attuale presidente ha sottolineato: «Come sosteniamo da anni, la soluzione alla violenza che gli psicopatici esercitano contro le donne non è creare un ministero delle Donne, non è assumere migliaia di dipendenti pubblici inutili, e sicuramente non è attribuire a tutti gli uomini la responsabilità solo per il fatto di essere uomini», per poi evidenziare la disparità di trattamento quando a commettere reati sono esponenti di sinistra.