Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2024  agosto 08 Giovedì calendario

Spagna, Puigdemont oggi torna dall’esilio. Rischia l’arresto. Ma fa traballare Sánchez

Torna oggi dall’esilio, ma senza salvacondotto rischia di essere arrestato e quindi di mandare all’aria il governo di larghe intese col premier Pedro Sanchez e quello locale catalano. La Spagna e l’ex presidente catalano Carles Puigdemont sono sempre più legati a doppia mandata, ma questa volta con il conforto della legge.
Il capo separatista dovrebbe presenziare alla sessione plenaria del Parlamento convocata per investire il leader del PSC, Salvador Illa, come presidente del la Generalitat. Ma lo scorso 1 luglio il Tribunale Supremo spagnolo gli ha negato la concessione dell’amnistia, legge che era stata approvata il mese prima dal Parlamento iberico come condicio sine qua non per far nascere l’esecutivo Sanchez.
Il presidente del Parlamento, Josep Rull, ha detto pubblicamente che se Puigdemont verrà arrestato non potrà accettare che la sessione plenaria si svolga normalmente. Per cui, stando alle dichiarazioni ufficiali rilasciate dagli attori in causa nelle scorse settimane, se Puigdemont, che non può fare affidamento sull’immunità da europarlamentare, è ancora ricercato dalla giustizia e quindi verrà arrestato, potrebbe per ritorsione far cadere il governo regionale catalano e, in prospettiva, anche quello nazionale guidato dal leader socialista che è arrivato secondo alle elezioni, dietro i popolari di Feijoo, ma che per un gioco di incastri e di ricatti è ancora alla guida della Spagna. Un puzzle che parte da lontano, ovvero dalle accuse rivolte ai leader indipendentisti catalani di appropriazione indebita di fondi pubblici.
Di «circo» parla il Partito popolare secondo cui «l’investitura di Sanchez è stata comprata con l’uguaglianza degli spagnoli, e l’investitura di Illa sarà comprata con i soldi degli spagnoli» ha detto l’eurodeputato Esteban Gonzalez Pons. Il leader della destra di Vox, Santiago Abascal, è più diretto: scrive su X che «l’unico posto in cui dovrebbe trovarsi un golpista, malversatore e fuggitivo come Puigdemont è in prigione» e convoca i suoi sostenitori questa mattina dinanzi alla porta del Parlamento della Catalogna, dove si svolgerà una contromanifestazione di protesta per il rientro del latitante catalano. Per questa ragione la polizia è già mobilitata dal momento che, se Puigdemont deciderà di entrare in Spagna con un evento di massa alla frontiera, ciò potrebbe mettere a rischio l’ordine pubblico. Una situazione di caos a cui si aggiunge l’ipotesi investigativa relativa al capo di stato maggiore di Puigdemont, reo di aver contattato spie russe per la questione dello scambio di prigionieri.
Si tratta del secondo nodo politico che toglie il sonno al premier socialista Sanchez, che già deve gestire l’inchiesta a carico di sua moglie Begoña Gómez. Pochi giorni fa ha scelto di non rispondere alle domande che potrebbero nuocere a sua moglie e quindi alla sua posizione al vertice del governo nazionale.