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 2024  agosto 08 Giovedì calendario

Abuso d’ufficio, i dubbi del Colle Slitta ancora la firma sul ddl Nordio


ROMAUn tweet, un semplice tweet, porta alla luce una tensione che covava da giorni. La mancata firma del presidente della Repubblica sul disegno di legge Nordio che contiene l’abolizione dell’abuso d’ufficio, ha causato malumori nel governo. Formalmente non ci sono anomalie, il Presidente ha un mese per promulgare la legge e nelle ultime settimane è stato impegnato in missioni all’estero, in Brasile e Francia. E molto probabilmente il sigillo verrà posto nelle prossime ore. Ma il fatto che il Quirinale stia usando tutto il tempo a disposizione viene letto nell’esecutivo come un messaggio che genera sospetti e un certo nervosismo. Sentimenti vissuti in silenzio, per non turbare l’equilibrio di un rapporto sempre molto delicato, specie negli ultimi mesi.Così, ci ha pensato un parlamentare d’opposizione, Enrico Costa di Azione, a esprimere quei dubbi che covano da qualche tempo nella maggioranza: «Ventotto giorni fa è stato approvato definitivamente dal Parlamento il ddl Nordio con l’abrogazione dell’abuso d’ufficio. Non è ancora in Gazzetta Ufficiale». Costa, capofila dei parlamentari garantisti, sui temi della giustizia è più affine ai partiti della maggioranza, come Forza Italia (dove potrebbe approdare presto). Niente di strano, quindi, se non per il fatto che il post di Costa di critica al Quirinale poco dopo la pubblicazione venga condiviso dal ministro della Difesa Guido Crosetto sul proprio profilo.In Transatlantico ci si passa lo schermo degli smartphone: «Hai visto Crosetto?». Il fondatore di Fratelli d’Italia ha per status la licenza di andare fuori linea e, in particolare sulla giustizia, dice quello che pensa senza chiedere il permesso ai custodi del verbo meloniano. Eppure, un po’ di imbarazzo si respira, non tanto per l’opportunità del tweet, quanto per il nervo scoperto che Crosetto è andato a toccare.Il ddl Nordio, infatti, ha vissuto vicende travagliate: approvato dal Consiglio dei ministri nel giugno del 2023 è rimasto in Parlamento per oltre un anno prima di essere approvato in via definitiva. Sul Colle poi è arrivato il nuovo stop. La questione che più preoccupa la presidenza della Repubblica è il possibile conflitto con l’Unione europea, visto che la Commissione ha sollevato dubbi sull’abolizione dell’abuso d’ufficio. Per venire incontro a queste perplessità, Giorgia Meloni e Carlo Nordio hanno concordato di inserire nel decreto carceri un nuovo reato, “peculato per distrazione” che andrebbe a colmare il vuoto lasciato nel codice dalla cancellazione dell’abuso d’ufficio. Inoltre, in Parlamento, la maggioranza ha approvato un emendamento per coordinare la nuova norma con la direttiva europea contro la corruzione.Dopo una giornata di nervosismo, soprattutto al ministero della Giustizia, da Fratelli d’Italia viene fatta trapelare la linea ufficiale: è tutto concordato. Secondo questa teoria, Mattarella per firmare starebbe aspettando il via libera del Parlamento al decreto carceri (arrivato ieri) e quindi della norma che supplisce l’assenza dell’abuso d’ufficio. Una fonte di governo alimenta anche una voce che si diffonde pericolosamente: «Il presidente al momento della promulgazione invierà una lettera di raccomandazioni all’esecutivo». Un gesto dall’alto contenuto politico che non sarebbe però inedito in questa legislatura: nel febbraio 2023 insieme nel momento di firmare il decreto milleproroghe Mattarella scrisse una missiva al governo con l’invito di mettere a gara le concessioni balneari, come richiesto dalla Commissione europea e dal Consiglio di Stato. Anche stavolta quindi la preoccupazione arriverebbe dall’applicazione del diritto comunitario. Dal Quirinale, però, viene smentita questa ipotesi: nessuna lettera in arrivo. Anche perché, ragionano i dirigenti di Fratelli d’Italia, l’interlocuzione tra il governo e la presidenza della Repubblica non si è mai interrotto su questa materia.Un’occasione per discutere di questi temi potrebbe arrivare presto: Nordio ha annunciato di voler salire presto sul Colle. L’oggetto della riunione è la condizione drammatica delle carceri italiane. Ma la discussione si può allargare. —