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 2023  giugno 19 Lunedì calendario

Oggi 430 - Settimana dal 20 al 26 giugno 2023

Ipotesi su quanto accaduto in Russia?

Prima ipotesi: è tutto vero. Prigozhin ha creduto davvero di poter arrivare a Mosca e prendere il potere. La prova: a Voronezh s’è svolto un combattimento vero, i soldati di Putin hanno provato a fermarlo, i ribelli hanno abbattuto sei elicotteri, un caccia e un aereo da trasporto militare. Trentanove morti. Il macellaio golpista s’è poi fermato a Liptesk, duecento chilometri da Mosca, perché ha capito che non ce l’avrebbe mai fatta e ha accettato la mediazione di Lukashenko, il presidente della Bielorussia. Gli è stato concesso di rifugiarsi a Minsk ed è stata promessa l’immunità ai suoi con il permesso, per quelli che ne hanno voglia, di arruolarsi nell’esercito regolare.

Lei ci crede?

Non lo so. Secondo Ksenia Sobchak, figlia dell’ex sindaco di Pietroburgo, la rivolta di Prigozhin sarebbe stata provocata dalla decisione dei vertici militari di togliere alla Konkord, la sua società, la fornitura dei pasti ai militari. Si tratta in effetti di contratti che valgono miliardi. Prigozhin rende questo servizio – ai militari e alle scuole - da una quindicina d’anni e, prima di trasformarsi in signore della guerra, ci ha costruito su la sua fortuna. Lo chiamano per questo “il cuoco di Putin”.

Credibile?

Non incredibile. La marcia su Mosca sarebbe stata fermata dalla rinuncia dei concorrenti a scippargli la fornitura. C’è però anche la terza ipotesi, quella della messa in scena.

Cioè?

Putin e Prigozhin sarebbero stati fin dall’inizio d’accordo su un colpo di stato finto. Il sostenitore più convinto di questa tesi è Ponomarev, un oligarca che s’è fatto dissidente e ha organizzato una sua armata di russi che combattono a fianco degli ucraini. A sostegno di questa tesi c’è lo strano comportamento dei due protagonisti. Prigozhin, nelle sue intemerate contro i comandi militari, non ha mai nominato Putin. Putin, nel suo discorso della pugnalata alle spalle, non ha mai fatto il nome di Prigozhin. Discorso di appena cinque minuti, oltre tutto, il minimo indispensabile. E, finita l’ipotetica farsa, sono spariti tutti e due. Mentre scriviamo (lunedì 26 giugno mattina) non si ha certezza di dove siano. Una prova a sostegno della messinscena: il colloquio molto amichevole, a Rostov, tra Prigozhin e il vice di Shoigu, il ministro contro cui Prigozhin si sta scagliando da mesi. Seconda prova: il mondo è stato avvertito in anticipo di quello che sarebbe accaduto, Putin avrebbe addirittura telefonato alla Casa Bianca, pregando Biden di non equivocare e restarsene buono (Biden e gli altri paesi occidentali hanno in effetti ostentato la massima prudenza). In Russia sono poi rimasti abbastanza zitti tutti quanti, uomini politici, capi dei servizi, ecc. Anche le uscite di Zelenskij, di solito piuttosto logorroico, si sono ridotte al minimo. Terza prova, forse la più convincente: la facilità con cui Prigozhin ha preso Rostov e le altre città. Non ha incontrato la minima resistenza, a parte il breve, anche se sanguinoso, scontro di Voronezh.

Scopo dell’ipotetica messa in scena?

Qui le interpretazioni si moltiplicano. Prima interpretazione: il finto golpe è servito a stanare i traditori nella cerchia di Putin, quelli cioè che fin da subito si sono schierati con Prigozhin. Ci sono precedenti illustri: finsero colpi di stato, e mandarono poi a morte i traditori, l’imperatore Tiberio, Mao, Ivan il Terribile. Da ultimo anche Erdogan, a cui il golpetto fallito del 2016 è servito a buttare in galera centinaia di dissidenti.

Altre interpretazioni?

L’uscita di scena di Prigozhin, pretesa da Putin per concedere il salvacondotto, sarebbe il primo punto delle trattative segretamente in corso con l’Occidente. Putin avrebbe scelto questo metodo per farci contenti. Molti analisti hanno scritto: adesso la pace è più vicina. Terza o forse quarta ipotesi (ho perso il conto): con questo sistema, Putin ha spedito la Wagner in Bielorussia, e creato una forte pressione su Lukashenko perché si decida a intervenire in Ucraina. Sottoipotesi: Prigozhin s’accinge a prendere il potere in Bielorussia, dove già ci sono mille e cinquecento soldati di Putin, e farla entrare in guerra contro l’Ucraina. Lukashenko, servo di Putin da tutti i punti di vista, con la guerra in Ucraina non ci ha mai voluto avere niente a che fare. Putin, negli ultimi mesi, ha spostato in Bielorussia parecchi ordigni nucleari. Oppure: Putin s’è servito di Prigozhin per far fuori senza troppe fibrillazioni interne il suo attuale Stato maggiore. O anche: l’anno prossimo si vota, Putin si prepara a un ritiro concordato e in questo modo ha spianato la strada al fedele Prigozhin. Dimentico di sicuro qualche altra decina di interpretazioni.

E se fossero gli oligarchi a manovrare il cuoco per prendere al più presto il potere e farla finita con guerra e sanzioni?

Certo, perché no?

Lei a cosa crede?

Non ne ho la minima idea.

 

Santanché

Guai per la Santanché, messa sotto accusa dalla trasmissione Report, perché le sue aziende non pagherebbero fisco e fornitori, sfrutterebbe dipendenti in nero. I giudici indagano, Meloni ha chiesto lumi, lei ha detto che spiegherà tutto in Parlamento.

 

Titan

Il Titan, microsommergibile americano col quale si andavano a vedere i resti del Titanic a 3.800 metri di profondità, non ha retto alla pressione ed è scoppiato prima di raggiungere la meta. Morti i cinque che erano a bordo, tra cui il titolare dell’azienda. Gli altri quattro avevano pagato un biglietto di 250.000 dollari.

 

Grecia

In Grecia, dopo le elezioni, maggioranza assoluta al partito di destra di Mitsokatis, il capo di Nea Demokratia, durissimo con i migranti (verranno sempre più da noi).

 

Famosi

Luciana Littizzetto, che ha passato la vita a sfottere Berlusconi, andrà a Mediaset come giudice di Tu sì que vales • Giorgia Meloni ha ricevuto a Palazzo Chigi Tom Cruise. Gli ha detto: «Mission impossible è il nostro pane quotidiano» • A Torino il Pd ha detto no alla proposta di intitolare una via a Marco Pannella • Elon Musk e Mark Zuckerberg si picchieranno in una sfida di cage fighting, lanciata Musk e subito raccolta da quell’altro: si tratta di un combattimento a mani nude chiusi in una gabbia.

 

Frase

«Putin ha invaso l’Ucraina perché è l’Ucraina»

Serhii Plokhy, professore di Storia ucraina e direttore dell’Istituto di ricerca ucraino di Harvard