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 2024  agosto 08 Giovedì calendario

Attacco di Kiev in Russia si combatte nel Kursk. Putin convoca i generali


MOSCA – Per la prima volta l’esercito ucraino entra in Russia. Le sue truppe penetrano nella regione di Kursk, dove sono in corso combattimenti. Tanto che in serata, a 36 ore dal lancio dell’operazione militare a sorpresa di Kiev, nella regione viene dichiarato lo stato di emergenza. Di fronte alla situazione, il presidente Vladimir Putin fa appello alla solidarietà nazionale per fornire assistenza alla regione da due giorni sotto attacco. A differenza dei precedenti sconfinamenti condotti nelle regioni russe di confine da unità irregolari, in cui combattono anche volontari russi, nell’incursione in atto dalla mattina del 6 agosto nei distretti Sudzhanskij e Korenevskij è coinvolto personale delle Forze armate ucraine.
Una «enorme provocazione» da parte del regime di Kiev, l’ha definita Putin che ha convocato una riunione del governo e una del Consiglio di Sicurezza. «Sta sparando indiscriminatamente con vari tipi di arma, compresi i missili, contro edifici civili, costruzioni residenziali e ambulanze», ha proseguito il presidente. Il capo del Cremlino ha chiesto una reazione tempestiva, ha incaricato il vicepremier Denis Manturov di coordinare l’operato e invitato le regioni a fornire assistenza all’oblast di Kursk: «Conto davvero sul vostro sostegno».
Nel pomeriggio Putin ha incontrato il ministro della Difesa, Andrej Belousov, il direttore dell’Fsb Aleksandr Bortnikov, il segretario del Consiglio di sicurezza, Sergej Shoigu e il capo di stato maggiore, Valerij Gerasimov. All’incontro Gerasimov ha partecipato in videoconferenza, «da uno dei punti di controllo operativo». E ha affermato: «Le azioni delle unità che coprivano il confine di stato insieme alle guardie di frontiera e alle unità di rinforzo, gli attacchi aerei delle forze missilistiche e il fuoco dell’artiglieria hanno fermato l’avanzata del nemico in profondità».
Delle presunte mille unità di personale impegnate nell’incursione, stando alle dichiarazioni di Gerasimov, circa un terzo sarebbe caduto nel corso dell’offensiva. «Come risultato delle azioni dell’esercito russo, il nemico ha perso 315 persone, di cui almeno un centinaio uccise e 215 ferite – ha riferito Gerasimov – sono stati distrutti 54 veicoli corazzati, inclusi sette carri armati». Non ha invece fornito dati su eventuali perdite da parte delle forze di difesa schierate dalla Russia.
Secondo i calcoli del Ministero della Salute, i bombardamenti diaccompagnamento all’attacco delle forze di terra hanno provocato almeno 5 morti e 31 feriti. Tra le vittime si contano anche sei bambini, che verranno accolti negli ospedali della capitale. In serata i cosiddetti canali Telegram “Z” hanno diffuso la notizia, non confermata, della morte di un giornalista della Tv statale Vgtrk, Evgeniij Poddubny. «Le forze ucraine hanno condotto attacchi mirati contro i monasteri e le chiese nella regione di Kursk», ha affermato il Patriarca Kirill.
Tutti questi «crimini», ha commentato la portavoce del Ministero degli Esteri, Maria Zakarova, si verificano sullo sfondo del «cinico silenzio» dell’Occidente, che rafforza il «senso di impunità» di Kiev. Il Comitato investigativo ha aperto un fascicolo per l’aggressione ai civili. Il caso, ha chiarito la portavoce Svetlana Petrenko, verrà trattato come un caso di attacco terroristico e aggressione contro agenti delle forze dell’ordine. Il numero di militari e combattenti ucraini entrati nella regione di Kursk, le stime del ministero della Difesa e di alcuni canali Telegram filogovernativi si aggirano intorno al migliaio. Diverse migliaia sono invece i civili che hanno lasciato la zona nelle ultime 24 ore. Lo ha riferito il governatore ad interim della regione di Kursk, Aleksej Smirnov, che nella nottata tra il 6 e il 7 agosto ha tenuto consultazioni con il capo dello Stato. «Più di 200 persone sono state portate fuori dalla zona dei bombardamenti con gli autobus – ha dichiarato Smirnov. Gli altri hanno lasciato l’area «con mezzi personali». Durante la notte sono stati creati centri di accoglienza temporanei per circa 2,5mila posti, forniti di acqua, cibo, medicinali e beni di prima necessità. Medici e paramedici di Mosca e San Pietroburgo sono in viaggio verso la regione.