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 2023  gennaio 16 Lunedì calendario

Oggi 408 - Settimana 10-16 gennaio 2023

Messina Denaro

È vero che l’arresto di Matteo Messina Denaro è un duro colpo alla mafia e, più in generale, alla criminalità organizzata?

Forse no.

Perché no? Tutti ne parlano come di un superboss, un dio in terra della malavita.

Sto alla relazione che gli ha dedicato da ultimo la Dia, cioè la Direzione Investigativa Antimafia. In Sicilia vi sarebbe una rivolta contro il sistema centralizzato, cioè la gran cupola posta al centro che coordina le attività criminali dell’isola, tiene i rapporti con i politici, fa leva sulla massoneria e orienta la politica estera, vale a dire i rapporti con Stati Uniti, Germania, Spagna, America Latina. I gruppi locali vogliono far da sé, e non essere disturbati da Palermo. Quindi tipi come Matteo Messina Denaro, che era un tempo al centro del sistema in quanto uomo del vecchio super capo Totò Riina, è progressivamente sceso di importanza, è stato ridotto a capo del mandamento di Castelvetrano e di rappresentante provinciale del Trapanese. Però, aggiungono i magistrati, rappresentante provinciale più di forma che di sostanza. Giuseppe Governale, il generale che ha guidato la Dia fino a poco fa, lo aveva detto già nel 2019: «Non è più operativo». Del resto, se è stato possibile arrestarlo, vuol dire che la sua storia era alla fine.

Lei dice: se uno è stato latitante per trent’anni, è perché ha goduto di grandi protezioni. Se, alla fine dei trent’anni, lo prendono, vuol dire che le protezioni sono venute meno. Se le protezioni sono venute meno significa che…

Le circostanze dell’arresto mostrano abbastanza chiaramente che il boss era un uomo finito. Come sa, la cattura è avvenuta in via San Lorenzo a Palermo, clinica Maddalena specializzata nella cura del cancro. Messina Denaro ci andava regolarmente da un anno e mezzo. Si presentava col nome di Andrea Bonafede. Davvero in clinica non sapevano? Mah. Fatto sta che i carabinieri hanno passato la notte a circondare l’ospedale e a “mettere in sicurezza” gli altri pazienti, secondo l’espressione usata dagli stessi carabinieri. Intorno alla clinica, perciò, non può non esserci stato un certo movimento. E nessuno ha avvertito il boss, il quale la mattina dopo s’è messo regolarmente in fila «per un tampone», come ha riferito la direttrice Stefania Filosto. La quale ha raccontato che Messina Denaro è stato effettivamente colto di sorpresa, ha tentato di scappare, è stato alla fine facilmente immobilizzato. La direttrice Filosto: «Un vecchio malandato, chi avrebbe potuto immaginare…». Una cronaca che, senza volerlo, ci descrive la fine di un potente, ridotto a una povera cosa.

Quanti anni ha?

Sessantuno. Ma che fosse malato si sapeva. Diabete, problemi agli occhi, sarebbe quasi cieco, nonostante operazioni eseguite forse in Spagna forse in Germania. Da ultimo il cancro.

Come ha fatto a non farsi prendere per trent’anni?

Io sono sicuro che ci sono state protezioni dall’alto. Sono sicuro, anche se non posso dimostrarlo. Si dice che Messina Denaro si fosse preso l’archivio di Totò Riina, profittando del fatto che, al momento dell’arresto, il covo del cosiddetto Capo dei Capi non era stato perquisito. In quell’archivio potrebbero esserci nomi, cognomi, documenti su fatti che hanno consigliato i vari potenti degli ultimi trent’anni di andarci piano, con Messina Denaro. L’uomo, per quanto se ne sa, è rimasto quasi sempre in Sicilia, e probabilmente addirittura nella sua zona Trapani-Castelvetrano. Oltre alle protezioni dall’alto, ha goduto di forti aiuti dal basso, favoriti dal fatto che non ha lesinato sovvenzioni e aiuti alle famiglie dei detenuti e a tutti coloro che si rivolgevano a lui per bisogno. Le pareti delle gallerie dell’autostrada che da Palermo conduce a Trapani erano fino a non molto tempo fa tappezzate di manifesti con la scritta: «Matteo torna, abbiamo bisogno di soldi». E le indagini hanno accertato che per tanti anni Messina Denaro è stato il punto di riferimento di imprenditori, commercianti, politici e, soprattutto, disoccupati. È quello che Lirio Abbate, nella sua biografia, definisce “passaporto sociale”: con quel “passaporto” ottenevi credito in banca o, a un altro livello, la guardiania di un condominio. C’è una conversazione del 2018 in cui il mafioso Vittorio Signorello paragona i Messina Denaro – padre Francesco e figli Matteo e Salvatore – a dei “santi”. Al padre Francesco – “zu Ciccio”, responsabile dell’assassinio di Mauro Rostagno – dice che bisognerebbe erigere una statua da mettere vicino a quella di padre Pio. E quanto a “u Siccu”, cioè Matteo Messina Denaro, «bisogna seguirlo fino alla morte» perché «mangia e fa mangiare».

La mafia come istituzione, come irrogatrice di welfare.

Qualcuno ha calcolato che, con il crollo della mafia, il Pil siciliano precipiterebbe di almeno un centinaio di miliardi.

 

Famosi

Zelensky apparirà sui nostri video durante l’ultima serata del Festival di Sanremo • Greta Thunberg è stata portata via con la forza dalla polizia mentre manifestava a Lützerath, in Germania • Papa Francesco, dopo averlo ricevuto in  udienza, ha imposto a padre Georg – mediante invio di un semplice biglietto – di traslocare entro il 1° febbraio dalla Mater Ecclesiae, dove ha alloggiato dal 2013 insieme con il Papa emerito Benedetto XVI • Kevin Spacey è a Torino per un film di Franco Nero, è anche andato a vedere la partita (tifava per il Torino, che poi ha perso) • Charlotte Casiraghi è di nuovo incinta: aspetta il terzo figlio, il secondo con il produttore Dimitri Rassam, suo marito dal 2019 (la gravidanza sarebbe effetto di un tentativo di riconciliazione) • Elena Sofia Ricci s’è annoiata, e non apparirà più, su Rai 1, con il velo di Suor Angela

 

Numeri

30 chilometri all’ora. Il limite di velocità a Milano dal 1° gennaio 1924.

 

Malati

Jair Bolsonaro, 67 anni, ex presidente del Brasile (forti dolori addominali) • Aleksej Navalny, 46, dissidente russo tenuto in carcere da Putin (strascichi dell’avvelenamento da Novichok) • Jack Nicholson, 85, attore americano (demenza senile) • Matteo Richetti, 48, deputato, svenuto in aula (stress)

 

Morti

Jeff Beck, 79 anni, chitarra rock • Francesco Bruno, 75, criminologo • Costantino II, 83, ultimo re di Grecia • Achille Mauri, 84, editore • Lisa Marie Presley, 54, figlia di Elvis Presley e già moglie di Michael Jackson e Nicholas Cage • Tatjana Patitz, 57, modella • George Pell, 82, cardinale • Marco Tropea, 81, editore

 

Frase

«Dante fu il fondatore del pensiero di destra in Italia»

Gennaro Sangiuliano, ministro della Cultura (contestatissimo).