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 2022  dicembre 26 Lunedì calendario

Oggi 405 - Settimana 20-23 dicembre 2022

Clamoroso

Presidenti italiani: 70.124 (dall’ Elenco delle amministrazioni pubbliche diffuso dall’Istat) [Michele Ainis Presidenti d’Italia. Atlante di un vizio nazionale La nave di Teseo]

 

2022

Il 1922 è passato alla storia per la marcia su Roma. E il 2022? Per che cosa passerà alla storia?

Per l’invasione russa dell’Ucraina. Per la prima donna a Palazzo Chigi. Per la rivoluzione in Iran. Tutti eventi ancora in corso, e i cui sviluppi e significati più profondi capiremo solo nel 2023.

Forse, relativamente all’invasione russa, alcuni dei significati già si intuiscono.

Sì, è vero. Muovendo le sue truppe la mattina del 24 febbraio, un giovedì, Putin ha rivelato il vero volto del suo regime: una monarchia tirannica, invasata dall’idea di ricostruire la Grande Russia di Pietro il Grande. Questa idea era stata proclamata più volte in passato, ma in linea di massima non s’era capita fino in fondo la natura ottocentesca di questa illusione: l’ingrandimento territoriale, la sottomissione di popoli, l’annessione materiale di interi Paesi. Un modo di ragionare che risale a cent’anni fa, e che nessuno dei grandi leader pratica più. Il mondo si conquista ormai senza bisogno di sparger sangue, attraverso la finanza e il commercio. I metodi degli Stati Uniti, della Cina, dei paesi arabi. Ma una guerra di conquista… via!

Sta dicendo che Putin è vittima di un equivoco: crede di vivere in un’altra epoca.

Qualcosa del genere. Di suo, la Russia è ricca di alcune risorse decisive ai tempi nostri: il petrolio, il gas, l’acqua. E l’invasione, tra le tante conseguenze, ha avuto quella di far salire alle stelle il prezzo dell’energia, e di far risorgere così un vecchio fantasma, quello dell’inflazione. Se i carburanti necessari a far camminare l’economia del mondo costano troppo, salgono di conseguenza i prezzi di tutti i beni. Le banche centrali, cioè la Federal Reserve negli Stati Uniti e la Banca Centrale Europea, hanno reagito con l’unico strumento che conoscono, cioè far pagare di più il denaro preso in prestito (aumento dei tassi). Una misura inadatta al momento storico, direi: far pagare di più il denaro preso in prestito è una misura efficace quando tutti vogliono comprare (aumento della domanda). Ma l’inflazione di adesso non è il frutto di un aumento della domanda, ma solo la conseguenza delle conseguenze della guerra. La misura colpisce in modo particolare l’Italia, oberata da un debito ancora più pesante dopo la pandemia.

Ed eccoci a noi. La prima donna a Palazzo Chigi.

E aggiungo: l’ingresso nelle stanze del potere di una forza politica tenuta per quasi ottant’anni a debita distanza. E che sta mettendo in campo uomini e donne del tutto nuovi, talmente nuovi da sembrare troppo spesso inadeguati. Ma quello che conta, si direbbe, è soprattutto lei, Giorgia Meloni.

Perché?

Non possiamo credere che tutti gli italiani si siano trasformati, nelle elezioni dello scorso settembre, in postfascisti o comunque in sostenitori del partito Fratelli d’Italia, la cui visione del mondo non mi pare – almeno per ora – così seducente. Dunque, il punto riguarda lei e la possibilità che rappresenti la risposta alla domanda che una parte dell’elettorato italiano si pone dalla morte della Democrazia cristiana e del Partito comunista, vale a dire dai tempi del crollo del Muro di Berlino e della stagione di Mani pulite: chi sarà capace di cambiare questo Paese, e renderlo una comunità moderna, libera dalla corruzione, flessibile abbastanza per adattarsi ai tempi che cambiano, ringiovanita nell’età media della popolazione, e soprattutto più giusta? Un’onda dell’elettorato che si è via via spostata, di illusione in illusione: prima Berlusconi, poi Prodi, quindi Monti, Renzi, Grillo, Salvini. Una sequenza di fallimenti. Meloni è l’ultima puntata di questa scommessa disperata, e se si deve giudicare dal comportamento di queste prime settimane – prudente, ma non remissivo – c’è qualche possibilità che la scommessa sia vinta.

Il problema sembrerebbero i due alleati. E la forma che assumerà il campo progressista.

I due alleati mi sembrano due agonizzanti che boccheggiano in cerca di un’aria che non troveranno. Il campo progressista mi pare un cumulo di macerie.

Meloni però è avvantaggiata dall’importante esperienza del governo Draghi.

Ha ragione. Draghi – una questione anche di stile – ha ridato al Paese statura internazionale, cogliendo oltre a questo lo straordinario risultato non solo di farci uscire dalla pandemia, ma anche quello di far crescere il nostro Pil più di quello degli altri Paesi europei. Meloni, che ha guidato l’unica forza di opposizione al tempo di quel governo, ha avuto poi l’intelligenza politica di ispirarsi, nelle sue prime mosse, proprio all’esperienza di quel governo. Draghi, senza apparire, adesso la consiglia e la affianca.

Resta da dire dell’Iran.

È una tragedia di cui non sono capace di definire i confini. Un popolo formato soprattutto da ragazze che si batte a mani nude contro uno dei regimi più orrendi, e non si fa spaventare dagli stupri, dalle impiccagioni, dalle condanne a morte persino di bambini, dalle torture, dalle pallottole sparate ad altezza d’uomo da un regime che grida di governare in nome di Dio. Ma di che Dio si tratta, banda di assassini? La reazione della comunità internazionale, Chiesa compresa, mi pare finora debolissima, in ragione di calcoli politico-diplomatici che mi risultano difficili da capire. E quello che è più disperante è che questa ribellione sacrosanta potrebbe anche essere sconfitta.

Una parola di speranza per l’anno nuovo?

Le faccio tantissimi auguri.

 

Afghanistan

In Afghanistan prima hanno fustigato tre adulteri e tre adultere, poi hanno vietato alle donne di frequentare l’università, infine hanno licenziato le maestre e chiuso alle femmine la scuola elementare.

 

Numeri

100.985 i migranti sbarcati in Italia nel 2022 (più di 2020 e 2021 messi insieme)

 

Malati

Pelé, 82 anni, ex campione di calcio: al tumore al colon si sono aggiunte insufficienza cardiaca e renale (è rimasto anche a Natale ricoverato all’ospedale Albert Einstein di San Paolo del Brasile) • Mara Venier, 72, covid.

 

Morti

Alberto Asor Rosa, 89 anni, critico letterario e storico della letteratura italiana • Daniela Giordano, 74, miss Italia 1966

 

Frase

«Tutti siamo

potenzialmente perversi,

grazie a Dio!»

Giorgio Abraham