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 2022  dicembre 19 Lunedì calendario

Oggi 404 - Settimana 13-19 dicembre 2022

Clamoroso

In Cina circolano almeno cinquemila coronavirus diversi, gran parte dei quali sconosciuti (David Quammen Senza respiro Adelphi)

 

Qatar

Che partita! Scusi, scriviamo di lunedì mattina e sono ancora sotto l’impressione di Francia-Argentina.

Capisco.

Non vedevo un match simile dai tempi di Italia-Germania 4 a 3, nel 1970.

Non è stata male neanche Italia-Brasile del 1982.

Sì, ma questa di Doha era una finalissima. 2 a 0, poi 2 a 2 nell’ultimo quarto d’ora, poi 3 a 2 per Messi e a 5 minuti dalla fine il rigore francese. La tripletta di Mbappé, la doppietta di Messi, i tre rigori, e quel Di Maria scatenato, e Dybala all’ultimo… e l’Argentina campione del mondo…

Basta, basta. Piuttosto: peccato che tutto questo – voglio dire: un mondiale praticamente perfetto, con il Marocco sugli scudi come mai nella storia per una squadra araba e africana – sia avvenuto in Qatar. Ma chi aveva mai sentito nominare il Qatar fino a pochi anni fa?

Non mi faccia il guastafeste, adesso.

No, scusi: non vogliamo parlare del Qatar?

È necessario parlare del Qatar?

Abbia pazienza: è conclamato che il Qatar, un paese grande meno della metà della Lombardia e con meno abitanti della provincia di Milano, però con il reddito pro capite più alto del mondo, ha ottenuto l’organizzazione dei mondiali mediante una vasta opera di corruzione dei vertici mondiali del calcio. Ci siamo assuefatti a questa notizia al punto di dimenticare lo strame dei diritti umani che si consuma in quel Paese e la montagna di poveri operai morti su cui sono stati edificati i magnifici stadi che abbiamo ammirato alla tv.  Le donne in Qatar girano velate dalla testa ai piedi (abaya), la poligamia è ancora in auge, la sharia è la base del loro diritto. L’Express ha scritto: «Come l’islam, il Qatar poggia su cinque pilastri: il gas, la rete televisiva Al Jazeera, il calcio, la presenza militare americana sul proprio territorio e la diplomazia».

La diplomazia?

Già, lo scandalo appena scoppiato e che abbiamo battezzato “Qatargate”: personaggi con incarichi di responsabilità in Europa – fino alla vicepresidente greca – hanno preso soldi dal Qatar per parlar bene del Paese e favorire provvedimenti graditi agli emiri. È gente di sinistra solo perché, negli ultimi dieci anni, quelli di sinistra hanno avuto più dimestichezza col potere. Ma, se vogliamo, è poca roba. I qatarini comprano tutto e finanziano chiunque gli permetta di determinare le scelte politiche delle democrazie occidentali: possiedono o sponsorizzano una quantità di squadre di calcio che riempiono di stelle (in testa il Paris Saint-Germain, dove giocano sia Messi che Mbappé), ma hanno partecipazioni significative e siedono quindi nei consigli d’amministrazione, per esempio, di Harrods, Canary Wharf, la Borsa di Londra, l’Hotel Ritz di Londra, Sainsbury, banca Barclays, Heathrow Airport Holdings e re Carlo III ha di recente accettato una valigia con un milione di euro in contanti da Hamad bin Jassim bin Jaber Al Thani, l’ex primo ministro.

È tutta roba inglese.

Macron, che abbiamo visto in maniche di camicia sugli spalti della finale, ha firmato a Doha contratti per dodici miliardi di dollari. In Germania: Porsche, Volkswagen, Deutsche Bank, Siemens sono controllate in vario modo dagli emiri. Quanto agli Stati Uniti, a sud-ovest di Doha, in una località detta Al Udeid, ha sede una delle più grandi basi militari americane, undicimila uomini, cento caccia, un aereo Usa che atterra ogni dieci minuti…

Quindi…

Tutto questo mentre un fiume di denaro qatarino contribuisce all’islamizzazione dell’Africa, soldi a palate finiscono alle organizzazioni terroristiche, per esempio i capi di Hamas, Ismail Haniyeh e Khaled Mashaal, vivono a Doha nel lusso e viaggiano sul jet Gulfstream fornito dal clan al Thani al potere a Doha.

Hamas… sono i palestinesi della Striscia di Gaza…

Hanno ricevuto 1,8 miliardi di dollari in dieci anni, il Qatar gli ha finanziato la rete sotterranea di tunnel che per efficienza e modernità rivaleggia con quelle delle metropolitane occidentali. I qatarini, e i sauditi, finanziano alla grande anche l’avanzata di Allah in Occidente. Per dire: in Germania, dal 2005 a oggi, sono state costruite 140 moschee.

Renzi…

Noi guardiamo alla politica, e dovremmo invece prestare maggiore attenzione ai luoghi del mondo dove spropositate quantità di denaro si concentrano nelle mani di pochi uomini. Sono in fondo due: la penisola arabica, per gas e petrolio, e le ville dei trafficanti di droga, i quali sono già padroni di almeno due stati, il Messico e il Kosovo, e controllano di fatto un bel numero di banche americane. Ma il discorso qui si farebbe troppo lungo. Se ne faccia un’idea leggendo i romanzi di Don Winslow, che – scusi il bisticcio – fanno finta di essere fiction.

 

Tassi

La Bce ha alzato i tassi d’interesse di mezzo punto percentuale, portando quello principale al 2,5%. Ha anche annunciato nuovi aumenti della stessa consistenza, o più gravi, per i prossimi mesi. Obiettivo: tenere l’inflazione entro il 2%. Problema: l’aumento dell’inflazione – siamo intorno all’11% - non è prodotta da un eccesso di domanda, unica voce che può essere influenzata dai tassi. Le Borse sono precipitate, il ministro Crosetto ha attaccato: «Non ho capito questo regalo all’Italia».

 

Papa

Francesco ha già firmato le dimissioni da papa «in caso di impedimento per motivi medici o che so».

 

Numeri

1.000

il costo di un Roma-Palermo su un volo Ita (per New York ne bastano 850)

 

Malati Sofia Goggia, 30 anni, mano fratturata (con cui però ha vinto a St. Moritz) • Mikheil Saakashvili, 54, ex presidente della Georgia, ricoverato nella clinica Vivamedi per un avvelenamento da metalli pesanti (ha iniziato uno sciopero della fame) • Gianluca Vialli, 58, per il tumore al pancreas ha sospeso la sua consulenza con la Nazionale • Bruce Willis, 67, attore, sempre peggio, non solo non parla quasi più, ma capisce sempre meno

 

Morti

Lando Buzzanca, 87, attore • Sinisa Mihajlovic, 53, ex calciatore, poi allenatore • Severino Poletto, 89, cardinale • Mario Sconcerti, 74, giornalista.

 

Frase

«Chi paga il caffe

con la credit card

è un rompiballe»

Matteo Salvini