Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2022  novembre 14 Lunedì calendario

Oggi 399 - Settimana 8-14 novembre 2022

Clamoroso

Alessia Piperno, di anni 30, tornata a casa dopo 45 giorni nelle prigioni iraniane, dormì la prima notte nel lettone grande, in mezzo a mamma e a papà.

 

Kherson

Questa settimana, invece, ho la sensazione che la guerra potrebbe anche finire presto.

Potrebbe, sì. Ma potrebbe anche no.

Perché potrebbe?

Per due eventi concomitanti: i russi hanno perso Kherson; le elezioni americane sembrano aver segnato il tramonto di Trump.

Cominciamo da Kherson.

Mosca, alla fine della settimana scorsa, ha annunciato di aver traslocato sulla riva orientale del fiume Dnipro quasi 40mila fanti, forse 5mila tra blindati, tank e cannoni. Operazione esemplare per la rapidità con cui è stata eseguita e l’assenza di vittime. Troppo esemplare: il sospetto che sia stata concordata con gli ucraini e magari con gli stessi americani è forte. Gli ucraini sulle prime hanno dichiarato che avrebbe potuto essere una trappola. Un’idea presto tramontata: occupando Kherson le truppe di Kiev sono a sessanta chilometri dalla Crimea e possono privare quella penisola dell’acqua. I russi hanno perso un importante collegamento con la costa, e un tramite per Odessa. Zelensky potrebbe veramente tentare la riconquista della Crimea, e del Donbass e del Donetsk? Lui lo dice, e quelli che lo tengono buono sono proprio gli americani.

Da tutto questo arguiamo…?

Che ci si prepara in qualche modo al tavolo negoziale, tavolo che si apparecchierà magari tra sei mesi, ma che è in qualche modo alle viste. Zelensky deve star buono, perché non è possibile nessuna trattativa che preveda l’umiliazione di Putin, e dunque a Putin bisogna lasciare qualcosa. I suoi portavoce non fanno che ripetere: siamo sempre pronti a trattare. E lui stesso, rinunciando al G20 di Bali con l’argomento – fatto filtrare dai suoi – che in questo momento è meglio non lasciare Mosca, ci avverte che la sua leadership è in pericolo e che i successori potrebbero essere molto pericolosi. Il colpo di stato eventuale potrebbe non essere portato dai cosiddetti buoni che vogliono la fine della guerra, ma dai cattivi che vogliono ricorrere all’atomica. Dichiarazioni del filoso Drugin e del finto-matto Medvedev sono state diffuse con clamore all’estero forse per avvertirci – o per farci credere – che potrebbe succedere proprio questo.

Veniamo alle elezioni americane.

Le elezioni di mid-term, per rinnovare la Camera e un terzo del Senato. Putin contava su una vittoria schiaccinate dei trumpiani, che avrebbero indebolito la leadership di Biden e la sua volontà di continuare a passare soldi e armi agli ucraini. Invece i repubblicani non hanno preso il Senato – dove i democratici hanno già adesso un seggio in più – e possono ancora rinforzarsi in Georgia, che va al ballottaggio il 6 dicembre. Anche il destino della Camera è in bilico: mentre scriviamo, i repubblicani sono in vantaggio (212 a 203), ma devono ancora essere assegnati 20 seggi. La speranza di Putin, che lo schieramento internazionale a sostegno di Kiev venisse meno, sono andate in pezzi. Anche l’Unione europea, divisa su altre questioni, è compatta sul sostegno all’Ucraina: Bruxelles si prepara a raggranellare sul mercato diciotto miliardi da destinare alla causa.

Quindi, starà pensando Putin, meglio trattare. E al più presto.

Sembra proprio di sì.

 

Francia

A Sharm el-Sheikh, dove si erano incontrati per discutere di ambiente, Macron e la Meloni avevano parlato anche della questione migranti, e Macron aveva promesso di accogliere in un porto francese i 230 della Ocean Viking che il governo italiano non voleva far scendere a Catania. Notizia riservata, relativa forse più a un’intenzione che a una decisione presa, ma Salvini, prima di ogni ufficialità, twittavia: «Bene, l’aria è cambiata», quelli di Forza Italia si compiacevano del fatto che avesse vinto «la linea della fermezza» e la stessa Meloni, nel silenzio assoluto di Parigi, «ringraziava» il presidente francese per la sua sensibilità. L’insieme dava la stura a un’offensiva micidiale contro Macron della destra francese della Le Pen e della sinistra francese di Mélenchon, tutt’e due all’assalto della pretesa arrendevolezza del presidente sul tema migranti. Macron non ha la maggioranza in Parlamento, al punto che ha addirittura ventilato la possibilità di elezioni anticipate. Sicché, per rintuzzare la sua agguerrita opposizione interna, lui e i suoi hanno preso a inveire con rara violenza contro il governo italiano, annunciando che non avrebbero più dato seguito agli accordi di giugno (ricovero in Francia di 3.500 migranti ospitati da noi), denunciando la disumanità italiana, invitando gli altri europei a «isolare l’Italia», eccetera eccetera, col rischio di mandare in malora altri dossier delicatissimi, quello dei soldi del Pnrr, per esempio, o dei nostri più o meno grandi scostamenti di bilancio, tutti da autorizzare. Per non parlare delle azioni da concordare sul gas. La querelle, assai preoccupante, è ancora in corso mentre scriviamo.

 

Famosi

Le tre stelle Michelin a Antonino Cannavacciuolo, il lancio di uova a York contro il re Carlo III, l’amore segreto, a suo tempo, tra Eva Grimaldi e Roberto Benigni, già fidanzato della Braschi.

 

Numeri

77,2 miliardi di euro

Gli interessi sul debito pagati dall’Italia nel 2022. Nel 2021 erano stati di 62,9 miliardi.

 

Malati

Lando Buzzanca, 87 anni, attore, caduta dalla carrozzella, ricoverato al Gemelli • Sergio Staino, 82, vignettista, coma farmacologico, ricoverato al Torregalli di Firenze.

 

Morti

Giuseppe Bono, 78 anni, imprenditore (storico ceo di Fincantieri) • Lee Bontecou, 91, artista americana • Gal Costa, 76, cantante brasiliana • Vittorio Vallarino Gancia, 90, imprenditore dello spumante • Mehran Karimi Nasseri, 77, l’uomo che ha passato la vita nell’aeroporto Charles de Gaulle di Parigi e ha ispirato il film The Terminal di Spielberg con Tom Hanks • Luca Panerai, 47, manager, figlio di Paolo Panerai, editore (infarto) • Gianni Toniolo, 80, storico dell’economia.

 

Frase

«Ho 92 anni, portate un attimo di pazienza»

Liliana Segre, a chi le augura la morte sui social