17 ottobre 2022
Oggi 395 - Settimana 11-17 ottobre 2022
Clamoroso
Nel mondo ci sono ancora 28 milioni di schiavi.
Meloni-Berlusconi
Che lezioni si possono trarre dallo scontro atomico Meloni-Berlusconi?
Ma intanto, a beneficio del lettore distratto, riassumerei i termini dello scontro.
Giusto.
Berlusconi aveva chiesto la Sanità per la sua protetta/badante Licia Ronzulli, divenuta, negli ultimi anni, potentissima. Meloni rispose di no. Berlusconi chiese allora un qualunque incarico che consentisse a Ronzulli di sedere in consiglio dei ministri e capeggiare la delegazione governativa di Forza Italia. Sottinteso: se vuoi i miei voti, devi ammettere che i miei ministri li decido io, non tu. Meloni, di nuovo, rispose no: la cosa essendo stata messa in questi termini, fece capire, il no doveva considerarsi assoluto. Berlusconi, a un tratto esautorato di un potere che riteneva indiscutibile, credette di vendicarsi facendo mancare i voti di Forza Italia a Ignazio La Russa, candidato da Meloni alla presidenza del Senato. Ma La Russa – che pochi istanti prima Berlusconi aveva anche mandato a quel paese – venne eletto lo stesso, grazie al sostegno segreto di una ventina di oppositori, concordato in precedenza (in cambio di chi sa che) dalla medesima Meloni. Il Cav tentò allora un’altra vendetta, lasciando che i teleobiettivi fotografassero un foglietto su cui aveva scritto di suo pugno, a proposito del comportamento di lei: «1. supponente 2. prepotente 3. arrogante 4. offensivo». A questo, Meloni diede, durante il Diario politico di Mentana, una risposta micidiale: «S’è dimenticato un quinto punto: non sono ricattabile».
Ne deduciamo?
Che Meloni, forte del metodo già adottato da Draghi, tenta di rivoluzionare una pratica che dura da settant’anni: una volta assegnati i ministeri ai vari partiti della coalizione, secondo un metodo poi cristallizzato nel cosiddetto manuale Cencelli, i nomi dei relativi ministri erano decisi non dal capo del governo, ma dai segretari di partito, di massima per ragioni loro interne, di solito obbedienti al principio dell’“equilibrio tra correnti”, quasi mai in nome della competenza. O al massimo avendo in vista la quantità di voti che il prescelto, grazie ai suoi maneggi di sottogoverno, avrebbe portato. Questa pratica, di anno in anno, ha ridotto lo Stato italiano nelle condizioni che conosciamo. Pachiderma paralitico paralizzato, di disperante inefficienza.
Poi?
La fine della leadership di Berlusconi e del suo machismo, largamente sconfitti da una donna giovane e forte, che si sta rivelando una vera leader. Si potrebbe aggiungere che vediamo qui applicata una legge ferrea di natura: per essere ammessi alla testa del branco è necessario che il giovane aspirante al comando uccida o cacci il vecchio capo. Spesso si tratta del padre, esautorato per mano del figlio.
O magari della figlia.
I due poi lunedì pomeriggio si sono incontrati.
Presidenti
Il presidente del Senato è dunque Ignazio La Russa, fascistone, 75 anni, siciliano milanese, interista, avvocato, divenuto simpaticamente celebre per un’imitazione di Fiorello, in Parlamento e sulle piazze da una vita. Pieno di significati il suo gesto di baciar sulle guance e portar fiori alla Liliana Segre, che tredicenne fu deportata ad Auschwitz dai nazisti, e aveva fin lì presieduto l’assemblea per meriti d’età (Meloni e La Russa stigmatizzarono domenica scorsa con parole non equivoche la ricorrenza del 16 ottobre 1943, rastrellamento nazista di ebrei a Roma). L’altro presidente, alla Camera, è Lorenzo Fontana, veronese, 42 anni, leghista salviniano, cattolico integralista, nemico dei matrimoni omosessuali e di tutto ciò che sa di Lgbt. Letta definì questa elezione uno “sfregio”, Meloni – alludendo al caso di altri estremisti eletti a quel posto, tipo Boldrini o Bertinotti – rispose che «solo quando a capo delle istituzioni ci sono loro, vanno bene».
Zingaretti essendo stato eletto deputato, nel Lazio si dovrà presto votare per la Regione.
Ucraina
Yuriy Kerpatenko, direttore d’orchestra a Kherson, sentì bussare alla porta, chiese chi è e sentì che dall’altra parte c’erano soldati russi, i quali erano venuti a chiedergli di tenere un concerto per celebrare l’avvenuta annessione di Zaporizhzhia, mediante uno dei quattro referendum farlocchi. Kerpatenko rispose qualcosa come: ma neanche per idea, non suono per i russi, e non aprì. Un soldato allora mitragliò la porta, le pallottole passarono dall’altra parte e uccisero il povero Kerpatenko, che aveva appena 46 anni.
“Perdite irrecuperabili” russe, tra soldati uccisi, dispersi o resi disabili dalle ferite: oltre novantamila. Missili posseduti da Mosca: cinquemila. Di cui già consumati: duemila.
Egonu
Qualcuno, su un social, chiese a Paola Egonu, 23 anni, padovana di pelle nera in quanto figlia di nigeriani, pallavolista tra le più forti al mondo e fresca di medaglia di bronzo ai mondiali: «Ma che, tu saresti italiana?». Egonu, che aveva sbagliato un paio di palle contro la Serbia facendoci perdere la finale, dopo la vittoria per il terzo posto sugli Stati Uniti e una partita esemplare, scoppiò in lacrime rivelando il fatto, e il video delle sue lacrime fece il giro del mondo. «In Nazionale non ci gioco più», disse. Le telefonarono tutti, compreso Draghi.
Famosi
I giudici hanno disposto che Formigoni (condannato a quasi sei anni per corruzione) concluda la pena insegnando l’italiano alle suore straniere del Piccolo Cottolengo milanese • Ginevra Elkann e Giovanni Caetani (tre figli) si stanno lasciando.
Numero
4.700 euro: il mensile che la regione versa ai medici cubani assunti in Calabria per un breve periodo. I medici, di quella somma, terranno per sé solo 1.200 euro, versando il resto al loro Stato.
Malati
Enzo Gragnaniello, 67 anni, cantante (crisi cardiaca al termine del concerto di Carmigliano).
Morti
Babiya, età imprecisata, coccodrilla divina del tempio di Ananthapura, adorata dagli indiani della regione di Majeshwaram, nello stato del Kerala • Alfredo Chiappori, 79 anni, vignettista • Laura Del Pio, 99, sarta romana comunista, celebre per aver cucito l’orlo dei pantaloni a Berlinguer • Angela Lansbury, 97, la signora in giallo.
Frase
«Che italiano o albanese sei,
se sei sempre in linea con la legge?»
Edi Rama, premier albanese