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 2022  settembre 26 Lunedì calendario

Oggi 392 - Settimana 23-27 settembre 2022

Clamoroso

Nel 2049, cioè tra soli 27 anni, i morti in Italia saranno il doppio dei nati (788 mila contro 390 mila).

 

Elezioni

Cominciamo dai risultati.

Potrebbero non essere definitivi, perché a 36 ore dal voto i calcoli non sono ancora stati completati. Ma dovrebbero essere questi (ricordiamo che la maggioranza al Senato è, minimo, di 101 seggi e alla Camera di 201)

Centrodestra: 44% (112 seggi al Senato, 235 alla Camera), Centrosinistra 26% (39 al Senato, 80 alla Camera).

M5s: 15,5% (28, 52)

Azione/ItaliaViva: 8% (9, 21).

Relativamente ai partiti delle due coalizioni:

Centrodestra: Fratelli d’Italia 26%; Lega 9%; Forza Italia 8%.

Centrosinistra: Pd 19%; Verdi/Sinistra italiana 3%; +Europa 2,95% (non entra).

Vincitori? Sconfitti?

Trionfo per la Meloni, che ha moltiplicato per sei il risultato del 2018. Batosta soprattutto per Salvini, precipitato dal 34% delle Europee (2019) al 9% di adesso. Brutto risultato anche per il Pd, sotto al 20%. Berlusconi tiene. Il M5s ha dimezzato i voti del 2018, ma il risultato è in realtà assai soddisfacente: all’inizio della campagna, per i grillini si prevedeva quasi una dissoluzione, adesso sono il terzo partito. Calenda/Renzi hanno messo insieme un 8%, che non li soddisfa.

Conseguenze

Letta si è dimesso. Resterà a fare il segretario del Pd fino a marzo, giusto per traghettarlo fino al congresso. Salvini ha l’aria di non voler smobilitare: attribuisce la sconfitta alla partecipazione della Lega al governo Draghi. «Giorgia ha preso tutti quei voti perché è rimasta all’opposizione». I capi leghisti non hanno l’aria di condividere questa analisi sbrigativa. Zaia, il governatore del Veneto, dopo aver sentito le parole del segretario, ha rilasciato una dichiarazione molto dura: «Risultato assolutamente deludente, non possiamo spiegarlo con giustificazioni semplici». L’analisi del voto sul territorio mostra che Zaia ha piuttosto ragione: la Lega in Veneto è stata doppiata da Fratelli d’Italia (16% e 32,7%), e in Friuli Venezia Giulia il divario si è addirittura triplicato (10,9% e 32,3%). Salvini aveva tentato di trasformare la vecchia Lega Nord in una Lega nazionale. Ma al Sud il partito non ha preso niente, il vero dominatore del Meridione è il Movimento 5 stelle. Talmente dominatore che Conte, in una delle dichiarazioni post-voto, s’è sentito in obbligo di affermare: «Non siamo solo il partito del Mezzogiorno».

Come si spiega il successo grillino al Sud?

Non so se sia il caso di adoperare ancora il termine “grillini” per definire i simpatizzanti di quel movimento. Beppe Grillo è un altro sconfitto del 25 settembre: s’era seduto sulla riva del fiume in attesa del cadavere di Conte, s’è dovuto rassegnare alla perdita del partito. È suo solo se guardano le carte depositate dal notaio, ma non è più suo sul piano dei consensi. Conte ha vinto grazie a una spregiudicata difesa del reddito di cittadinanza e alla promessa di una linea fortemente assistenziale. C’è una parte di italiani che vuole essere mantenuta e dà voti a chi promette denaro. La Campania ha il numero più alto di beneficiari del sussidio e la maggiore incidenza sugli abitanti (lo prendono 11.246 ogni 100mila residenti).

I meridionali sono anche quelli che più massicciamente hanno disertato le urne: quasi la metà degli aventi diritto è rimasta a casa (i dati più bassi si sono registrati in Sicilia, Campania, e Calabria).

Gli italiani si sono astenuti parecchio un po’ dappertutto .

È stata l’elezione politica con l’affluenza più bassa del dopoguerra, il 64% degli aventi diritto, quasi dieci punti in meno rispetto al 2018. È un segnale di crisi della democrazia? Molti commentatori e uomini politici lo pensano. Certo, l’offerta dei partiti è scarsamente invitante. Il sistema non convince più nessuno, non è più capace di mobilitare. E del resto, per che cosa bisognerebbe entusiasmarsi? Quelli che a votare non ci pensano proprio sono i giovani.

Il Pd ha tentato la mobilitazione antifascista.

L’ha tentata e non è riuscita. Il dibattito sul cosiddetto “ritorno del fascismo” è abbastanza ridicolo. Non ci crede nessuno. Vedo un certo allarme anche nei giornali e nelle cancellerie straniere. Bah.

La von der Leyen ci ha minacciati.

La von der Leyen, in una dichiarazione resa alla vigilia, ha fatto capire che l’Unione europea aveva gli strumenti per rimettere in riga gli italiani, qualora gli italiani non avessero votato nel modo giusto. Parole quanto mai inopportune, che hanno però un fondamento: il debito italiano prossimo ai duemila miliardi e che noi sappiamo sostenere solo con altro debito ci rende schiavi dei nostri creditori. Meloni, prudentissima dopo la vittoria nelle parole e nei gesti, pur avendo criticato la von der Leyen, ha tuttavia l’aria di averlo capito. Meloni è davvero un fatto nuovo, e non solo perché sarà la prima donna premier nella storia del Paese.

Ma avrà veramente l’incarico?

E come potrebbe non averlo? Le speranze di Salvini-Berlusconi, di avere insieme più voti di Fratelli d’Italia, si sono rivelate un’illusione. Sento dire che un Berlusconi ringalluzzito chiederà la luna, quattro ministeri e/o la presidenza del Senato. Se sarà così, credo che non andrà molto lontano. Capiremo di più sull’aria che tira tra i cosiddetti alleati di centro-destra il 13 ottobre, quando ci sarà da eleggere i presidenti di Camera e Senato. Il 16 bisognerà poi spedire la legge finanziaria a Bruxelles, un compito che spetterà ancora a Draghi. Draghi e la Meloni stanno lavorando insieme al testo, il passaggio di consegne avverrà in modo armonioso. Le Borse percepiscono che il voto italiano è molto meno tragico di quello che vogliono far credere gli oppositori, e registrano finora una crescita prudente.

Che succederà nel Pd?

Lotta senza quartiere tra le correnti che infestano il partito e lo vivono come un comitato d’affari. Rifondazione molto complicata. Per ora il dibattito, e le critiche a Letta, vertono sul rapporto con i cinquestelle. Ma, poiché i due partiti staranno entrambi all’opposizione, non sarà difficile andar d’accordo.

Trombati eccellenti?

Soprattutto Luigino Di Maio, battuto a Napoli proprio da un candidato contiano. Restano fuori anche la Bonino, Sgarbi e molto probabilmente Bossi. Tra le new entry, da segnalare l’ingresso al Senato del padrone della Lazio Claudio Lotito e quello, alla Camera, di Rita Dalla Chiesa.

 

Sicilia

Si è votato anche per il rinnovo dell’assemblea regionale siciliana. Il governatore sarà Renato Schifani, candidato dal centro-destra. Poca gloria per i candidati del Pd (Caterina Chinnici) e del M5s (Nuccio Di Paola): i due partiti hanno rotto la loro alleanza poco prima del voto e i loro candidati si sono piazzati terzo e quarto. Buon risultato dell’ex sindaco di Messina Cateno De Luca, giunto secondo. Affluenza di poco più alta di quella del 2017: si sono presentati alle urne il 48,62% degli aventi diritto (nel 2017, il 46,75%).

 

Putin

Putin sta facendo votare gli ucraini del Donetsk, del Lugansk, di Cherson e di Zaporižžja: dovranno rispondere sì o no al referendum che chiede loro se vogliono diventare russi. Risponderanno per forza di sì, dato che votano, in pratica, sotto la minaccia delle armi. Lo scopo del referendum è di poter chiamare la controffensiva ucraina in quelle quattro regioni – controffensiva che si sta rivelando vincente – “attacco alla madrepatria russa” e di trasformare, nella narrazione a uso interno e internazionale, la cosiddetta “operazione speciale” in una guerra in difesa del proprio territorio. Questo consentirebbe a Putin, trasformato grazie a questo trucco da aggressore a aggredito, di ricorrere ad ogni tipo di arma, incluse le bombe atomiche, e di mandare al fronte trecentomila riservisti, che sono già stati richiamati. Per spedire i trecentomila in faccia al nemico ci vorranno però almeno quattro mesi, e costi colossali. Molti russi, per salvare la pelle, stanno scappando dal Paese e intasano strade e aeroporti. Un biglietto da Mosca a Istanbul, che prima della chiamata alle armi di Putin costava 350 dollari, si comprava subito dopo la chiamata a non meno di 2.715 dollari.

 

Iran

In Iran esiste la cosiddetta “polizia morale” e questa polizia morale ha arrestato una giovane donna di 22 anni, Masha Amin, i cui capelli spuntavano troppo dal velo. Dopo l’arresto l’hanno anche picchiata e fatta morire per le percosse dopo tre giorni di coma. L’episodio sta suscitando un’ondata di proteste in tutto il Paese. Il regime ha reagito ammazzando una sessantina di manifestanti. Le autorità dicono che Masha è morta per un infarto, ma non hanno permesso ai genitori di vederne il corpo.

 

Numeri

50.000

Gli euro pagati da qualche appassionato per assistere all’ultimo match di Federer, in coppia con Nadal, alla Laver Cup di Londra.

 

Malati

Jean-Paul Boetius, 28 anni, esterno olandese dell’Hertha Berlino, cancro ai testicoli (quarto caso in pochi mesi).

 

Morti

Yusuf al-Qaradawi, 96 anni, ideologo egiziano dei Fratelli musulmani • Lydia Alfonsi, 96, attrice • Gigliola Fantoni, 92, vedova di Ettore Scola • Louise Fletcher, 88, attrice americana • Federica Liverani, 46, moglie dell’allenatore di calcio Fabio Liverani (tumore) • Hilary Mastel, 70, scrittrice inglese di fantasy • Virginio Rognoni, 98, ex ministro dc • Gianfranco Spadaccia, 87, ex parlamentare radicale • Manuel Achille Vallicella, 32, tronista di Uomini e donne (suicidio).

 

Frase

«La solitudine in due

è peggio di quella da solo»

Francesco Salvi