il Giornale, 6 agosto 2024
Usate la testa, non l’uccello.
Il ponte sullo Stretto, ormai si è capito, è molto più divisivo di quanto potrebbe unire. Il continente che collegherebbe alla Sicilia è minuscolo rispetto al partito che porta avanti le ragioni del No. Ragioni ingegneristiche, economiche, strutturali, geologiche. Ma soprattutto politiche. Il «No», in Italia, raramente è al cosa si propone; ma al chi. Parentesi: quando fu Berlusconi a prospettare il ponte dissero che cambiava le rotte migratorie dei delfini...
Adesso si è fatto sentire anche il WWF. L’associazione ambientalista, benemerita sia chiaro, ha mandato una lettera a tutti i senatori (che dovranno discutere il DL Infrastrutture già passato alla Camera) in cui si denuncia che il Ponte con le sue strutture, i cavi e gli impalcati occuperà uno spazio aereo di 70mila mq, cioè un’enorme barriera sulla rotta degli uccelli che volano sullo Stretto. Che, capirete, è un bel problema.
Al rischio di tangenti, sprechi, difetti strutturali e disastri ambientali si somma ora il triste destino del Falco Grillaio, il Falco subbuteo e l’Albanella pallida.
Non c’entra nulla, ma perché non sentiamo mai gli ambientalisti protestare con la stessa foga contro l’impatto dell’eolico sull’avifauna?
Conclusione. Ci sono mille ragioni per dire «No» al ponte. Per favore: usiamone una sola, quella più convincente. Diciamo che Matteo Salvini ci fa schifo, suda, è fascista, è grasso e mangia solo la polenta.
Usate la testa, non l’uccello.