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 2024  agosto 07 Mercoledì calendario

Caccia ai soldi del broker che truffò i vip. Bochicchio, riaperta l’inchiesta. Spariti i fondi dell’allenatore Conte e di El Shaarawy

Non può essere chiuso il caso Bochicchio, il broker dei vip che ha truffato allenatori e calciatori famosi, poi morto due anni fa in sella alla sua Bmw, inseguito da oltre 400 milioni di debiti. Contro il parere del pm, il gip ha disposto nuove indagini per chiarire il ruolo della moglie Arianna e dello storico socio di Bochicchio, Zampa. Si cercano i soldi truffati.
roma Il caso Bochicchio non è chiuso. Non potrà esserlo finché non verranno meglio chiariti, con nuove indagini disposte dalla gip Daniela Caramico D’Auria, due aspetti della vicenda del broker dei vip, che il pm Alessandro Di Taranto aveva invece chiesto di archiviare. Il primo riguarda la presunta inconsapevolezza da parte di sua moglie Arianna Iacomelli delle manovre del 56enne morto due anni fa in un incidente in moto con oltre 400 milioni di debiti. Il secondo coinvolge il suo storico socio in affari, Sebastiano Zampa, che avrebbe partecipato con una triangolazione di bonifici e società, alla truffa degli investimenti mai restituiti alla lunga lista di calciatori, attori, diplomatici, imprenditori. Ad uscire definitivamente dall’inchiesta è così il solo fratello di Massimo Bochicchio, Tommaso, indagato per delle operazioni finanziarie estranee all’attività del broker e sul quale, si legge nell’ordinanza del giudice «non sono emersi elementi per ritenere che fosse consapevole delle attività illecite».
Iacomelli, che si è sempre detta vittima dei guai giudiziari del marito, rischiando di finire lei stessa sul lastrico, è accusata di riciclaggio per due bonifici di 520 mila e 80 mila euro rispettivamente, ricevuti dal marito nel 2020, oltre che per la vendita di alcune opere d’arte e immobili di pregio sottratti così, nell’ipotesi da approfondire, ai creditori. Entrambi i bonifici coincidono dal punto di vista temporale con «il periodo in cui a Bochicchio si palesava la propria insolvenza e nella consapevolezza del broker delle difficoltà di restituire i capitali investiti a chi ne faceva richiesta». Poco dopo i giudici inglesi ne avrebbero infatti congelato il patrimonio. Ebbene, secondo il gip, «sorgono seri dubbi sulla veridicità delle causali dei versamenti», come già sottolineato in un’altra fase delle indagini dal tribunale del Riesame di Milano. Su un piano diverso, il giudice invita a valorizzare assieme alle intercettazioni in cui la moglie del broker si sfoga con delle amiche («è la vita di mio marito, il lavoro suo, io che c.... c’entro? Non devo chiedere scusa a nessuno, mi sto facendo un c... così per andare avanti») anche quelle in cui discute con lui del disastro imminente: «In questa situazione sei sicuro che non vado nei casini? Abbiamo delle cose cointestate». Il gip dispone di approfondire alcune movimentazioni bancarie tra i coniugi, il reale importo ricavato dalle vendite e se addirittura queste siano davvero mai avvenute e se i fondi delle società Kidman e Tiber siano stati usati invece per spese personali della coppia.
E sono le opposizioni all’archiviazione di altri nomi noti dello sport e non solo, rappresentati dagli avvocati Cesare Placanica e Maurizio Marullo, a chiamare in causa direttamente Zampa, il quale tutt’altro che all’oscuro delle trame di Bochicchio, ne sarebbe stato pienamente complice. Non solo contattando i potenziali investitori in prima persona, ma poi ricevendo dai conti del socio oltre 500mila euro nel solo 2017 e assieme a lui altre «ingenti somme» dalla Kidman «con causali del tutto generiche». Per approfondire la natura finanziaria di questi flussi di denaro, il gip dispone di ascoltare come testimoni il libanese Assaf Samir, all’epoca Ceo di Hsbc, e Marzio Perrelli, oggi vicepresidente di Sky Italia e allora Ceo della sede italiana del colosso bancario.