15 agosto 2022
Oggi 386 - Settimana 10-16 agosto 2022
Salman Rushdie
Che cosa ci insegna l’attentato allo scrittore Salman Rushdie?
Che il terrorismo è come la pandemia. Non ce ne libereremo mai.
Gli americani, pochi giorni fa, erano riusciti ad ammazzare con un drone un grande capo terrorista.
Sì, al Zawahiri, uno secondo me più importante di Osama e di al Baghdadi: il terrorista più antico della storia, egiziano, fondatore di al Qaeda, l’uomo che durante la guerra dei russi in Afghanistan aveva educato Osama bin Laden. È addirittura possibile che l’attentato a Rushdie sia una risposta all’assassinio di al Zawahiri. Dopo la sua morte, Biden aveva detto: «Giustizia è fatta». Certo, l’uomo che ha accoltellato Rushdie non sembra il solito folle che agisce da solo spinto da un’esaltazione mistica.
Perché?
Salman Rushdie doveva parlare a Chautauqua, un centro dello stato di New York che sta a un centinaio di chilometri da Buffalo. Il killer è arrivato in città in pullman il giorno primo. Per entrare nella sala dove si teneva la conferenza ha mostrato un documento falso, una patente intestata a Hassan Mughniya, nome che rimanda a un Imad Moghniyé comandante militare degli hezbollah libanesi, ucciso nel 2008 a Damasco. Il killer è un americano del New Jersey di origine libanese. Si chiama Hadi Matar, ha 24 anni e da quello che si capisce studiando il suo computer è un musulmano fanatico, che tiene sullo schermo l’icona del generale iraniano Qassem Suleimani, anche lui ucciso da un drone americano due anni e mezzo fa. La procedura, secondo gli inquirenti, è tipica del terrorismo libanese: contattare qualcuno del posto e dargli l’incarico di agire. Fornirgli documenti falsi e pagarlo. L’hanno fatto almeno otto volte. Su Salman Rushdie pende una taglia di tre milioni e duecentomila dollari. L’uomo che avrebbe dovuto uccidere l’ex consigliere di Trump John Bolton è stato anche lui contattato negli Stati Uniti da un pasdaran iraniano che si chiama Shahram Poursafi e che era pronto a pagare 250 mila dollari. Solo che il tizio, rimasto naturalmente anonimo, ha preferito denunciare tutto all’Fbi.
I tre milioni e duecentomila dollari su Salman Rushdie sono per via della fatwa.
Sì, la fatwa, la condanna a morte pronunciata dall’ayatollah Khomeini nel 1989 dopo l’uscita del romanzo I versetti satanici, giudicato blasfemo a Teheran. La fatwa è una condanna eterna: solo chi l’ha pronunciata può ritirarla. E Khomeini è morto. Sembrava che gli iraniani si fossero placati e Rushdie girava ormai da un pezzo senza scorta.
Come sta?
Non bene. Matar, protetto da una mascherina nera, è balzato sul palco come una furia e l’ha colpito con dieci coltellate. Tre volte sul lato destro della parte anteriore del collo, quattro allo stomaco, una all’occhio destro, una al petto, una sulla coscia destra. L’hanno staccato dal respiratore, ma l’occhio destro è a rischio.
Politica
Sono in tutto 101 i contrassegni depositati al Viminale per concorrere alle elezioni politiche in programma il 25 settembre. Nel 2018 furono 103, di cui ammessi 75. Il primo simbolo affisso in bacheca è quello della lista “Peretti-Italia dei diritti”. Il secondo è quello dell’ex sindaco di Napoli Luigi De Magistris: si chiama “Unione popolare con De Magistris. Affisso al Viminale anche un secondo simbolo di de Magistris, “Up con De Magistris”, che contiene i loghi di Dema, Manifesta, Rifondazione Comunista e Potere al Popolo. Polemiche infine per “Italia con Draghi – Rinascimento”: probabilmente non potrà correre perché Mario Draghi, del tutto ignaro, non ha autorizzato l’uso del suo nome.
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Altre polemiche per via di Berlusconi, che ha rilanciato l’idea di una riforma in senso presidenzialista (l’uomo del Quirinale andrebbe eletto direttamente dal popolo), aggiungendo che, se passasse, Mattarella dovrebbe dimettersi. Se n’è dedotto che il Cav ha ancora nel cuore il desiderio di diventare presidente della Repubblica e si sbarazzersi quindi il prima possibile dell’attuale capo dello Stato. Berlusconi s’è infuriato, la Meloni ha poi precisato che, anche se la riforma andasse in porto, il popolo sarebbe chiamato alle urne solo quando l’attuale presidente avesse esaurito il suo mandato.
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Umberto Bossi, 80 anni, molto malato, in questa legislatura al Senato non s’è mai visto. La Lega tuttavia starebbe pensando di candidarlo anche stavolta, però alla Camera.
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Renato Brunetta, 72 anni, ha ribadito che non si candiderà.
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Il tribunale discute se Gina Lollobrigida, 95 anni, sia ancora capace di intendere e di volere: lei, per tutta risposta, vuole essere eletta senatrice nel collegio uninominale di Latina per la lista “Italia sovrana e popolare”, sostenuta da Partito comunista, Patria socialista, Azione civile, Ancora Italia e Riconquistare l’Italia.
Famosi
La crisi Totti-Ilary non sarebbe stata determinata dalla storia di lui con Noemi Bocchi, ma dalla storia di lei col suo personal trainer Cristiano Iovino.
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Stash e Giulia Belmonte chiameranno la loro figlia Imagine Fioridispino. Proteste del web.
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Penelope Cruz, a Modena per girare uno spot, ha d’un tratto fatto sapere d’aver voglia di tortellini.
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Numero
400 milioni.
I soldi versati ai comuni italiani
dagli automobilisti multati dagli autovelox.
Malati
Letizia Paternoster, 23 anni, campionessa di ciclismo, caduta a 50 all’ora durante una gara agli europei di Monaco • Salman Rushdie, 75, scrittore iraniano (vedi conversazione iniziale).
Morti
Piero Angela, 94, giornalista • Rossana Di Lorenzo, 84, attrice (era la moglie del fruttarolo Alberto Sordi, costretto dai figli a una vacanza intelligente, nel film Le coppie) • Mario Fiorentini, 103, partigiano • Claudio Garella, 67, ex portiere di calcio • Anne Heche, 53, attrice americana (incidente d’auto) • Issey Miyake, 84, designer giapponese • Jean-Jacques Sempé, 89, illustratore (ha disegnato, con Goscinny, il petit Nicolas)
Frase
«Ma ci si potrà fidare, poi, di questo Kamasutra?»
Piero Angela