Corriere della Sera, 6 agosto 2024
«Dougie», il secondo marito ora fa i conti con i riflettori. Sarà un ostacolo per Kamala?
Philadelphia Doug Emhoff, l’avvocato ebreo cinquantanovenne sposato dieci anni fa da Kamala Harris quando era già padre di due figli ventenni, è un asset oppure un ostacolo alla sua candidatura? La risposta dipende dai siti seguiti nelle bolle informative parallele di queste elezioni americane. Nei panni di Second Gentleman, cioè marito della vicepresidente, Emhoff ha spesso fatto campagna contro l’antisemitismo e a favore dei diritti riproduttivi delle donne (per esempio con il gruppo Men4Choice, sostenendo che gli uomini devono appoggiare le donne per difendere il diritto all’aborto). Da quando Biden si è ritirato dalla corsa e sua moglie è la candidata alla Casa Bianca, si è lanciato ancor di più nella campagna elettorale, archiviando lo slogan di Michelle Obama («Quando loro si abbassano noi voliamo alti») per attaccare direttamente Trump e il suo vice J. D. Vance e rivelandosi molto abile nella raccolta di fondi. Lo scorso weekend, a Fire Island Pines, paradiso vacanziero della comunità gay newyorkese, ha raccolto 325 mila dollari, più di Cher per Hillary Clinton nel 2016. Ad affiancarlo, Chasten Buttigieg, il marito di Pete, il ministro dei Trasporti. La musica: «la tipica colonna sonora dei matrimoni gay» (Miley Cyrus, RuPaul Sylvester), scrive il New York Magazine.
Il pubblico: coppie gay del mondo dell’architettura, degli studi legali e delle società di consulenza, che sognavano di vedere Doug e Chasten insieme a decorare l’albero di Natale alla Casa Bianca (Pete Buttigieg è stato considerato tra i possibili vice di Kamala), pur sapendo che era impossibile. «Dougie» (così lo chiama affettuosamente Kamala) ha raccontato una storia «risaputa» ma «con tempismo comico», continua la rivista: era in palestra a Los Angeles con i suoi migliori amici gay e lontano dal cellulare, quando Kamala cercava di chiamarlo per dirgli che Biden l’aveva scelta come vice; alla fine lo scoprì dai notiziari.
Laura Loomer, attivista di estrema destra sostenitrice di Trump, crede invece che Doug si rivelerà un «grosso problema» per la moglie. Loomer, che ha un milione e 200 mila followers su X ma è stata definita una bugiarda dalla (a sua volta controversa) deputata trumpiana Marjorie Taylor Greene, aveva anticipato il 31 luglio sui social la rivelazione, poi pubblicata dal Daily Mail, che Emhoff ebbe una relazione nel 2009 con la «maestra delle elementari e babysitter dei suoi figli», quando era ancora sposato con la prima moglie Kerstin. Dopo l’articolo, il Second Gentleman ha ammesso che «durante il mio primo matrimonio, io e Kerstin attraversammo un periodo difficile per causa mia. Me ne sono assunto la responsabilità, abbiamo lavorato come famiglia per uscirne rafforzati».
Kerstin, produttrice cinematografica 57enne, lo ha difeso: il matrimonio finì «per una varietà di ragioni»: «È un ottimo padre, è un buon amico e sono orgogliosa della famiglia mista che abbiamo creato Doug, Kamala e io». Anche Biden, secondo fonti della Casa Bianca, sapeva di quella relazione, ma non ostacolò la scelta di Harris come vice. Il Daily Mail aggiunge però che la maestra rimase incinta e non avrebbe portato a termine la gravidanza. Secondo fonti della Cbs la donna ebbe un aborto spontaneo. Ma sui social sono partite nuove accuse: «Se Emhoff ha fatto sesso con la babysitter e poi l’ha spinta ad abortire, questo pone l’appoggio di Harris ai diritti riproduttivi in una luce ben diversa». Ora Loomer promette di dare la caccia ad altre relazioni extraconiugali di Emhoff.