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 2024  agosto 07 Mercoledì calendario

L’ambulanza dei libri

FIRENZE – Quando ha incontrato per la prima volta Camillo, è stato amore a prima vista. Se ne stava da solo, in un campo, abbandonato a un brutto destino dal quale chiedeva di essere salvato. Elena Molini, libraia e scrittrice, ligure di nascita ma fiorentina d’adozione, non ci ha pensato troppo: Camillo è mio. E così è stato, con la complicità del suo compagno, che l’ha preso in cura. No, nessun ménage à trois. Perché Camillo è il nome dato da Elena a un furgoncino Volkswagen T2, modello che evoca avventure on the road nel mondo fricchettone degli anni Settanta, e che a fine estate riempirà di libri portandoli dove non esistono biblioteche e l’unica bottega i romanzi non li vende di certo. E ci sarà una psicologa a bordo, che consiglierà romanzi o saggi per curare le inquietudini di chi gliele vorrà confessare. Tipo? «Gli iper personaggi del Conte di Montecristo di Dumas per incentivare l’autostima oppure Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen per lenire le pene d’amore» risponde Molini. Per tanto tempo Camillo ha dormito un profondo letargo in vari garage nelle case di amici. Poi, racconta ancora la scrittrice e imprenditrice, «mentre stavo pensando al mio terzo libro, Camillo iniziava un lento e faticoso risveglio dal meccanico, che ha ridato vita a un motore vintage con pezzi di ricambio introvabili». E allora ecco l’idea: fare riprendere vita al furgone prima nel nuovo romanzo di Molini La bottega delle piccole occasioni, uscito neanche due mesi fa per Mondadori, dove è Blu – la protagonista delle storie raccontate dall’autrice e suo alter ego – a inventarsi una libreria su quattro ruote. Ora tocca alla realtà. Camillo tornerà a gustare la polvere delle strade, e sarà di nuovo uno scambio tra fiction e vita vera: «Nel mio esordio La piccola farmacia letteraria, uscito nel 2020, Bianca ripercorreva un progetto a cui ho dato il via un anno prima a Firenze. Una libreria che si chiama come il titolo del libro – racconta Elena – con una particolarità: una psicologa che ti ascolta con pazienza e poi ti prescrive un volume dagli effetti si presume benefici». Invece ne La piccola bottega delle occasioni, è Blu ad anticipare Elena. Che, a fine settembre, quando il motore di Camillo sarà tornato a ruggire e il caldo avrà concesso una tregua (a bordo non c’è aria condizionata), caricherà il furgone di volumi «e, a margine degli incontri di presentazione del mio nuovo romanzo nelle librerie, alla guida di Camillo, mi spingerò in piccoli paesi accompagnata dall’irrinunciabile terapeuta. Perché incentivare la lettura propagandandola solo come hobby che arricchisce l’intelletto non può essere più l’unica strada da seguire – prosegue Molini –. La gente ha un’idea di tempo libero come momento da coltivare senza fatica con serie tivù o scrollando i social. Invece bisogna diffondere il concetto di lettura come cura. Anche dalle distrazioni che ci vengono offerte ogni giorno».
Non è la prima volta che i libri vanno là dove nessuno legge. Nei primi anni Duemila, lo scrittore Filippo Nicosia ha percorso la Sicilia a 20 chilometri all’ora con una biblioteca circolante contro l’analfabetismo annidato negli angoli più dimenticati. Ora la Piccola farmacia letteraria mette le ruote e diventa Pronto soccorso letterario, come recita la scritta che Elena vorrebbe appiccicare sulle fiancate di Camillo: «Da anni mi chiedono di esportare fuori Firenze il format del negozio, con i libri divisi per stati d’animo – autostima, cambiamento, ansia – e un esperto che consiglia le letture a seconda delle motivazioni interiori del cliente. Ma significherebbe snaturare l’unicità del progetto. Persino una multinazionale del settore farmaceutico mi aveva offerto di aprire un corner nei loro negozi, ma io ho rifiutato perché mi sembrava un’esperienza sovradimensionante». Forse è eccessivo scomodare la biblioterapia, disciplina teorizzata nei primi anni del Novecento, ma già dal 300 a.C. esistevano testi in cui si associava la lettura al sollievo interiore (tesi avvalorata persino da Aristotele), e che ha visto ad esempio la diffusione di biblioteche negli ospedali, con effetti evidenti. Però l’idea di Molini piace molto, visti i follower sui social. «Con un’avvertenza: non tutti i farmaci funzionano, non tutte le terapie fanno guarire».
E il leit motiv tra Elena Molini scrittrice e Elena Molini libraia somiglia molto a una vocazione etica: «La stessa idea di raccontare una storia in un romanzo e poi sperimentarla nella realtà nasce dal desiderio di dimostrare a chi legge che certi progetti si possono realizzare. Se vuoi fare qualcosa anche tu, provaci come ho fatto io quando mi sono inventata la Piccola Farmacia Letteraria. Ero piena di dubbi, e invece il negozio è ancora in piedi. Desideri e realtà sono due cose differenti – prosegue Molini – ma a me piacerebbe dimostrare che a volte quello che desideriamo arriva dopo infiniti fallimenti. Nella vita, anche quanto sembra che tutto vada bene, si aprono crepe d’insoddisfazione, e ti chiedi: ma è davvero tutto qua? Io ad esempio proprio non riuscivo a scrivere il mio terzo romanzo, e la scintilla è scoccata quando ho individuato un progetto che mi desse nuovi stimoli. Mi piacerebbe che il Pronto Soccorso Letterario fosse d’ispirazione ad altri».
Intanto Elena ha reso vera un’altra idea che Blu realizza nel romanzo: una libreria nel verde intorno a Castelnuovo Magra, in Lunigiana, dove Monini è nata. “La piccola farmacia letteraria in campagna” è ospitata da un casale che produce vino, Ca’ Lunae, non lontano dal casello autostradale di Carrara. «Mi sarebbe piaciuto che qualcuno avesse provato prima al posto mio una farmacia dove non ci sono medicine ma libri, che mi avesse detto daje che ce la puoi fare, o lascia perdere che non ne vale la pena – conclude Molini —. A questo giro vado avanti io, ve lo dico io se si può fare, se si può vivere con un’attività del genere».