la Repubblica, 7 agosto 2024
La premier si confessa a “Chi” e tenta la tregua coi Berlusconi
ROMA – Affida le sue confessioni a Chi. Appaiono come un flusso di coscienza che spazia dalla separazione con Andrea Giambruno alle riforme, anche se in realtà Giorgia Meloni non lascia nessuna parola al caso. E non è un caso che la lunga intervista sia stata consegnata in esclusiva al settimanale del gruppo Mondadori di cui Marina Berlusconi è presidentessa: prima delle vacanze estive manda segnali di pace ai figli maggiori del Cavaliere, azionisti inquieti del governo.
Proprio la figlia del fondatore di Forza Italia aveva bacchettato la premier e Fratelli d’Italia per le posizioni assunte sui diritti civili, spingendosi a dire che si sente più vicina alle scelte della sinistra moderata che a quelle dell’esecutivo. Meloni, nelle pagine del magazine di gossip inuscita oggi, fa un’operazione di ricucitura. Con le sue parole prova a sciogliere quel ghiaccio che, nelle scorse settimane, ha irrigidito i rapporti con gli eredi di Berlusconi, che sono peraltro i maggiori finanziatori economici di Forza Italia. «Sono settimane che si cerca di raccontare una sostanziale insofferenza di Marina e Pier Silvio verso il governo – dice la premier – ma non è la realtà che vivo io. Ho rapporti con entrambi, stimo entrambi, e non li considero persone ostili». Poi il cambio di registro quando addita un’opposizione «che oggi li lusinga per usarli contro di noi, per poi eventualmente usare qualcun altro contro di loro». Tutto già visto, «metodi che conosciamo bene perché – e qui arriva anche l’omaggio che fa leva sui sentimenti – usati contro Silvio».
La bonaccia viene cercata quando ormai l’idea della tassa sugli extraprofitti, non amata dagli azzurri e bloccata in passato dalla stessa famiglia Berlusconi, è tramontata. Meloni vuole sminare il campo, almeno con Forza Italia, essendo costretta ogni giorno ad avere a che fare con le bordate che arrivano invece dall’altro alleato, Matteo Salvini. Quindi tra riunioni e Consiglio dei ministri, occasione forse per fare un punto con gli alleati, Meloni si prepara alla partenza raccontandosi al settimanale berlusconiano e tracciando un bilancio di questo primo anno da single. È attesa in Puglia, dove andrà con un gruppo di amici con figli e con l’ex Giambruno, con cui, assicura, il rapporto è rimasto «buono» anche se «la separazione è definitiva». La famiglia riunita è una scelta «per Ginevra». E anche perché «siamo ancora amici e ci vogliamo bene, è il padre migliore che potessi desiderare per mia figlia».
Più duro il giudizio politico. Il governo ha messo in campo «riforme attese da decenni», dal premierato all’Autonomia differenziata, ma «le forze che vogliono conservare i loro privilegi» si sono scatenate contro. Il leitmotiv è sempre un po’ quello del vittimismo. «La sinistra ci accusa di qualsiasi cosa: strage di Bologna, naufragio di Cutro, femminicidi. Una barzelletta» da parte di chi, affonda Meloni, «non ha ancora superato lo shock di vedere» la prima presidente donna «di destra». Non solo. La premier cita presunte critiche per aver portato Ginevra nella missione in Cina: «Avrei dovuto lasciare mia figlia a casa, magari a casa di amici? L’incarico è compatibile con la maternità». Non vi è traccia di attacchi, ma dirlo fa parte della narrazione targata Meloni, che sul fronte dei diritti vuol dimostrare ai Berlusconi di non essere indietro. E aggiunge che a sinistra «le donne hanno spesso pensato che un ruolo ricoperto da loro dovesse essere una concessione maschile». La storia recente dice altro: la segretaria Pd Elly Schlein ha sfidato alle primarie Stefano Bonaccini e ha vinto. Ma suChi il messaggio agostano della premier vuole essere sprezzante con chi la critica e conciliante con gli alleati.