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 2024  agosto 07 Mercoledì calendario

Il vice di Kamala Harris sarà Tim Walz

NEW YORK – «Essere stato scelto da Kamala Harris è l’onore della mia vita. La sua è la politica del possibile e io sono pronto a dare tutto. Uniti, vinceremo». Quando alle cinque e mezza del pomeriggio di ieri il governatore del Minnesota Tim Walz sale sul palco della Temple University di Philadelphia al fianco della candidata dem in corsa per la Casa Bianca, come suo numero due, l’emozione è palpabile: «Mi sento come al primo giorno di scuola». Lei lo esalta chiamandolo «guerriero di grandi valori» e «uomo con il sorriso». Con loro c’è anche Josh Shapiro, padrone di casa in quanto governatore della Pennsylvania, grande favorito della prima ora messo da parte perché sgradito alla sinistra dell’asinello per le posizioni su Israele. Eccolo lì a far squadra affermando: «Tim è eccezionalmente forte». Insieme, a mostrare che il partito è unito, a dispetto di discussioni interne e pressioni lobbistiche delle ultime ore che hanno finito per pesare sulla scelta del running mate. Mentre già si sussurra che la spinta finale sul nome di Walz sia arrivata dalla solita Nancy Pelosi, l’ancor potentissima ex Speaker della Camera.
L’asinello ora ricomincia dal Midwest, quella “rust belt”,cintura della ruggine d’America, un tempo cuore industriale del Paese poi impoveritasi col declino della siderurgia. Gli stati snobbati da Hillary Clinton nel 2016 – convinta di non doversi guadagnare il voto operaio – tanto da determinarne la sconfitta. Gli ultimi sondaggi danno Trump e Harris testa a testa. E dunque sono decisivi per vincere e si conquistano per una manciata di voti. Nel 2020 Biden si aggiudicò la Pennsylvania con 80 mila preferenze di vantaggio. E in Wisconsin il divario fu ancora minore, 20 mila appena. Ecco perché il nuovo tandem dem fa il suo esordio a Philadelphia, dove il 4 luglio 1776 venne firmata la Dichiarazione d’Indipendenza, città oggi impoverita e violenta. La coppia Harris-Walz ha già un’agenda fittissima che inizia con una settimana di comizi insieme, appunto fra Midwest e stati incerti del Sud: mercoledì in Wisconsin e Michigan, giovedì in North Carolina e Georgia, venerdì in Arizona e sabato in Nevada. Tutti stati essenziali da conquistare. Poi si divideranno, raddoppiando le apparizioni pubbliche e le raccolte di fondi.
«Walz è voce potente per i lavoratori e la classe media. Harris ha preso un’ottima decisione», commenta per primo Joe Biden, con cui Harris si era d’altronde confrontata al telefono alle prime luci dell’alba, ricevendo l’approvazione: «Conosco Tim da 20 anni è forte ed efficace. Insieme saranno difensori delle libertà e della democrazia». E in effetti, proprio l’essere stato per 12 anni unico rappresentate al Congresso di un distretto prevalentemente repubblicano, rurale ed agricolo nel suo Minnesota – stato che dal 1936 vota tendenzialmente dem – dimostra quanto la sua forza stia proprio nella capacità di dialogare e conquistare gli elettori dell’America più remota. Forte anche della sua retorica semplice e concisa, sempre dritta al punto con gran senso comune. Ad approvare la scelta e a dare l’ennesima spinta unitaria al partito, c’è tutto l’establishment. «Sono felice di vedere Tim nel ticket democratico», esulta via social Hillary Clinton: «Sarà un collega eccezionale per la nostra prima donna presidente. Vinceremo!». E a benedire la nuova coppia, ci pensano pure Barack e Michelle Obama, con una lunga nota: «Quando un candidato alla presidenza sceglie un compagno di corsa suggerisce che tipo di presidente sarà. Walz ha la capacità di prendere decisioni difficili e il carattere per credere che ogni voce conta e che tutti meritano pari opportunità. Ha i valori e l’integrità per renderci orgogliosi».
Donald Trump manco a dirlo, invece già lo bolla come «radicale di sinistra», e la sua campagna, via mail,ha già fatto partire gli attacchi definendolo come colui che «vuol aprire i confini, levare fondi alla polizia, confiscare le armi». Vance, invece, si limita a dire di avergli «mandato un vocale di congratulazioni» in attesa di «una conversazione più intensa. Magari mi richiamerà». Lo scontro fra le due anime d’America è iniziato.