la Repubblica, 6 agosto 2024
Le spie dormienti di Putin
LONDRA – «Buenas noches». Nel video trasmesso dalla televisione di Mosca, in cui Vladimir Putin accoglie le spie russe restituite al Cremlino nel grande scambio dei giorni scorsi con l’America, si sente distintamente il presidente salutare così, in spagnolo, due bambini di 12 e 9 anni che accompagnano i genitori al rientro in patria. Sono i figli di Artiom e Anna Dultsev, una coppia di agenti dell’Svr, l’ex Kgb sovietico, arrestata nel 2022 in Slovenia, dove vivevano sotto falsa identità impersonando due argentini, proprietari di una galleria d’arte digitale.Nella piccola nazione al confine con l’Italia, i due finti argentini non stavano facendo niente di illegale: erano “dormienti”, spie infiltrate in un Paese nemico con il solo compito di inserirsi nella società, conoscere gente, condurre una vita apparentemente normale, fino a quando ricevono una frase in codice che li “risveglia”, seguita dagli ordini di entrare in azione per compiere una missione clandestina. La finzione era recitata così intensamente, nel caso di Artiom e Anna, che i loro bambininon sapevano di essere russi e non avevano mai parlato la lingua dei genitori, i quali davanti a loro si esprimevano solo in spagnolo. Per questo, ricevendoli giovedì scorso con tutti gli onori all’aeroporto moscovita di Vnukovo, Putin si è rivolto ai bimbi in rudimentale spagnolo. Dai volti sorpresi della bambina 12enne, con in mano un mazzo di fiori, e del suo fratellino, si deduce che i due non capiscono dove sono e si sorprendono di sentire parlare da tutti gli altri attorno a loro una lingua sconosciuta: il russo. A parte il “buona notte”, o meglio “buona sera”, pronunciato dallo zar.Sembra un dettaglio inventato, da romanzo di spionaggio o da film:fa venire in mente “The Americans”, la serie televisiva ispirata dall’arresto nel 2010 negli Usa di una rete di agenti russi “dormienti”, tra cui Anna Chapman detta la Rossa, una giovane Mata Hari che aveva acquisito cittadinanza britannica sposando un inglese e poi era stata infiltrata in America. L’uso di agenti di questo tipo può apparire obsoleto ed eccentrico nell’era dello spionaggio digitale. Ma Putin, lui stesso ex-agente del Kgb, cresciuto negli anni della Guerra Fredda, quando strategie simili erano più diffuse, avrebbe personalmente deciso di puntare risorse anche su questi metodi: «Il capo del Cremlino è ossessionato dai dormienti, gli ricordano i vecchi tempi», dice Calder Walton, esperto di intelligence di Harvard, interpellato dalNew York Times.Maria Rosa Mayer Munos, il nome fittizio di Anna Dultseva sul passaporto argentino, e il marito, che si faceva chiamare Ludwig Gisch, vivevano con i figli a Crnuce, un sobborgo di Lubiana. Dopo l’arresto nel dicembre 2022, qualcuno ha ammesso di avere avuto dei sospetti che i due fossero degli imbroglioni, ma soltanto riguardo a truffe nel mondo dell’arte: «Mi pareva strano che una piccola galleria mi contattasse improvvisamente con la proposta di rappresentarmi», racconta Darja Stefancic, una pittrice locale. A scoprire che dietro la facciata c’era un’operazione di spionaggio manovrata da Mosca è stato il controspionaggio britannico: la coppia si recava spesso nel Regno Unito, ufficialmente per partecipare a fiere e mostre, e a un certo punto gli 007 di Sua Maestà hanno scoperto la vera identità dei due dormienti russi, avvertendo i colleghi sloveni, che li hanno arrestati, anche se non avevano ancora commesso alcun reato. Ma è questo lo scopo dei dormienti: avere agenti sul terreno in un Paese occidentale, insospettabili, pronti ad agire in caso di necessità. Agenti “illegali”, come vengono definiti nell’ambiente, per differenziarli dai “legali”, le spie in servizio presso le ambasciate.A Lubiana, i bambini dei due finti argentini frequentavano una costosa scuola privata britannica da 10 mila euro l’anno. Quando i genitori sono stati arrestati, sono stati affidati ai servizi sociali. I due bambini hanno continuato a parlare spagnolo, la lingua parlata dai genitori, e inglese, la lingua della scuola, fino al giorno in cui tutto è cambiato, sono stati ricongiunti con il papà e la mamma, caricati su un aereo e trasportati a Mosca. Dove un signore in giacca a cravatta li ha accolti sulla pista dell’aeroporto dicendogli “buenas noches”.Adesso, probabilmente, stanno imparando il russo. La lingua che parleranno per il resto delle loro vite. Un brusco risveglio, per i figli dei dormienti.