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 2021  dicembre 27 Lunedì calendario

Oggi 353 - Gas

Quanto ci costerà il cosiddetto “caro-bolletta”?

Facendo la media delle varie previsioni, sui 450-500 euro a famiglia in un anno. Previsioni da prendere con le molle. I prezzi del gas vanno su e giù che è un piacere.

Un piacere?

Un dolore. Non tanto per le famiglie (forse), quanto per le imprese. Una riunione drammatica che si è tenuta lunedì scorso a Torbole, in provincia di Brescia (è la più grande fonderia d’Italia), s’è chiusa con questa sentenza: se continua così, chiudiamo in due mesi.

Perché?

Dicono di produrre in perdita. E siccome la pandemia ha comunque rallentato, la ripresa è partita, cioè gli ordini si sono moltiplicati e la domanda di energia è cresciuta, fatto che ha contribuito all’aumento del prezzo.

Aumento di quanto?

Rispetto a un anno fa di dieci volte.

Addirittura.

I cinesi hanno passato l’estate a comprare “a qualunque prezzo”, convogliando su di sé le forniture e lasciando l’Europa a secco. L’Europa s’è svegliata adesso e infatti molte delle navi americane partite cariche di gas destinato all’Asia hanno cambiato rotta a metà strada e si stanno dirigendo verso il continente, che adesso offre di più. Questo ha provocato un calo di prezzo – sul mercato internazionale – anche del 30 per cento, che potrebbe però essere annullato in caso di offerte ancora maggiori provenienti dai paesi orientali. Ecco perché con le previsioni bisogna andarci piani. I numeri vanno su e giù.

Il governo che fa?

In finanziaria sono stati stanziati 3,8 miliardi, con i quali si spera di calmierare sia la bolletta delle famiglie che quella delle imprese. È probabile che non basteranno e che bisognerà mettere mano al portafoglio pubblico sia da parte del nostro governo sia da parte europea. La crisi è di tutto il continente, con l’esclusione della stravaganza tedesca: la Germania ha approfittato del gasdotto russo che passa sul suo territorio per vendere a sua volta ai polacchi il gas a prezzo maggiorato.

Come potrebbe scendere il prezzo del gas?

A breve, a parte gli aiuti pubblici, c’è poco da fare. A medio e lungo termine noi potremmo cominciare a prenderci il gas dell’Adriatico, a cui abbiamo rinunciato per malinteso ambientalismo (se lo succhiano albanesi, croati, greci). A livello europeo, si sta pensando a stoccaggi comuni e all’abbandono, il più rapido possibile, dei combustibili fossili. Qualcuno mormora anche la parola “nucleare”.