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 2021  agosto 09 Lunedì calendario

Oggi 336 - Afghanistan

Ma gli afghani non avevano un esercito di 300 mila uomini addestrati per vent’anni dagli americani e dai loro alleati (tra cui gli italiani)? Come hanno fatto i talebani ad arrivare in pochi giorni a Kabul?

Gli afghani non sono vigliacchi – come ha insinuato Biden nella sua conferenza stampa di lunedì – ma obbediscono a logiche di cui non abbiamo tenuto conto o a cui alla fine ci siamo rassegnati. Il soldato afghano, prima di obbedire al suo ufficiale, chiede alla famiglia se è d’accordo con l’ordine ricevuto. La famiglia, a sua volta, fa quello che le dice la sua tribù. E la tribù è coerente con l’atteggiamento della sua etnia. Se la sequenza etnia-tribù-famiglia spiega che a quel certo ordine si deve disobbedire, il soldato diserterà. Ecco il cemento di cui è impastata la morale dei corpi afghani. Le etnie-tribù-famiglie hanno ordinato di non resistere ai talebani. Le cosiddette forze armate si sono squagliate. Persino il presidente afghano, mentre scappava, ha ordinato di lasciar perdere. Fine dei giochi.

E i servizi americani non hanno fatto sapere che sarebbe successo proprio questo?

Le previsioni dei servizi americani, che immaginavano o fingevano di immaginare, hanno fatto clamorosamente cilecca. Forse l’abitudine di interagire con un territorio sconosciuto attraverso algoritmi e droni ha reso impossibile un’informazione approfondita. Forse bisogna stare di più sul terreno. Che è, naturalmente, assai pericoloso.

E adesso?

L’area è quella del cosiddetto Grande Gioco dell’impero britannico ottocentesco. I cinesi – che hanno un piccolo confine in comune con l’Afghanistan – cercano di inserirsi, ma sono gli stessi che massacrano i musulmani uiguri e non possono risultare troppo simpatici agli studenti islamici. I talebani sono radicali sunniti: come saranno i rapporti con l’Iran sciita (è sciita l’etnia azara, la più disprezzata di quel paese)? Anche i turchi accarezzano l’idea di contar qualcosa in quel mondo di cui nessuno ha mai capito niente. L’unico governo con cui è immagiuabile un buon rapporto è quello pakistano: i due paesi – per via di un confine assurdo stabilito nell’Ottocento – ospitano ciascuno una metà della potente etnia pashtun, fatto che però potrebbe anche rinnovare antiche rivalità (il sogno di un Pashtunistan). Quanto agli occidentali, di cui adesso i giornali piangono la fuga, non dimentichiamo che sono andati lì a far la guerra e che per vent’anni hanno interpretato l’odioso ruolo di occupanti.