La Stampa, 5 agosto 2024
Il volume è troppo alto, spara alla rock band
Milano
Pensava di essere stato punto da un calabrone, invece era stato colpito da un pallino calibro 4,5. Esploso, da una distanza tra i venti e i trenta metri, da una carabina ad aria compressa mentre stava suonando con il suo gruppo Burial of Babylon al concerto di musica rock metal svoltosi il 28 luglio nel cortile del castello di Bereguardo, in provincia di Pavia.
Già sul palco Simone Maffei, chitarrista di 31 anni, ha sentito dolore. «Stavamo suonando il secondo brano – ha raccontato a Il Giorno – quando sono stato colpito come da una manata, che mi ha spostato la spalla. Ho continuato a suonare, all’inizio non mi ero reso conto che qualcuno mi aveva sparato, pensavo a un grosso insetto». Quando è sceso e ha iniziato a dare una mano agli organizzatori per smontare l’allestimento e spostare alcune sedie il male alla spalla con il passare dei minuti è aumentato sempre di più. Gli organizzatori di «Gocce di teatro» lo hanno medicato per primi e poi hanno deciso che era meglio andare al pronto soccorso. Solo all’ospedale San Matteo ha scoperto che qualcuno gli aveva sparato.
I medici hanno esaminato la ferita ed estratto dalla pelle il piombino. «Era a forma di clessidra e si era conficcato nel muscolo della spalla destra, sotto la scapola, circa 2 centimetri sotto l’arteria – ha detto ancora -. Sono stato fortunato, poteva decisamente andare peggio». Al musicista sono stati applicati tre punti di sutura ed è stato subito dimesso con una prognosi di 15 giorni. Il giorno dopo è stato convocato in questura a Pavia per sporgere denuncia. Chi ha sparato, però, non l’ha fatto una sola volta e mirando Maffei. Altri segni compatibili con il danno provocato da un pallino sono stati trovati sugli strumenti, in particolare un foro nel piatto di una batteria, di un’altra band che si era esibita prima dei Burial of Babylon. Sulla mini raffica che poteva aver conseguenze peggiori se avesse colpito in viso il cantante e gli strumentisti indaga la Squadra mobile della questura di Pavia. Nessuno durante le performance, né gli artisti sul palco né il pubblico, si sarebbe accorto di nulla. I primi impegnati a suonare e gli spettatori a ballare. Un genere per appassionati con sonorità estreme e ad alto volume. Ed è forse proprio questo aspetto il motivo alla base della scellerata scelta di sparare a casaccio. Il concerto è terminato poco prima di mezzanotte e ha chiuso una giornata di musica e spettacoli. Infastidito o esasperato qualcuno potrebbe aver deciso di dar vita a una protesta violenta.
Gli investigatori indagano su possessori in zona di armi da soft-air legittimamente registrate. Inoltre con i colleghi della polizia scientifica hanno cercato di stabilire la traiettoria balistica dei colpi per capire se chi abbia sparato lo abbia fatto da terra o da un’abitazione che affacciava sul cortile del castello. «In paese non ci sono mai state lamentele per il volume troppo alto. Mi auguro che la polizia riesca ad identificare al più presto il responsabile di questo gesto», ha commentato il sindaco di Bereguardo, Felice Bonizzoni. —