la Repubblica, 5 agosto 2024
Italicus e Bologna linea rossa di Mattarella “Stragi neofasciste” Ma FdI nega le sentenze
BOLOGNA – L’ombra delle stragi spacca la politica. Nonostante le sentenze. Nel cinquantesimo anniversario dell’attentato all’Italicus (il treno Roma-Monaco sventrato nella notte tra il 3 e il 4 agosto del 1974 da una bomba rivendicata da Ordine Nero) e mentre il Capo dello stato Sergio Mattarella ricorda quella pagina buia come «parte significativa della stagione stragista dell’estrema destra italiana nella quale emerge la matrice neofascista», FdI rispolvera la pista palestinese per la strage del Due Agosto. Addirittura, il parlamentare di FdI Federico Mollicone, presidente della commissione Cultura, parla degli atti giudiziari che attribuiscono ai neofascisti la bomba alla stazione di Bologna come di un «chiaro teorema politico contro la destra». E chiama il ministro della Giustizia Carlo Nordio a intervenire: «Verifichi le mie denunce».
Parole pronunciate in una intervista aLa Stampa che scatenano il putiferio. S’indigna per quello che sembra un «tentativo di riscrivere la storia» tutto il campo largo della sinistra, che prova a stanare la presidente del consiglio. Comincia la leader Pd Elly Schlein: «Cosa aspetta Meloni a prendere le distanze dalle gravissime parole di Mollicone, che si dimostra del tutto inadeguato a presiedere la Commissione Cultura? Farà prevalere anche stavolta la ragion di partito?». E prosegue il leader 5Stelle Giuseppe Conte, in pressing: «Meloni ha perso le parole mentre il suo fidato di partito, Mollicone, è arrivato addirittura a mettere in discussione le sentenze che parlano chiaro sulla matrice neofascista della strage di Bologna. Con parole gravissime ha calpestato in un colpo solo le sentenze, le istituzioni, il rispetto per i familiari delle vittime e la memoria di un intero Paese. Un presidente del consiglio ci mette la faccia di fronte a tutto questo, non va a nascondersi».Neanche una parola però dalla premier, mentre il presidente del Senato Ignazio La Russa ricorda la strage dell’Italicus in questi termini: «A distanza di 50 anni da questo attentato di matrice neofascista – come stabilito dalla Corte di Cassazione – rinnoviamo il nostro dolore e ci stringiamo alle famiglie delle vittime e ai sopravvissuti per una ferita che resta ancora aperta». Una formula simile a quella che aveva usato la stessa Meloni per parlare del Due Agosto, quando la premier aveva attribuito solo alle sentenze la matrice neofascista: un modo, secondo molti, per prendere le distanze dall’esito di quei processi. Lo stesso sindaco di Bologna Matteo Lepore aveva bacchettato quelle parole, all’indomani del 2 Agosto: «Sappiamo che FdI non ha mai creduto alla matrice neofascista».
E le parole di Mollicone lo confermano. Così come la nascita dell’ennesimo comitato per promuovere la pista palestinese, più volte indagata in questi anni, ma smontata pezzo per pezzo nei processi sulla strage. A presentarlo su Libero è l’avvocato Valter Biscotti: si chiamerà “Tuttaun’altra storia” e ne fanno parte, insieme a Biscotti, anche il giornalista Gian Paolo Pelizzaro e lo studioso Gabriele Paradisi, autori del libro “Dossier strage di Bologna, la pista segreta”, oltre all’avvocato e saggista Valerio Cutonilli, autore con Rosario Priore del libro “I segreti di Bologna”. La loro tesi è che quelli sul 2 agosto siano stati finora dei «processi farsa», frutto di un «pregiudizio ideologico» e basati su elementi «puramente indiziari». Interpretazioni che fanno saltare sulla sedia anche a Bologna. Si indignano la senatrice prodiana Sandra Zampa e il presidente Pd Stefano Bonaccini: «Meloni cacci subito Mollicone dal partito». Addirittura incredulo il presidente dell’associazione dei familiari delle vittime Paolo Bolognesi, che solo due giorni fa aveva fatto arrabbiare Meloni dicendo che l’attentato della stazione ha «radici che affondano anche nella destra di governo»: «Tutto assurdo. Stanno uscendo allo scoperto. Che vogliono fare? Negare tutto? Arrestare tutti i giudici? Fare una retata? Uno resta frastornato da tutto questo».