Corriere della Sera, 4 agosto 2024
«Cellulari e vestiti in cambio di sesso». Prete arrestato per abusi su un 12enne
Genova «Era estate e avevo litigato con i miei genitori, sono andato a casa di Padre Andrea ed è successo». Era il 2022 e quella raccontata ai carabinieri da un ragazzino che al tempo aveva solo 12 anni è la prima delle violenze sessuali da lui subite e andate avanti fino a poche settimane fa. Per quegli abusi Andrea Melis, 60 anni, sacerdote noto a Genova per i suoi incarichi in istituzioni scolastiche, è stato arrestato il 2 agosto.
In cambio di regali, come cene al ristorante, vestiti firmati, smartphone, videogiochi e bonifici su carte prepagate, il prete era riuscito a circondarsi di minorenni. Ma con uno di loro, i cui genitori hanno fatto scattare l’inchiesta, aveva instaurato una relazione sessuale durata per oltre tre anni.
«Faceva quel che faceva, a me non piaceva ma non gliel’ho mai detto perché mi dava dei soldi», ha riferito il giovanissimo che aveva deciso di nascondere tutto ai familiari e aveva finito per sviluppare una dipendenza da alcolici. Padre Melis, appartenente all’ordine degli Scolopi, era presidente di Fidae Liguria, federazione delle scuole cattoliche, e direttore della scuola primaria Padre Assarotti, rinomata struttura in centro città, ma era anche parroco nella chiesa di Sant’Antonio da Padova a Finale Ligure (Savona). La Curia ha sospeso il religioso non appena informata delle indagini e ha collaborato con le forze dell’ordine. L’uomo è stato trasferito in una comunità del levante genovese, dove trascorrerà anche i domiciliari.
«Esprimiamo dolore a chi è stato vittima – scrive in una nota l’arcidiocesi di Genova – l’arcidiocesi, la diocesi di Savona e l’ordine religioso hanno prontamente avviato la procedura canonica prevista in questi casi».
La denuncia
Il ragazzino ha subito per oltre tre anni: sono stati i suoi familiari
a rivolgersi alla giustizia
Per la gip del Tribunale di Genova Michela Catalano, nonostante «il provvedimento tempestivo di sospensione» della curia abbia «affievolito le esigenze cautelari», queste restano «attuali e concrete» poiché la sospensione non inibisce a Melis di «circolare liberamente né di inseguire il suo istinto pedofilo».
Il pm che sta portando avanti l’inchiesta è Federico Panichi: il dossier a carico del religioso, difeso dagli avvocati Raffaele Caruso e Graziella Delfino, è corposo. Chat scabrose con le vittime, oggetti trovati a casa di Padre Melis tra cui sex toys, farmaci per la stimolazione sessuale e una scorta di sigarette elettroniche che l’uomo utilizzava come strumento per adescare altri minorenni. Durante la perquisizione trovati anche gli appunti sui soldi versati sulla Postepay del ragazzo, complessivamente 5000 euro.
Melis, oltre che per violenza sessuale su minorenne, è indagato per prostituzione minorile e per tentata violenza sessuale aggravata. Gli altri ragazzini da lui approcciati, tra i quali si era sparsa la voce che quel sacerdote faceva regali in cambio di particolari attenzioni, erano stati più sfuggenti. Uno di loro, invitato a casa dal prete, gli aveva risposto con un messaggio vocale: «Sei un pedofilo... ti vengono a prendere a casa». Poi lo aveva bloccato.