la Repubblica, 4 agosto 2024
Premio filorusso a Carini ma la pugile lo rifiuta
L’Iba guidata da Kremlev: “100 mila euro all’azzurra e alla federazione italiana come se avesse vinto l’oro” La polemica: “Emissari dello Zar”. Il Vaticano: “Deploriamo la cerimonia d’apertura”. Interviene anche Trump
ROMA— «Un premio per Angela Carini. Per noi è come se avesse conquistato l’oro». Umar Kremlev è un navigato regista di sé stesso e quando apre bocca sa sollevare polveroni. Dopo le dichiarazioni shock sull’Olimpiade parigina («Giochi uguale sodomia»), l’oligarca russo a capo dell’Iba, la federazione del pugilato dilettantistico messa fuori legge dal Cio, continua a monopolizzare attenzioni. Ieri l’ha buttata anche sul patetico: «Non sono indifferente alle lacrime delle pugili». E sotto con i centomila dollari di consolazione: 50 mila all’atleta, 25 mila alla Federazione, 25 mila al tecnico. L’I-ba aveva già scelto di destinarli ai vincitori, in linea con quanto deciso dalla World Athletics per l’atletica. La Federazione italiana, facendo una fugace eccezione al silenzio stampa dietro al quale si è trincerato ilpresidente FlavioD’Ambrosi,harisposto con un secco no. Anche Angela, secondo quanto si è appreso, ha deciso di declinare. Ci penserà FdI a celebrarla: il presidente del Senato, Ignazio La Russa, quattro giorni fa si è detto pronto a riceverla a Palazzo Madama «per abbracciarla». E tra i parlamentari della fiamma c’è chi spinge perché la cerimonia si tenga prima della chiusura dell’Aula, mercoledì. Anche per cavalcare l’onda mediatica, prima che si smorzi. Un’altra iniziativa nei prossimi giorni potrebbe tenersi a Caivano, che Giorgia Meloni rivendica di avere «bonificato», con don Aldo Patriciello, che l’azzurra conosce bene e con cui si è sentita in questi giorni. Certo, per allestire tutto questo, Carini non avrebbe potuto incassare i soldi messi sul piatto dal magnate filo-Putin. Per Meloni sarebbe diventato un boomerang. E la scelta dell’atleta, per ora solo ufficiosa, ha attenuato l’imbarazzo dell’offerta.
Il caso non è sfuggito a Donald Trump che, in un comizio ad Atlanta, ha detto: «Una campionessa italiana si è scontrata con una persona che ha fatto la transizione, un bravo pugile uomo».
Anche il Vaticano è intervenuto ieri. Non sul caso Carini, ma sull’apertura dei Giochi. Sulle polemiche per il presunto dileggio dell’Ultima cena, che secondo gli organizzatori sarebbe stato in realtà un banchetto di Dioniso. Dopo una settimana dall’evento, e dopo che i vescovi dell’area più conservatrice della Chiesa si erano già espressi duramente, la Santa Sede in una nota si è detta «rattristata», «deplorando l’offesa fatta a tanti cristiani e credenti di altre religioni». Per il Vaticano «non si dovrebbero trovare allusioni che ridicolizzino le convinzioni religiose di molti persone. La libertà di espressione, che, ovviamente, non viene messa in discussione, trova il suo limite nel rispetto per gli altri».
Ma è un’altra dichiarazione di Kremlev («Proteggeremo ogni pugile») ad aprire altri scenari, dopo il rifiuto di Carini. L’uzbeka Turdibekova ad esempio, sconfitta dalla taiwanese Lin Yu-ting (l’altra squalificata ai mondiali di Nuova Dehli insieme a Imane Khelif, la discussa avversaria di Carini, sul cui Dna costituito da cromosomi maschili XY l’Iba mostra la comunicazione mandata al Cio) potrebbe dare all’associazione il proprio Iban. E potrebbe darglielo anche Anna Luca Hamori, che con Khelif ha perso beccandosi una denuncia della federazione algerina per aver rappresentato l’avversaria come un mostro. «Un atteggiamento così la dice lunga sulla credibilitàdell’Iba, basta vedere i loro commenti sul Cio e la Francia», ha reagito il Cio tramite il portavoce, Mark Adams. Lo stesso presidente Bach è sceso in campo: «Basta odio, Khelif è una donna». Lodi anche per Carini: «Si è detta triste per l’avversaria dichiarandosi pronta ad abbracciarla. Questo è lo spirito olimpico».
Tentativo vano di mettere fine alla vicenda. «Il problema dovrà essere affrontato – sostiene il ministro dello Sport, Andrea Abodi – Serve un esame scientifico, sarebbe fin troppo banale ricondurre tutto al passaporto e al concetto di inclusività, che va combinato con la coesione». «A me non piacciono le polemiche, in generale. Se avrei evitato? Bah...», è più stringato il ministro dell’Economia, Giorgetti. Pure l’opposizione attacca, ma sull’altro fronte e difendendo le regole del Cio. Da Riccardo Magi, segretario di +Europa, ad Alessandro Zan, responsabile diritti del Pd. Per Enrico Borghi di Iv poi «la Russia sta mettendo in atto azioni da manuale di guerra ibrida. E siamo riusciti quasi a scatenare un incidente diplomatico con Algeri».