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 2024  agosto 03 Sabato calendario

Comprarsi l’America o delle elezioni Usa

La campagna elettorale per le Presidenziali statunitensi del 5 novembre – quelle elezioni in cui si decide molto di quel che succederà nel resto del mondo e un po’ di quel che accadrà negli Stati Uniti – è davvero entrata nel vivo. No, per carità, non ci riferiamo al fatto che ormai si sa quali sono i candidati o altre faccende secondarie: sono i soldi che dicono che siamo nel pieno della corsa. Al 16 luglio, secondo i dati di Opensecrets.com, i candidati in totale avevano raccolto 781 milioni di dollari: quanto ai due più importanti, a metà luglio Donald Trump aveva messo assieme 472 milioni e Kamala Harris 458 milioni tra donazioni dirette o a entità collegate alla loro campagna (i “grandi donatori” rappresentano il 68% degli incassi del repubblicano e il 60% di quelli della democratica). Sempre secondo la stessa fonte il Partito democratico – si vota anche per rinnovare parte del Parlamento – a metà luglio aveva raccolto 635 milioni e in cassa gliene restavano 219, stesse cifre all’ingrosso per i Repubblicani. Siamo ancora agli spiccioli però: ieri lo staff della vicepresidente Harris s’è vantato di aver raccolto 310 milioni nel solo mese di luglio, più che doppiando la campagna Trump, che a sua volta si vanta di avere liquidità per quasi 380 milioni di dollari, la cifra più alta di sempre a questo punto della corsa. Alla fine la gara presidenziale di quest’anno potrebbe avvicinare o persino battere il record del 2020, quando Biden spese un miliardo e mezzo per vincere e Trump un miliardo e 100 milioni per perdere (prima, solo Obama nel 2008 aveva superato il miliardo di dollari, mentre a George W. Bush nel 2000 bastarono meno di 400 milioni per – non – vincere le elezioni contro Al Gore). Quando tutto sarà finito, la spesa totale di tutti i candidati per l’election day di novembre sarà probabilmente tra i 4 e i 5 miliardi di dollari: a quel punto bisognerà contare i voti e stabilire chi è stato eletto presidente, chi deputato e chi senatore. Fatto questo si cercherà di capire chi s’è comprato l’America stavolta e quanto l’ha pagata. Tutto, però, alla luce del sole o quasi: alla fine parliamo della più grande democrazia del mondo (almeno tra quelle in vendita).