la Repubblica, 3 agosto 2024
Le pagelle del Vaticano a veggenti e apparizioni
Già papa Pio XI esprimeva qualche perplessità sul moltiplicarsi di apparizioni e veggenti. «Dicono che io sono il Suo vicario in terra», è la battuta che gli viene attribuita, «se ha qualcosa da farmi sapere, potrebbe dirlo a me». Papa Francesco, da parte sua, è intervenuto con decisione. A maggio ha stabilito nuove norme e da allora il dicastero per la Dottrina della fede, l’ex Santo Uffizio, si è pronunciato già sei volte per dare luce verde o rossa al culto nato attorno ad altrettanti rivelazioni attribuite a Maria o allo Spirito Santo.
C’è la Madonna di Trevignano: l’apparizione alla presunta veggente, Giselda Cardia, accompagnata da fantasiose moltiplicazioni degli gnocchi, è state prima sconfessata dal vescovo locale e poi, quando i pellegrinaggi continuavano, dal prefetto del dicastero per la Dottrina della fede, il cardinale argentino Victor Manuel Fernandez. Nel giro di poche settimane il fedelissimo di Bergoglio si è pronunciato altre cinque volte. Questa politica, spiega padre Gian Matteo Roggio, mariologo, imprime una velocità nuova: «Velocità nel fare chiarezza sulle singole situazioni e velocità nel permettere ai vescovi di prendere le decisioni adeguate al bene delle comunità».
Francesco tiene insieme una profonda devozione mariana, maturata in America latina, e un radicato scetticismo nei confronti di chi, tanto più nell’era di internet e delle fake news, si approfitta della fede dei semplici per potere o, più semplicemente, per fare soldi. Bergoglio ha ironizzato sulla «Madonna postina», che appare a comando dei presunti veggenti, ma ha ammesso che anche a Medjugorje «c’è gente che si converte», autorizzando i pellegrinaggi. E ora l’ex Santo Uffizio ha dato luce verde al culto legato a tre rivelazioni in altrettanti santuari italiani. Si tratta delle visioni di Gioacchino Genovese, mistico di Miccio, in provincia di Como, circa la Trinità Misericordia; delle apparizioni della Madonna dello Scoglio a Cosimo Fragomeni, soprannominato il “padre Pio della Calabria”, a Santa Domenica di Placanica; e delle visioni di Maria Rosa Mistica avute nel secondo dopoguerra a Fontanelle, nel Bresciano, da Pierina Gilli, una laica consacrata. La Santa Sede non riconosce la natura soprannaturale di queste apparizioni ma, correggendo qualche affermazione sopra le righe, ne riconosce i positivi «frutti spirituali e pastorali» e autorizza i pellegrinaggi.
È di ieri la notizia dello stop vaticano alla chiesa peruviana: Elenita de Jesús, missionaria vissuta a cavallo tra Otto e Novecento, «non è la Vergine Maria», come una tradizione popolare sosteneva. Bocciatura piena anche per la Madonna di Amsterdam, devozione che risale agli anni Quaranta e Cinquanta del Novecento e nel tempo ha coagulato le simpatie del cattolicesimo conservatore. La presunta veggente, Ida Peerdeman, riferì che la Signora di tutti i popoli le aveva chiesto che il Papa proclamasse un nuovo dogma, quello di “Maria corredentrice”, l’idea cioè che la Madonna ha salvato l’umanità al pari di Gesù. Come spiega il teologo olandese Hendro Munsterman, questa posizione si è saldato con il sentimento di rifiuto del Concilio vaticano II (1962-1965). Fino al Concilio una certa devozione popolare aveva esaltato Maria e quando nel nord Europa si affermò la Riforma, che rifiuta il culto mariano, il cattolicesimo reazionario fece della Vergine un’arma anti-protestante. «Se una mariologia galoppante aveva posto Maria al di sopra della Chiesa», spiega Munsterman, «il Concilio vaticano II l’ha ricollocata all’interno della Chiesa: ha un posto speciale ma non è una figura semidivina».
Da allora, evocare quelle apparizioni è diventato il segno di un cattolicesimo nostalgico e sospettoso che il Concilio abbia protestantizzato la Chiesa cattolica. Francesco, ma prima di lui Benedetto XVI, e addirittura Pio XII, ha chiarito che Maria non è «corredentrice». Ciononostante, diversi vescovi di Amsterdam ne hanno promosso il culto. Col tempo sono peraltro emersi gli abusi avvenuti all’interno dell’ordine religioso femminile legato alla “Signora di tutti i popoli”, la Famiglia di Maria. Ora l’ex Santo Uffizio ha pubblicato un documento inedito nel quale papa Paolo VI già nel 1974 stabiliva che non c’era nulla di soprannaturale. Una bufala, insomma, che ha atteso cinquanta anni di essere svelata.