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 2024  agosto 03 Sabato calendario

Mondadori-Feltrinelli, duello per Adelphi


A Segrate di guerre finanziarie se ne intendono fin dagli anni Ottanta del secolo scorso. Quando De Benedetti provò a scalare la Mondadori, ma dovette alla fine cedere di fronte alla Fininvest di Silvio Berlusconi, non senza una lunga serie di arbitrati, lodi e cause civili. E ora sembra che all’orizzonte si intravveda una nuova battaglia, pur di dimensioni più contenute: la Mondadori ha ieri annunciato un accordo per rilevare il 10% della casa editrice Adelphi. Una mossa che arriva a un mese esatto dall’acquisto di una quota uguale (sempre il 10% del capitale) da parte di Feltrinelli. In altri termini, due grandi rivali dell’editoria libraria nazionale si sfidano per la conquista del gioiellino Adelphi, piccola (quota di mercato inferiore al 2%, con 18 milioni di ricavi) ma assai presigiosa casa editrice, fondata a Milano nel 1962 e gestita da Roberto Calasso fino alla sua scomparsa, nel 2021.
Così, ieri, Mondadori Libri ha annunciato di aver sottoscritto con Josephine Calasso, detentrice di una partecipazione complessiva del 23,88% di Adelphi, reciproche opzioni di acquisto e vendita relative a una quota pari al 10% del capitale sociale di Adelphi Edizioni. Le opzioni saranno esercitabili a decorrere dal maggio 2027 a un prezzo di esercizio che riflette un valore per il 100% di Adelphi pari a 50 milioni di euro.
Josephine Calasso, figlia di Roberto, è una delle quattro eredi: il padre aveva il 71% del capitale che, alla sua morte, è stato diviso in quattro quote tra la figlia Josephine (23,8), il figlio (minorenne) Tancredi (23,8%) la moglie Fleur Jaeggy (che non è però la madre dei figli, e che ha il 13,5%) e il nipote Roberto Colajanni (circa il 10%). Quindi Mondadori ha fatto l’accordo direttamente con una delle eredi. E si tratta di un’opzione differita al 2027 in quanto, prima di allora, gli eredi Calasso sono vincolati da un patto di non vendita.
Invece Carlo Feltrinelli, presidente del gruppo, ha rilevato il suo 10% non dagli eredi Calasso, soci di maggioranza, ma da quelli dell’antropologo Francesco Pellizzi, storico socio di Adelphi, morto lo scorso agosto. Alla vedova Gini Alhadeff e ai figli Giandomenico e Aurora Pellizzi resta ancora il 3,5% della società. Un altro 15,5% di Adelphi è dunque detenuto da altri soci ancora.
È comunque chiaro, dopo la mossa del gruppo presieduto da Marina Berlusconi, che di fronte a un azionariato così frastagliato, sia Segrate, sia Feltrinelli puntino ad arrivare al controllo di Adelphi. Bisognerà vedere come e con quali strategie. L’Ad di Mondadori Antonio Porro, ha ieri parlato di «straordinaria unicità e valenza di Adelphi». Aggiungendo di voler supportare «insieme a tutti gli altri soci, la naturale evoluzione in un’ottica di ulteriore creazione di valore». Di sicuro, da ieri, il prezzo si alza: secondo indiscrezioni di ambienti finanziari, la valutazione di Mondadori (i 50 milioni attribuiti al 100%) è ben superiore alle stime finora circolate. E dunque potrebbe indurre gli attuali soci, sia gli eredi, sia gli altri, a guardare a una possibile vendita con maggiore attenzione. L’accordo con la figlia di Calasso apre anche un fronte «culturale», perché, come noto, il padre Roberto non amava Mondadori al punto da ricomprarsi il 58% che aveva ceduto a Rcs quando, nel 2015, la Rizzoli vendette i libri a Segrate. Ora, 9 anni dopo, la storia potrebbe avere un epilogo diverso.