il Giornale, 3 agosto 2024
La cozza gourmet che cresce sulle piattaforme dell’Eni
Un prodotto unico, con una storia unica. Nel mare Adriatico, fino a dodici metri di profondità, vive e cresce una specie che rappresenta un’eccellenza del mare, oltre che una testimonianza di florida biodiversità. Si tratta della Cozza Selvaggia di Marina di Ravenna, una delle più pregiate in Italia. La sua presenza dimostra come la tutela dell’ambiente e lo sviluppo produttivo possano andare di pari passo in modo esemplare. La Cozza Selvaggia, infatti, cresce solo dove l’acqua è più pulita e lo fa in particolare ancorandosi ai piloni delle piattaforme Eni posizionate in mezzo al mare Adriatico. Integrandosi con l’ambiente marittimo circostante, queste strutture hanno infatti creato attorno a sé delle ampie aree protette, dove la pesca non è consentita e dove la biodiversità prolifera.
Per le cozze questo è un habitat perfetto, al punto che esse si ancorano in modo spontaneo ai piloni sommersi, rendendo superfluo l’impiego dei supporti in plastica utilizzati negli allevamenti e spesso rilasciati poi in mare, con conseguenze negative per l’ambiente. La cozza Selvaggia cresce libera e viene raccolta a mano in un ambiente salubre, che la rende immediatamente pronta per il consumo, vitale e saporita, in quanto non necessita di depurazione. Grazie al ricambio costante di acqua, le correnti marine assicurano inoltre al mitile una velocità di crescita ottimale.
Un accordo tra Eni e il Comune di Ravenna ha valorizzato questa eccellenza unica al mondo e apprezzata anche dagli chef stellati, riconoscendo così il valore delle ricadute economiche, turistiche, gastronomiche e ambientali dovute alla sua presenza. Tra le attività tutelate c’è soprattutto quella dei pescatori specializzati nella raccolta delle cozze. Portando avanti una tradizione radicata nel tempo, ogni anno da fine maggio a settembre questi professionisti raccolgono dalle 12mila alle 14mila tonnellate di molluschi. Questa specialità è stata celebrata, dal 28 al 30 giugno scorsi, con l’ormai tradizionale Festa della Cozza Selvaggia a Marina di Ravenna, nell’ambito della quale in collaborazione con Eni è stata organizzata un’escursione in barca in prossimità della piattaforma Eni Agostino A per assistere alla dimostrazione di una raccolta di cozze con i pescatori subacquei.
«Una delle parole chiave di Eni, a Ravenna più che mai, è Sinergia col territorio. La pesca della cozza selvaggia di Marina di Ravenna da parte dei pescatori del luogo, e le attività di conservazione e studio svolte dai ricercatori e volontari del Centro Sperimentale Tutela degli Habitat CESTHA, ne sono un esempio virtuoso. Entrambe le attività hanno a che vedere con le nostre piattaforme, e in particolare alle loro parti sommerse», ha spiegato Luca De Caro, Responsabile Distretto Centro Settentrionale Eni. Queste strutture ha rimarcato «diventano riparo per molte specie ittiche, tra cui appunto la cozza, anche a seguito dell’interdizione alla pesca nel loro intorno. Ma non solo, anche le tartarughe marine ritrovano in questo ambiente un’oasi che permette loro di recuperare le energie necessarie per affrontare le loro migrazioni».
Proprio in occasione della recente Festa, sono stati rilasciati in mare alcuni esemplari di tartarughe marine Caretta caretta, dopo le cure ricevute dal CESTHA. Così, piattaforme metanifere in Adriatico sono protagoniste della sostenibilità, oltre che della transizione energetica.