il Giornale, 3 agosto 2024
Il jolly Orlando, veterano di Palazzo che fa affari coi B&B
Nel 2026 Andrea Orlando spegnerà le venti candeline in Parlamento. È già alla terza deroga; nel Pd vige il limite dei due mandati. L’ex ministro dei governi Letta, Renzi, Gentiloni e Draghi, 55 anni suonati, è alla quinta legislatura alla Camera. Ora sogna di ricominciare una seconda giovinezza in Liguria, al posto del governatore di centrodestra Giovanni Toti, costretto alle dimissioni da un’inchiesta dalla magistratura e da oltre due mesi di carcerazione preventiva ai domiciliari. Il campo largo, da Conte a Renzi (quest’ultimo con qualche dubbio), scommette tutto Orlando. È lui l’uomo che dovrà riportare la Liguria sotto la bandiera rossa. Orlando, originario di La Spezia, è il figlio della Ditta, amico dei pubblici ministeri e con la passione per il mattone nel campo degli affitti brevi.
Chi è l’uomo su cui ha deciso di investire Elly Schlein per scardinare dopo 10 anni il governo del centrodestra in Liguria? Un profilo silenzioso e poco amante del talk. Preferisce interviste one to one e i social. Da ministro della Giustizia chiamò al suo fianco il magistrato Giovanni Melillo, che poi diventerà capo della Procura di Napoli e numero uno dell’Antimafia nazionale. Qualche informazione in più si ricava dalle dichiarazioni patrimoniali consegnate agli uffici di Montecitorio. In base all’ultima dichiarazione il candidato in pectore del Pd in Liguria risulta intestatario di tre appartamenti tra La Spezia (2) e Roma (1). Ma la vera sorpresa è l’Orlando imprenditore.
L’ex ministro della Giustizia risulta infatti azionista (insieme alla sorella e al cognato) anche di due società: la Das Srl e la Immobiliaria. Nella prima Orlando è socio all’80%, nella seconda al 74%. Le due società operano nel settore turistico e sono proprietari in totale di tre immobili tra La Spezia e Castelnuovo (in provincia di La Spezia) destinati all’uso di Bed e Breakfast. E dunque l’aspirante governatore della Liguria sembra avere, oltre che per la politica, anche la passione per gli affitti brevi, quelli che i suoi colleghi sindaci di Firenze Sara Funaro e Roberto Gualtieri vorrebbero vietare con una norma. Entrato giovanissimo in politica, non è che Orlando, dopo 5 legislature in Parlamento e in caso di sconfitta in Liguria, stia iniziando a pensare al buen retiro? Eppure le aspettative sul figliuol prodigo erano fortissime. Ugo Sposetti, storico tesoriere dei Ds, è stato il grande sponsor politico dell’ex Guardasigilli. Considerato il naturale figlio politico di D’Alema, Veltroni e Bersani, il deputato dem non è riuscito però a seguire le orme dei padri. Guai però a dire che non ci abbia provato a fare il leader: prima fonda (con Matteo Orfini) la corrente dei Giovani Turchi e poi nel 2017 sfida Matteo Renzi al congresso del Pd. Tutte e due le avventure finiscono malissimo.