Corriere della Sera, 3 agosto 2024
Iqbal a Westminster: «;andato da Allah»
Votare per lui, diceva, era «un dovere» e significava «seguire gli insegnamenti del Profeta». Chi potrebbe disubbidire, da credente, ad una propaganda tanto incalzante? E così Iqbal Mohamed, consulente informatico, nato cinquantadue anni fa in Inghilterra da una famiglia indiana proveniente dal Gujarat, è entrato a Westminster come parlamentare «indipendente» della circoscrizione a maggioranza islamica di Dewsbury and Batley, nel West Yorkshire, battendo la candidata laburista, anch’essa musulmana ma criminalizzata per essere una «guerrafondaia». Non solo. Nel corso di una preghiera alla vigilia del voto che ha portato Keir Starmer a Downing Street il futuro deputato aveva lanciato un avvertimento chiaro nel timore di essere sconfitto, sostenendo che Allah avrebbe chiesto agli elettori: «Vi ho dato una benedizione, che ne avete fatto?»
La storia di Iqbal Mohamed – raccontata da Gabriel Pogrund, Whitehall Editor del Sunday Times – pone molti interrogativi. Il predicatore di Dewsbury (una città tra Leeds e Bradford che annovera tra i suoi cittadini illustri Sir Thomas Clifford Alibutt, l’inventore del termometro medico) potrebbe essere perseguito per la violazione di una legge che proibisce nel Regno Unito l’uso improprio della religione a fini elettorali. La giustizia farà forse il suo corso. Come se non bastasse, però, sono arrivate le accuse della seconda classificata, Heather Iqbal, che ha affermato di essere stata intimidita e minacciata dai sostenitori del suo avversario. «Gruppi di persone stazionavano vicino ai seggi elettorali – ha detto a The Guardian – urlando che chi votava laburista non era musulmano».
«Boicottiamo il Labour, boicottiamo i sionisti», sono stati gli slogan della campagna del neoparlamentare di Dewsbury and Batley, legata in gran parte alla protesta contro il «genocidio» compiuto da Israele. L’elezione di Iqbal Mohammed e di altri quattro candidati pro-Gaza il 4 luglio rappresenta un segnale su cui il governo dovrà riflettere, cercando sempre di far prevalere la ragione. Intanto Starmer segue la sua agenda, che prevede la possibilità di bloccare l’export di armi allo Stato ebraico. Ma nessuno, vista la sua storia, lo può incolpare di essere antisemita.