il Fatto Quotidiano, 2 agosto 2024
Incendi a Roma: il day after è la Caporetto di Gualtieri
Il day after dell’incendio che ha coinvolto l’area di Monte Mario a Roma, con il roboante sgombero in diretta della sede Rai di via Teulada, è quello del sollievo, ma anche delle accuse. Per tutta la notte sono proseguite le operazioni di spegnimento e bonifica dell’area da parte di sette squadre dei Vigili del fuoco. All’alba è arrivato sul posto anche l’elicottero della Regione Lazio, per una prima ricognizione.
Rallentamenti e chiusure per mezza giornata, con problemi pesanti per la viabilità. Ma intorno a mezzogiorno, con gli ultimi interventi, era tutto rientrato. Per quanto riguarda le palazzine sfollate nella sera del 31 luglio, erano sgomberi preventivi, e in serata a tutti era stato dato il permesso di rientrare. “Nessuno ha dovuto lasciare la propria abitazione grazie all’efficacia degli interventi di spegnimento. La città è al sicuro, poi ci sarà da fare la stima dei danni e anche da lavorare con una indagine più approfondita sulle cause”, commentava poco dopo mezzogiorno il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, subito recatosi sul posto per informare la cittadinanza con le sue ormai celebri dirette social con caschetto.
Ma, al secondo grande incendio in pochi giorni, dopo quello di Ponte Mammolo di domenica scorsa, partito – con ogni probabilità – da un insediamento abusivo, la rabbia e le polemiche politiche non potevano non accendersi. I danni sono ancora da quantificare, ma si parla di diversi milioni di euro, trattandosi della Riserva Naturale di Monte Mario. L’incendio ha lambito l’Osservatorio Astronomico, e centinaia di specie animali hanno visto distrutto il loro habitat, come ha ricordato il presidente del Wwf di Roma Raniero Maggini. La presidente dell’Ordine dei geologi del Lazio, Simonetta Ceraudo, notando le rilevanza del sito, ha notato che “l’impatto di un incendio di queste dimensioni rischia di lasciare effetti critici e importanti danni ambientali a lungo termine”. Legambiente invece rincara, spiegando che il rogo di ieri “Non è più grave di altri che si sono verificati in città mettendo a rischio la biodiversità e la salute dei cittadini”.
In mattinata in prefettura a Roma il Comitato per l’Ordine e Sicurezza, il primo punto discusso è stato l’incendio e le strategie per prevenire altri episodi simili. I Vigili del fuoco hanno operato con un Canadair a monitoraggio tutto il pomeriggio, alla ricerca degli ultimi focolai. La notte sono rimasti operativi con due squadre. Ormai è chiaro che l’incendio è partito da un accampamento di senza dimora. La Procura di Roma ha aperto un fascicolo d’inchiesta, e non si esclude il dolo data “l’ampiezza della zona interessata” dal rogo e “la velocità di diffusione delle fiamme” ha spiegato il procuratore Francesco Lo Voi, ma tutto sarà de verificare dopo che le fiamme saranno spente definitivamente. Ma tanto è bastato per scatenare le destre: “Nomadi e senza fissa dimora sono sempre rimasti lì, tollerati in nome di un buonismo scellerato che ha messo a repentaglio la loro stessa vita” ha detto il capogruppo della Lega Fabrizio Santori, chiedendo le dimissioni del sindaco. “Il gravissimo incendio che ha devastato Monte Mario nasce dall’incuria della città. Causare un abbandono del territorio può portare a questi eventi”, ha rincarato il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri. Anche il deputato di Avs Angelo Bonelli ha presentato un’interrogazione. Il proliferare di incendi ha in realtà una serie di concause, a partire dal clima e l’assenza prolungata di piogge ma, fanno capire fonti che hanno collaborato negli interventi, c’è un problema di cattiva manutenzione e abbandono: fa molto caldo, è molto arido, quindi anche oggetti abbandonati o cumuli di erba secca possono diventare rapidamente un innesco, in un territorio ventoso come quello di Roma.
A difesa della giunta, è intervenuta l’assessora all’ambiente Sabrina Alfonsi, spiegando che in questi mesi “il Dipartimento Ambiente ha effettuato un consistente intervento di manutenzione sull’area con la rimozione di una grande quantità materiale vegetale abbandonati da anni che avrebbe potuto contribuire ad aggravare le conseguenze dell’incendio”. Nessuno s’è fatto male, e poteva andare peggio, insomma.