il Fatto Quotidiano, 2 agosto 2024
Toti è libero, indica Cavo erede: vuole il suo seggio alla Camera
“Riprenderà la sua vita da uomo libero e come tale potrà fare tutto quello che fa un libero cittadino, anche politica”. Così l’avvocato di Giovanni Toti, Stefano Savi, ha commentato la liberazione dell’ex governatore ligure dopo 86 giorni agli arresti domiciliari con l’accusa di corruzione (e da qualche settimana anche di finanziamento illecito). Ieri la gip di Genova Paola Faggioni ha revocato la misura cautelare perché con le dimissioni dalla carica (arrivate lo scorso 26 luglio) si è “sensibilmente affievolito” il rischio di reiterazione del reato. E Toti, come suggerisce il suo legale, sembra volersi rituffare subito nella politica. L’agenda di oggi è già fitta di appuntamenti in programma nel capoluogo: al mattino vedrà singolarmente alcuni dei fedelissimi, tra cui l’assessore Marco Scajola e la deputata Ilaria Cavo, mentre nel pomeriggio incontrerà in un hotel del porto tutti gli eletti della sua lista-partito. Nei prossimi giorni, invece, il confronto con il resto della coalizione di centrodestra. Sul tavolo una questione su tutte: individuare il candidato per sfidare Andrea Orlando, ex ministro dem pronto a correre per la presidenza della Liguria alle Regionali di ottobre, sostenuto dal “campo largo” Pd-M5S-sinistra.
La prima scelta sarebbe stata Edoardo Rixi, viceministro leghista alle Infrastrutture, candidato in pectore già nel 2015 prima di essere azzoppato dall’indagine sulle “spese pazze” (finita in un’assoluzione definitiva) e dover lasciare il posto a Toti. Rixi però si è tirato fuori da subito, poco entusiasta di mollare il governo per imbarcarsi in una sfida tutt’altro che vinta. Così il nome che prende quota, suggerito in particolare da Fratelli d’Italia, è quello di Ilaria Cavo, deputata di Noi Moderati, ex giornalista Mediaset e creatura politica totiana (è stata assessora in entrambe le sue giunte prima del salto alla Camera). Cavo è stata lambita dall’inchiesta come presunta beneficiaria dei pacchetti di voti chiesti da Toti (in cambio di posti di lavoro) ai referenti della comunità nissena del quartiere genovese di Certosa. Ma il suo nome è uscito più o meno indenne dallo scandalo, perché da alcuni messaggi e dialoghi intercettati risulta che abbia rifiutato accordi con i Testa. La candidatura dell’ex giornalista, peraltro, libererebbe il seggio assegnato dal collegio uninominale di Genova Ponente, che verrebbe chiamato a elezioni suppletive a cui potrebbe (in teoria) presentarsi lo stesso Toti. Ma l’eventualità è considerata improbabile, perché si tratta di un territorio molto in bilico (Cavo vinse per poche migliaia di voti). L’ex governatore, intanto, approfitta della libertà per mandare messaggi al Parlamento, a cui sembra chiedere uno “scudo” contro nuove offensive giudiziarie: “Quello che è accaduto in questi tre mesi è un processo alla politica. I magistrati interpretano le leggi, ma la politica quelle leggi le fa. Ho fiducia in chi crede nella democrazia liberale e spero colga queste vicende come un definitivo campanello che suona per ricordare l’inerzia di troppi anni”, ha scritto sui social.