la Repubblica, 2 agosto 2024
L’Algeria fa muro davanti all’atleta A rischio i rapporti diplomatici
Almeno per ora, nessun accenno all’Italia, che finora è stato un partner. Di tipo economico: l’Algeria è diventata, dopo l’inizio della guerra in Ucraina, il primo fornitore di gas naturale del nostro Paese, sostituendo la Russia. Ma un partner anche di natura politica: quellocon Roma resta l’unico canale diplomatico aperto con l’Occidente nella difesa delle aspirazioni dei Sahravi, contro la sovranità marocchina sul Sahara occidentale riconosciuta da Usa, Spagna e Francia. Così, Algeri non pronuncia parole di troppo contro gli «amici italiani», ma si schiera compatta dietro la sua pugile, Imane Khelif, affetta da iperandrogenismo e al centro di polemiche ai Giochi di Parigi.
Poche ore prima dell’incontro con Angela Carini, il Comitato olimpico algerino aveva denunciato «menzogne completamente ingiuste» e la federazione nazionale di boxe «la falsa propaganda e ilcomportamento immorale contro la nostra campionessa da parte di certi media stranieri». Il ministro dello Sport, Abderrahmane Hammad, l’ha definita in un post su X «la nostra figlia, sorella e campionessa. Condanno con vigore l’accanimento mediatico di cui è vittima. Imane, tutta l’Algeria è dietro di te».
Il sito Algerie360, media influente nel paese, ricordava ieri sera che «il popolo algerino, nel suo insieme, ha espresso solidarietà alla pugile, facendone un simbolo contro le discriminazioni». Va ricordato che l’Algeria non riconosce la transizione di genere, criminalizza l’omosessualità ed è governata da un regime autoritario, ma d’altra parte per gli algerini Imane è una donna e basta. Sui social sono postate foto di lei da piccola, una bambina sorridente.
Venticinque anni, originaria di Tiaret, nel Nord dell’Algeria, ha ammesso di aver combattuto «contro i pregiudizi di una regione conservatrice, dove le donne non facevano la boxe». Per di più proviene da una famiglia povera: Imane, dai modi educati e rassicuranti, è diventata un mito, simbolo di coraggio. Ieri, dopo il combattimento, ha detto: «Ringrazio il popolo algerino. Adesso spero di vincere la medaglia d’oro». L’appoggio alla pugile è a 360 gradi. Khaled Drareni, rappresentante ad Algeri di Reporter senza frontiere, che fu imprigionato per undici mesi per il suo lavoro da giornalista durante le proteste dell’hirak, ha postato su X: «Un fascista come Salvini preferirebbe dei Giochi olimpici hitleriani, riservati esclusivamente ai bianchi, sul modo abietto proprio ai difensori colonialisti della purezza della razza».
Da sottolineare, una coincidenza: ieri l’altro, quando il caso già gonfiava, Eni ha sottoscritto con Sonatrach e Sonelgaz, in Algeria due colossi pubblici degli idrocarburi, un accordo per la costruzione di un nuovo gasdotto diretto via la Sardegna. Business as usual.