1 agosto 2024
“L’ORGANIZZAZIONE DELLE OLIMPIADI DI PARIGI 2024 È UN MEZZO DISASTRO” – ALDO CAZZULLO SI CUCINA I FRANCESI: "GRIDERANNO AL SUCCESSO, QUELLO CHE CONTA PER LORO È LA FACCIATA" - "PARIGI HA FALLITO LA PROVA DELLA SENNA. FIGURIAMOCI SE A QUALCHE CONCORRENTE DOVESSE VENIRE IL MAL DI PANCIA" - "HANNO PRESO IL PALAZZO DEI CONGRESSI DELLA PORTE MAILLOT E L’HANNO CHIAMATO CENTRO STAMPA, SENZA NEPPURE GARANTIRE GLI SPAZI PER TUTTI. HANNO PRESO IL PADIGLIONE PIÙ BRUTTO DELLA FIERA DELLA PORTE VERSAILLES, E L’HANNO CHIAMATO ARENA DELLA PALLAVOLO" - "I VOLONTARI, VECCHI E GIOVANI, SONO ACCOMUNATI DA UNA COSA: NON SANNO NIENTE" - ANCHE CECCON SI LAMENTA...
ACQUA DELLA SENNA, TRASPORTI, VOLONTARI SPAESATI: 7 MOTIVI PER CUI L'ORGANIZZAZIONE DELLE OLIMPIADI DI PARIGI È UN «MEZZO DISASTRO» Estratto dell’articolo di Aldo Cazzullo per www.corriere.it
Pur animati da autentico amore per la Francia e da grande entusiasmo olimpico, si può cominciare a dire che l’organizzazione di Parigi 2024 è un mezzo disastro; o come minimo che ci sono parecchie cose che non vanno.
Il principale lascito dei Giochi doveva essere la restituzione del fiume alla città: tutti dovevano poter nuotare liberamente nella Senna, tornata limpida come all’alba dell’era industriale. L’obiettivo è fallito. Lo prova il balletto attorno alla prova di nuoto del triathlon, che alla fine si è fatta – bellissime le immagini, per carità - nonostante le rilevazioni dei giorni precedenti, che segnalavano acque troppo inquinate e quindi pericolose per gli atleti.
Se anche dovesse finire tutto bene, già il fatto di dover stare lì con la provetta in mano alla ricerca di batteri dai complessi nomi latini è imbarazzante; figuriamoci se a qualche concorrente dovesse venire il mal di pancia. E comunque Parigi ha fallito la prova della Senna anche nella cerimonia inaugurale: al di là del giudizio estetico, gli atleti e i capi di Stato stranieri sono stati esposti a eccessivi disagi, che le competizioni imminenti e l’età avrebbero sconsigliato.
I trasporti Inesistenti. In tutte le Olimpiadi vengono predisposte navette per consentire a chi le segue per lavoro di spostarsi da un’arena all’altra. In tutte, tranne che a Parigi. Le navette non si vedono. Ufficialmente ci sono, anche se poche; ma non si trovano quasi mai. Motivazione ufficiale: inquinano. E farle elettriche? Risposta: ingombrano. Certo, c’è il metrò; a volte però chiude presto, a volte qualche stazione in centro non apre proprio. [...]
Infrastrutture di facciata. Va bene riciclare; però bisognerebbe almeno adattare. Qui invece hanno preso il palazzo dei congressi della Porte Maillot e l’hanno chiamato centro stampa, senza neppure garantire gli spazi per tutti. Hanno preso il padiglione più brutto della fiera della Porte Versailles, e l’hanno chiamato Arena della pallavolo, fatta con i tubi delle tribune provvisorie. Si tira di scherma (tra ignobili torti arbitrali) al Grand Palais: meravigliose le vetrate, sia pure schermate; ma il Grande Palazzo è un cantiere, si scavalcano cataste di legno e di cavi, si respira polvere di calce e si infastidiscono gli operai al lavoro. [...[
I volontari Carinissimi; ma quasi tutti vecchi, tra cui molti non parlano inglese. I pochi giovani sono perlopiù stranieri, che non parlano francese. I ragazzi parigini sono tutti al mare; e i loro coetanei francesi non potevano o non volevano mantenersi a Parigi, condizione indispensabile per fare i volontari. Tutti, vecchi e giovani, sono accomunati da una cosa: non sanno niente. Assolutamente niente. Non sanno dove devono entrare i fotografi, dove i cameramen, dove i membri del Cio, dove gli spettatori, dove i tiratori d’arco, dove i judoka. Non sanno dove sia la toilette e dove sia la buvette, in cui trovare almeno un po’ d’acqua.
Con i 36 gradi dell’altro ieri, giustamente venivano diffusi inviti a idratarsi. Ma come? Le bottigliette di plastica sono abolite. Giusto: ma proprio dall’Olimpiade bisognava cominciare? Le code ai vari baretti sono lunghissime. Con i prezzi qualcuno ne approfitta: in un caffè scalcagnato due bottigliette da 25 centilitri d’acqua possono costare 11 euro (voi direte: ordina una bottiglia da un litro. Ma quella non te la danno; «solo ai clienti che mangiano»). Quindi si deve andare in giro con un bicchierone, con cui attingere acqua dove capita, magari al rubinetti della toilette, se la si è trovata. Ma qui torniamo al problema della Senna e dei batteri dal nome latino. [...]
Musica Insistente. I francesi amano Paolo Conte, ma all’evidenza hanno dimenticato la canzone in cui aspetta Bartali: «Sono seduto in cima a un paracarro/ e sto pensando agli affari miei/ tra una moto e l’altra c’è un silenzio/ che descriverti non saprei». Il silenzio nello sport è meraviglioso: la tensione tra un colpo e l’altro, quell’attimo sospeso tra la grazia e l’inferno. Però c’è sempre un dj a rovinarlo con le musichette.
È così da tempo; ma ora l’inquinamento acustico sta degenerando. La pallavolo ha adottato i tormentoni musicali del beach volley; a Italia-Brasile il dj metteva Eros Ramazzotti e i Ricchi e Poveri a palla, anche quando dovevano servire i brasiliani, che giustamente si sono lamentati. Se poi c’è una fase di studio nella scherma, gli spettatori partono con la Marsigliese: mai visto, neppure a Pechino 2008, un tifo nazionalista così intenso. Pazienza; in fondo la Marsigliese è un canto universale; però sbagliare l’inno di un Paese martire come il Sud Sudan è stato imperdonabile.
Detto tutto questo, Parigi è meravigliosa, le Olimpiadi sono sempre bellissime, e a Roma lo sarebbero state ancora di più. Alla fine si griderà al successo; perché, come sempre in Francia, quello che conta è appunto la facciata.
CECCON: «QUA ALLE OLIMPIADI SI MANGIA MALE, C’È CALDO, NON C’È L’ARIA CONDIZIONATA» Da www.ilnapolista.it
Alla Rai la medaglia d’oro nei 100 metri dorso dopo essere stato eliminato nei 200 (nono tempo, fuori dalla finale, primo degli esclusi, per sette centesimi).
Ceccon alla Rai.
«Mi dispiace, non ho mai fatto tre volte i 200 a livello internazionale, mi sarebbe piaciuto.
«Potevo avvicinarmi o almeno fare il record italiano, mi spiace perché non sono entrato in finale. Una gara in più non faceva mai male. Purtroppo non sono entrato con la stessa convinzione che avevo nei 100, è un errore che ho imparato oggi. Peccato. È stata una gara abbastanza lineare. Sono un po’ calato alla fine ma sono stanco anch’io, si dorme poco, c’è caldo, c’è questo c’è quello Sette centesimi si poteva certamente fare meno però dai. È andata così quindi.
Ceccon e le critiche al villaggio olimpico Adesso ci sarà la mista mista che non so se farò per preservarmi per la mista di sabato (4×100 misti), ho un paio di giorni di recupero.
Bella Olimpiade, purtroppo ripeto al villaggio molti si spostano, perché si mangia male, c’è caldo non c’è l’aria condizionata, sotto quest’aspetto così così.
Non mi sto lamentando perché tutti hanno questi problemi qua, li abbiamo risolto bene o male. Con calma mi riposo.