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 2024  agosto 01 Giovedì calendario

Da Rowling a Salvini tutti contro i pugni di Imane

A lanciare il sasso nello stagno era stato, lunedì scorso, il Guardian: Imane Khelif, per l’Algeria, e Lin Yu-ting, per Taiwan, hanno ricevuto il via libera per partecipare alle gare di pugilato femminile delle Olimpiadi nonostante fossero state escluse dai Mondiali lo scorso anno per aver fallito i «test di genere». Una notizia subito ripresa dalla scrittrice J.K. Rowling su X: «Che cosa deve capitare perché questa follia si fermi? Una pugile ferita in modo devastante? O uccisa?».
La polemica ha, poi, preso piede in Italia perché ad affrontare Khelif sul ring, in un match dei pesi welter, sarà oggi l’italiana Angela Carini. «Abbiamo chiesto, come Lega, una informativa al ministro dello Sport. Che un uomo combatta contro una donna mi sembra poco olimpico. Questo la prende a pugni, a botte, non giocano a scacchi» ha detto il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini. Tirato in ballo, il responsabile del dicastero per lo Sport e i giovani Andrea Abodi definisce «poco comprensibile che non ci sia un allineamento nei parametri dei valori minimi ormonali a livello internazionale» e giudica «non equa» la gara di oggi. Tra le fila del governo il ministro della Salute Orazio Schillaci si augura che «l’incontro garantisca integrità ed equità della competizione» mentre il presidente del Senato, Ignazio La Russa, provoca su X: «È politicamente scorretto dire che tifo per la donna?». Preoccupata la ministra per la Famiglia Eugenia Roccella che invoca «requisiti di ammissione rigorosi, certi e univoci, per una gara che sia onesta e bilanciata. A maggior ragione quando si tratta di sport che implicano un confronto fisico diretto». E il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli, di Fdi, ricorda che «una precedente avversaria dell’algerina ha dichiarato di non aver mai sofferto tali colpi in 13 anni di carriera da professionista e di sentirsi fortunata per non aver subito traumi gravi durante l’incontro».
Salvini
Che un uomo combatta contro una donna è poco olimpico Questo la prende a pugni, non giocano a scacchi
Critiche che vengono giudicate «riprovevoli» da Alessandro Zan, eurodeputato e responsabile Diritti nella segreteria nazionale Pd che accusa «la destra italiana» di usare «i Giochi olimpici per alimentare l’odio transfobico tramite fake news». Khelif, ha aggiunto Zan, «non è una donna trans, come i vari La Russa, Salvini, Rampelli e Sasso ripetono a disco rotto, ma una persona intersex, che rientra pienamente nei parametri delle competizioni femminili fissati dal Cio». Una versione avallata da Rosario Coco, presidente di Gaynet che ha ricordato come l’Algeria proibisca «il cambio del genere sui documenti».
Zan
Khelif non è una donna trans come La Russa, Salvini, Rampelli e Sasso ripetono a disco rotto ma una persona intersex
Più prudente la posizione di Luana Zanella, capogruppo di Verdi e Sinistra alla Camera: «Di sicuro Khelif, insieme a un’altra collega, è stata esclusa dal Mondiale della sua categoria. L’unica cosa certa a questo punto è che occorre adeguare le regole sportive alle nuove realtà, unificandole a ogni livello, perché non può essere solo il peso corporeo a definire la categoria sessuale di appartenenza».