Corriere della Sera, 1 agosto 2024
Cina e Occidente: due idee di Africa
Siamo alla terza ondata di «interesse» per l’Africa da parte di potenze di altri continenti. La prima nell’Ottocento, quando i colonizzatori europei la invasero e si appropriarono di terre. La seconda durante la Guerra Fredda, quando l’Unione Sovietica e gli Stati Uniti cercarono di portare dalla loro parte nazioni di recente indipendenza: la prima sostenendo governi che si dicevano marxisti, i secondi i governi che si professavano capitalisti. La terza ondata è in atto, iniziata dalla Cina e ora navigata anche da molti Paesi occidentali: l’importanza del continente dal punto di vista commerciale, economico e politico-diplomatico fa sì che il rapporto tra africani e stranieri sia più equilibrato che in passato. Ma non ancora del tutto. Uno studio approfondito realizzato da Eckhardt Bode dell’Ifw di Kiel (uno dei maggiori centri di ricerca tedeschi) analizza le differenze di approccio nell’erogazione di credito all’Africa da parte della Cina da un lato e di sei Paesi occidentali dall’altro (Francia, Germania, Giappone, Italia, Spagna, Stati Uniti). È uno studio fondato sui dati dei prestiti a nazioni africane tra il 2000 e il 2019. Le differenze sono sostanziali, sia dal punto di vista politico che da quello degli affari. Pechino tende a prestare di più ai Paesi che sostengono apertamente l’idea di Cina Unica, cioè affermano spesso che Taiwan fa parte della Repubblica Popolare Cinese. E premiano i governi che si allineano alle sue posizioni nelle votazioni all’Assemblea Generale dell’Onu. Gli occidentali, invece, non sono guidati da ragioni di voto alle Nazioni Unite anche se – ma forse è un caso – anch’essi prestano di più a Paesi che seguono il principio di Cina Unica. Tutti prestano denari agli africani per avere accesso alle loro materie prime ma – dicono i calcoli di Bode – gli occidentali fanno credito anche ai Paesi meno ricchi di risorse, soprattutto se questi hanno istituzioni abbastanza solide. In certi casi, poi, i cinesi pretendono tassi d’interesse «sproporzionatamente alti», tanto che «numerosi Paesi africani che hanno preso a prestito pesantemente dalla Cina, inclusi Ciad, Etiopia, Ghana e Zambia, sono ora in crisi finanziaria». Non è più il vecchio colonialismo ma per alcuni versi l’Africa sembra ancora una terra di conquista. Cinesi e occidentali cercano il consenso e i minerali del continente. Ma con scopi e modi ben diversi.