Corriere della Sera, 1 agosto 2024
Carabiniera suicida, perquisito cronista del Corriere Firenze, la polizia a casa e in redazione. Il Cdr: «Azione invasiva». L’Ordine: «Sconcertati»
Firenze Ha scritto a maggio un articolo sul caso del suicidio di un’allieva della scuola marescialli dei carabinieri e ieri, a distanza di due mesi, il cronista di nera del Corriere Fiorentino Simone Innocenti è stato perquisito su ordine del procuratore capo Filippo Spiezia. Per quasi otto ore la polizia postale e i carabinieri hanno eseguito le perquisizioni nell’abitazione del giornalista e nella sua postazione in redazione e hanno effettuato le copie forensi dei computer e del telefono cellulare, permettendogli così di ritornare in possesso dei suoi strumenti di lavoro.
Simone Innocenti è accusato di rivelazione del segreto d’ufficio in concorso con un pubblico ufficiale da identificare per un articolo pubblicato il 17 maggio dal titolo «Le ultime ore della carabiniera suicida, tutte le testimonianze dell’inchiesta», in cui fa il punto sull’indagine, senza indagati, e ripercorre le testimonianze raccolte dagli investigatori tra i compagni e i familiari della ragazza di 25 anni che si è tolta la vita all’interno dell’istituto. «Rivelava – si legge nel decreto di perquisizione – non solo in forma riassuntiva, ma in un passaggio anche utilizzando le virgolette, notizie destinate a rimanere segrete, quali ad esempio il numero delle persone ascoltate dalle forze dell’ordine, il tenore delle dichiarazioni rese».
Il Cdr stigmatizza con forza l’atteggia-mento inti-midatorio delle forze dell’ordine
Il segreto delle fonti è cardine inviolabile della
professione
Immediate le reazioni: «Il Cdr del Corriere della Sera stigmatizza con forza la decisione della Procura di procedere con una perquisizione invasiva e l’atteggiamento intimidatorio delle forze dell’ordine, ricordando che il segreto delle fonti è un cardine inviolabile della professione giornalistica». «Inaccettabile che si perquisisca un giornalista – il commento del presidente nazionale dell’Ordine dei giornalisti Carlo Bartoli – Il cronista ha svolto il suo mestiere riportando un fatto di interesse pubblico ottenuto da fonte verificata. Non si comprende quindi l’accusa di concorso in rivelazione di segreto d’ufficio che non può certo riguardare il giornalista che esercita il diritto di cronaca e agisce in base alla tutela del segreto professionale sancito dalla legge italiana e dal diritto europeo». «Sconcertato» il presidente toscano dell’Ordine dei giornalisti Giampaolo Marchini. Le perquisizioni legate allo svolgimento della professione giornalistica, ricorda l’Odg toscano, «sono state recentemente condannate dalla Corte europea di Strasburgo che ha sancito il diritto alla tutela del segreto sulle fonti come condizione irrinunciabile a garanzia della libertà di stampa. Come di recente ha ricordato anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella». Condanna «per l’irruzione nella sede del Corriere» anche dalla Federazione nazionale della stampa e dall’Associazione stampa Toscana.