la Repubblica, 1 agosto 2024
Il faccia a faccia per Meloni e Xi e il mistero dei badge fantasma
SHANGHAI – Se fosse il titolo di un film potrebbe essere “Il mistero dei badge fantasma”. Con un’ulteriore stranezza: lo stupore dei cinesi nel non vedere nessun rappresentante della stampa italiana all’incontro. La “trama” è questa: lunedì, giorno del faccia a faccia tra Giorgia Meloni e Xi Jinping alla residenza di Stato di Diaoyutai a Pechino, ai media arrivati da Roma e ai corrispondenti dalla Cina viene comunicato che non si potrà partecipare alle battute iniziali – come di solito succede in queste visite – tra la premier italiana e il segretario generale comunista. La motivazione: impossibile entrare, non ci sono posti. Due giorni dopo si scopre che qualche posto, invece, c’era. Nelle ore precedenti all’incontro, apprende Repubblica da più fonti, i posti disponibili (per qualcuno, non tutti) erano almeno due o tre: pochi comunque rispetto alla trentina di giornalisti che coprivano la visita. Sette i badge totali a disposizione, spiegano le fonti: quattro inizialmente (poi diventati cinque) per lo staff della premier. Gli altri, che sarebbero potuti esser distribuiti ai giornalisti, spariti magicamente.Lo abbiamo fatto per non farvi litigare, dicono da Palazzo Chigi. E dunque tutti fuori, questo il ragionamento.Rispondono, interpellati daRepubblica a notte fonda cinese, che nemmeno loro erano a conoscenza che ci sarebbero state alcune battute iniziali a favore di telecamera e che lo hanno appreso solo all’ultimo momento. Ragionamento che regge poco o nulla. Come fa la delegazione italiana a non sapere che, di prassi, prima di entrare a porte chiuse ci sono dichiarazioni aperte a una parte della stampa? Succede così con tutti i leader che vengono in visita in Cina: e almeno un ristretto pool di giornalisti del Paese ospitato in questionevi accede.C’erano invece, per accordi presi direttamente con i cinesi, a quanto si apprende, due agenzie di stampa internazionali come Reuters eAssociated Press. Imbarazzante che nessun media italiano fosse lì. E imbarazzante pure perché le stesse fonti raccontano che anche la parte cinese sarebbe rimasta sorpresa dall’assenza dei media italiani: non una gran figura,insomma.In cinque giorni di missione in Cina, dunque, la stampa al completo ha visto la premier italiana solo una volta: un incontro volante, meno di 20 minuti, un po’ caotico, nella hall dell’hotel Regent di Pechino. Pure al faccia a faccia che Meloni ha avuto ieri a Shanghai col capo del Partito della città hanno potuto partecipare solo un’agenzia e una tv.