Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2024  luglio 31 Mercoledì calendario

Il sogno della balneabilità della Senna infranto: da Chirac a Hidaldo


Tutto si tiene, nel grande fiume di Parigi. Soldi e feci, natura e politica. Desideri, ossessioni, narrazioni. Provocazioni e polemiche, non solo legate alla cerimonia dei Giochi: ma quelle dei parigini che alle prime battute d’arresto sulla balneabilità hanno sfidato la sindaca Anne Hidalgo. Lei voleva «inaugurare» la Senna a giugno, trincerandosi dietro un’accessibilità delle acque notoriamente appesa al meteo, nonostante il miliardo e mezzo speso per la depurazione. Un gruppo di bontemponi fece saltare il tuffo (poi recuperato). Come? Sui social minacciarono Hidalgo di farle trovare al suo arrivo un galleggìo di escrementi e sederoni in posizione da wc, pronti a fare i bisogni in sua presenza; protesta, per mettere a nudo i capricciosi sogni di gloria della socialista-ecologista. Che si è sentita forse ripetere troppo il detto barese: «Se Parigi avèsse lu màre, fosse na piccola Bbàre». Lei ha però continuato a piazzare ogni estate 550 sdraio, 50 palme, 3.500 tonnellate di sabbia trasformando certe «rive» in zone di svago e relax. Paris Plages. Finché la pioggia non ha rovinato i piani. I suoi e quelli di Macron.
Per la prima cittadina, la balneabilità è un’ossessione a intervalli regolari dal 2016, nel solco del camaleontico ex sindaco Jacques Chirac. Da primo cittadino – era il ’90 – a un tratto promise in tv di «fare il bagno nella Senna davanti a testimoni» entro il ’93, usando pure lui il fiume come oggetto di propaganda green, rilanciando il suo programma elettorale (e facendo liberare 5mila lucci in acqua), disse che la Senna sarebbe tornata «pulita». Ma proprio i politici di ogni epoca hanno contribuito a renderla sempre meno limpida e inquinata, rispetto a quanto dichiarava invece Giulio Cesare, che nel 58 a.C. la vedeva «sempre allo stesso livello d’estate e d’inverno, l’acqua che fornisce è molto limpida, gradevole anche per chi la vuol bere».
Stando alle foto risalenti alla vigilia della Prima Guerra Mondiale, folle di parigini si tuffavano dai ponti, con gare di nuoto, ma nel 1923 la balneazione fu vietata con decreto prefettizio. E tuttavia in molti continuarono illegalmente a nuotarci fino agli Anni ’50. Fare il bagno nella Senna, per Hidalgo sarà realtà l’anno prossimo. L’ex sindaco diventato presidente non mantenne il suo impegno. Tracciò però una via, percorsa nel frattempo da sub, archeologi e musei, che nella Senna hanno visto un business. «In fondo c’è l’oro», è una delle leggende. Hanno rinvenuto soprattutto selci, ex voto e rubinetti. La Senna è anima e specchio di Parigi, prima che Parigi diventasse Ville Lumière. E che fosse immaginata da Hidalgo come un lido di Forte dei Marmi. Testimone di regnanti e prigioniera di una brigata fluviale che vigila per impedire immersioni. Salvo esenzioni eccezionali per il Triathlon dal 1986 al 1996 e dal 2007 al 2012. E già allora i concorrenti ne uscirono non solo intirizziti dal freddo, ma nauseati.
Storia, commercio, politica. La Senna dà e toglie. Offre e sottrae. Illude e gioca finché alla fine vince lei, come il banco al casino. Incorruttibile, come la sua corrente che sfocia nella Manica, tollera al massimo d’essere usata in superficie, accompagnando merci per il sostentamento come è stato per secoli, lasciando solo certe imbarcazioni scivolare sulle sue acque. Come mosche. I «Bateau-mouche», che a loro volta hanno provato a sfidarla. Dopo la Seconda Guerra, molti sono diventati un’altra cosa rispetto all’originale funzione commerciale e di supporto alle costruzioni dei monumenti circostanti. Qualcuno si è incagliato, finendo rudere. Qualcun altro ha provato a trasformarsi in disco-bar, allagato o fortemente danneggiato negli anni. Come molti politici, alcuni imprenditori avevano chiesto troppo al fiume. E oggi la Senna è anzitutto il confine tra la rive gauche degli intellettuali e la rive droite della borghesia e dei Palazzi. Un fiume che era considerato una divinità pagana in mezzo a uomini e donne che da secoli hanno provato a piegarlo ai loro bi(sogni). Di gloria e di toilette. Incassando quasi sempre una vendetta senza appello. Senna vendicativa. Come un innamorat* tradit*. Tra sport, cultura, divertimento e scetticismo. E pure un film su Netflix che ha immaginato ci fossero squali giganti. Ma tra fiction e realtà, resta il fiume che modella Parigi dai primi insediamenti umani. E non vuol essere tirato per la giacca. In programma c’è ancora la nuotata di Macron; promessa senza data.