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 2024  luglio 31 Mercoledì calendario

Cento anni fa nasceva Corrado


«Ancor prima di ammalarsi per l’ultima volta era solito dirmi: nessuno si ricorderà più di me. Gli proposi una scommessa: io dico che non sarà così. L’ho vinta io quella scommessa e so che lui dall’aldilà lo ha visto». Sono passati 25 anni dalla morte e il 2 agosto saranno 100 dalla nascita: aveva ragione lei, Marina Donato, che è stata al fianco di Corrado – il cognome, Mantoni, è superfluo – per 26 anni.
Ciclicamente Corrado ritorna, attraverso la sua creazione più celebre, La Corrida (prima in radio, poi in tv su Canale 5 dal 1986), il programma che dava l’occasione ai «dilettanti allo sbaraglio» di mettersi in mostra cantando, ballando, proponendo spettacoli a volte fantasiosi altre agghiaccianti. Per certi versi un prototipo di talent show : «Ho difficoltà a definirlo talent – spiega Marina Donato —, il talent lo fa chi vuole emergere, mentre alla Corrida partecipano persone che il giorno dopo tornano alla loro vita di sempre. Ci sono state pochissime eccezioni: dalla radio è emerso Gigi Sabani, dalla tv Emanuela Aureli e Neri Marcorè».
Se la forza di Corrado si poggiava su due pilastri («la curiosità» e «l’ironia»), la forza del programma è sopravvissuta a lui: nel tempo si sono alternati a condurla Gerry Scotti, Flavio Insinna e Carlo Conti. Il prossimo sarà Amadeus, che per la sua nuova sfida sul Nove ha deciso di puntare su un format collaudato ma che è a riposo da quattro anni. Marina Donato detiene (con il figlio di Corrado) i diritti del format: perché è un programma che non muore mai? «Penso che sia dovuto al fatto che la gente sente il bisogno di una tv “pulita” e vera». Nessun paragone però tra Corrado e chi è venuto dopo di lui: «Tre conduttori bravissimi, ognuno con il suo stile. Gerry Scotti ha portato avanti il tentativo di dare una continuità di conduzione dopo la morte di Corrado. Era profondamente garbato e ironico. Insinna ha fatto una Corrida più rivolta al giovani, mirando a un target pubblicitario ben chiaro. Conti è tornato al classico: è una persona sempre rispettosa del prossimo».
Marina e Corrado avevano 25 anni di differenza (lei 24 e lui 49) quando è iniziata la loro relazione. Si sono sposati «tardi», dopo 23 anni di convivenza, nel 1996. Matrimonio ristretto, appena 22 invitati. «Corrado voleva così, era riservatissimo. Prima però abbiamo fatto una cena con 200 amici, li abbiamo convocati senza dire niente e ci divertivamo a chiedere loro per quale motivo li avessimo chiamati. Nessuno pensava a un matrimonio dopo 23 anni di convivenza, tranne un amico che ci regalò delle lenzuola». La cerimonia fu officiata da Rutelli: «C’erano solo gli amici intimi e tra questi anche Silvio Berlusconi che all’epoca frequentava molto Corrado», che lo aveva strappato alla Rai a inizio anni Ottanta. «Il matrimonio era talmente segreto che non si trovavano le nostre carte e un motociclista corse all’anagrafe a cercare i nostri documenti».
Dopo Corrado, Marina Donato è stata legata all’ex magistrato Italo Ormanni, ma i ricordi di una vita non si cancellano con il passare del tempo: «Mi vengono in mente cose minime. Io scrivevo malissimo i numeri di telefono sull’agenda, senza criterio logico – non per cognome e nome – e lui impazziva finché non arrivavo io». La cosa che le è mancata di più sono state «le risate». Un aneddoto le riassumeva: «Al mattino io per almeno 10 minuti non parlo, non ascolto e non faccio nulla e Corrado aspettava che io entrassi in sintonia con il resto del mondo. A un certo momento regolarmente mi diceva: Ora se po’ parlà? E li incominciava la nostra giornata».