Corriere della Sera, 30 luglio 2024
Csm, indagata la consigliera Natoli
ROMA Rosanna Natoli, consigliera del Csm e componente della sezione disciplinare fino al 18 luglio scorso, è indagata dai pm romani per le ipotesi di rivelazione di segreto e abuso d’ufficio. L’avvocata (in quota FdI e ritenuta vicina al presidente del Senato Ignazio La Russa) avrebbe rivelato contenuti sull’inchiesta nella quale era coinvolta una magistrata sotto procedimento, Maria Fascetto Sivillo, in un faccia a faccia ritenuto a dir poco sconveniente rispetto al ruolo ricoperto. La vicenda che ha scatenato una nuova bufera sul Csm va riepilogata per maggiore chiarezza.
Componente laico della Sezione disciplinare del Csm, mesi fa, Natoli aveva convocato nel suo studio la giudice catanese Fascetto Sivillo, già condannata in primo grado per una tentata concussione e ora accusata davanti al «tribunale dei giudici» di aver usato la qualità di magistrato «al fine di conseguire ingiusti vantaggi». Le due donne sono nell’ufficio di Natoli ma quello che emergerà in seguito è che Fascetto la registra, parola per parola: «Noi questa situazione la vogliamo e dobbiamo risolvere, però lei ci deve dare una mano, dottoressa Fascetto...» si sente dire da Natoli. Quest’ultima le propone suggerimenti su come difendersi nella consapevolezza di violare il segreto della camera di consiglio del Csm. Perché mai questa premura nei confronti della giudice? Il motivo, esplicitato dalla stessa Natoli è che Fascetto Sivillo era «amica degli amici», una collega insomma da difendere anche a costo di commettere un abuso.
Prosegue Natoli violando uno dopo l’altro tutti i presupposti del segreto e della riservatezza collegata al proprio ruolo nel Csm: «Io credo che lei ha avuto i soprusi, ma ora se li deve scordare perché dobbiamo andare avanti... Perché quando ci siamo riuniti, e sto violando il segreto della camera di consiglio, dicono tutti “è vero che ha subito un sopruso, ma a me sembra, poverina, che sia andata in tilt”... E quindi, dice, perdita di anzianità».
Il pressing
L’inchiesta potrebbe accelerare le dimissioni
Finora Natoli
ha resistito al pressing
Fascetto Sivillo, assistita dall’avvocato Carlo Taormina, dunque, aveva registrato ogni parola attraverso il proprio cellulare. Non è tutto perché, stando alla registrazione, anche il resto della sezione del Csm, la stessa che avrebbe dovuto decidere sui provvedimenti a Fascetto Sivillo, sarebbe stata incline a misure non particolarmente severe, purché la giudice si fosse attenuta a particolari cautele.
A questo punto la convocazione da parte del procuratore aggiunto Paolo Ielo imprime un’accelerazione alla vicenda giudiziaria. Natoli sarà ascoltata in qualità di indagata dai pm romani. Per molti la consigliera non può continuare a fare parte del Csm, pena il danno di immagine (un altro dopo lo scandalo Palamara) dell’organo di autogoverno delle toghe. La sponsorship di La Russa nei suoi confronti rischia di dare il la a un contrasto istituzionale tra alte cariche dello Stato (il presidente della Repubblica è a capo del Csm). Ma ora l’inchiesta romana potrebbe accelerare le dimissioni di Natoli.