il Fatto Quotidiano, 30 luglio 2024
Ken il guerriero, da 41 anni non è mai stanco di lottare
L’aver trascorso la propria infanzia o adolescenza durante gli anni 80, include spesso un considerevole ammontare di ore passate a guardare i cartoni animati giapponesi, in onda a profusione su gran parte delle tv locali italiane. E per i ragazzi l’eroe di riferimento era uno e uno soltanto, Ken il guerriero: prototipo di pura mascolinità, quella che oggi verrebbe definita tossica, ma che in realtà nasconde, sotto il fisico da bodybuilder e un volto in grado di esprimere solo rabbia o impassibilità, un animo da Dodò dell’Albero Azzurro – all’incirca. Per i nuovi e vecchi fan, arriva ora il primo numero della nuova edizione del manga da cui l’anime di Ken è stato tratto: Hokuto no Ken: Extreme Edition, una versione di lusso pubblicata da Panini in 18 volumi, con pagine a colori e di formato più grande, per quella che è stata una delle opere più influenti nella storia dei fumetti in tutto il mondo, oltre 100 milioni di copie vendute dal 1983.
Sono passati più di 40 anni da allora, che a Ken cominciano a pesare. A rileggerla oggi, la trama e certe linee di dialogo sembrano un po’ fuori dal tempo; quello che invece risulta essere ancora all’avanguardia è l’atmosfera, inquietante, uno stile opprimente da cui trasuda ogni disegno di Hara: siamo negli anni 90 e la Terra è ridotta a landa desolata a seguito di un’apocalisse nucleare, in una sorta di società feudale dominata da bande di spietati e pompatissimi teppisti. E poi c’è Kenshiro, un uomo misterioso, protettore degli indifesi e successore dell’antica scuola di Hokuto, misteriosa arte marziale che permette di far esplodere le persone toccandole con forza in determinati punti di pressioni del loro corpo – una serie di percosse che il protagonista accompagna con l’iconico urlo ATATATATA, la cui intensità varia a seconda della potenza del cattivone di turno. L’incedere degli eventi è quasi una scusa per immergersi in spettacolari docce di sangue che seguono ogni esplosione di teste o corpi, con interiora che vanno a tappezzare un’ambientazione che si rifà esplicitamente alla desolazione di Mad Max. Nella versione animata il risultato era meno brutale. Presto però, i pugni di Kenshiro torneranno come nuovi anche sottoforma di cartone animato. Un remake è stato annunciato l’anno scorso, senza data d’uscita.