la Repubblica, 30 luglio 2024
L’Appia Unesco è mutilata
Il rischio, per ora una certezza, è che tra le meraviglie dell’Appia Antica diventate patrimonio dell’Unesco, un tesoro del mondo intero, sia escluso tutto il tratto della Regina Viarum che attraversa in lunghezza l’intera provincia da Cisterna di Latina a Minturno, la cosiddetta diramazione per Norba. Con le sue magie: i mosaici di Tres Tabernae e il passaggio di San Paolo, il ponte sul Canale Mussolini, il Foro Appio che si affaccia sul Canale Linea Pio, il lago di Ninfa su cui si specchiano i magnifici colori del giardino e la torre del castello, il golfo di Gaeta e la tomba di Cicerone visti dalla collina dell’Acervara a Formia, i suggestivi siti archeologici di Norba e Minturnae e il teatro di Terracina tornato al suo splendore.
L’assemblea dell’Icomos, il Consiglio internazionale dei Monumenti e dei Siti, che a New Delhi haproclamato bene universale la più antica strada del mondo, da Roma a Brindisi, frutto del genio dell’ingegneria romana, nelle raccomandazioni arrivate nella riunione finale ha infatti escluso dal tracciato Unesco il tratto che si snoda «nella pianura pontina con diramazione per Norba, che interessa la provincia di Latina: i comuni di Cisterna di Latina, Latina, Norma, Sermoneta, Sezze, Pontinia e Terracina», che invece era inserito nella richiesta del riconoscimento Unesco fatta dal ministero della Cultura.
Non solo. Esclusi anche i tratti dal XIX al XXIV miglio, ossia il tracciato dell’Appia che passa per i territori di Genzano, Nemi, Lanuvio e Velletri. E, al Sud, quello dei Comuni di Altamura, Matera, Castellaneta, Santeramo in colle e Laterza.
E dunque è scoppiata la polemica. «La decisione dell’Icomos di eliminare, dal riconoscimento della Via Appia come patrimonio Unesco, il tratto che dai colli romani attraversa tutta la pianura pontina fino a Terracina rappresenta una scelta incomprensibile» tuona il presidente della Provincia di Latina Gerardo Stefanelli, «rispetto alla quale il ministro della Cultura e il governo avrebbero potuto e dovuto fare di più, presentando opportune controdeduzioni in sede di discussione della candidatura».
«La nostra posizione è molto chiara – ribattono dal Mic – Se avessimo riaperto il dossier per provare a inserire nuovi Comuni avremmo rischiato seriamente un rinvio di un anno perché probabilmente l’Icomos avrebbe chiesto un supplemento di indagine. E fra un anno non sappiamo cosa sarebbe potuto accadere. Grazie alla Via Appia, l’Italia ha raggiunto i 60 siti iscritti, restando davanti alla Cina che nel frattempo è salita a 59 siti iscritti”. “L’Icomos” prosegue il comunicato “ha dato un giudizio straordinariamente positivo sulla candidatura nel suo complesso, ma escludendo tre tratti perché non avrebbero connessioni specifiche e stringenti con il tracciato viario e con le fasi cronologiche considerate per la candidatura. Ma le zone escluse potranno beneficiare degli effetti positivi, inclusi quelli turistici, attesi dall’iscrizione. Inoltre il governo italiano studierà ogni possibile iniziativa per ottenere una revisione della decisione e l’ampliamento dell’area iscritta alle tre componenti. Le comunità interessate, anche sulla base del protocollo d’intesa siglato nel gennaio 2023, saranno in ogni caso coinvolte fin da subito dal ministero della Cultura nelle iniziative di valorizzazione del percorso della Via Appia a seguito di questo grande risultato». E pensare che la costruzione dell’Appia attraverso l’Agro Pontino era stata un piccolo grande miracolo degli antichi ingegneri, con la costruzione della via su un terrapieno rialzato, forato da diversi ponti per permettere il passaggio dei canali verso il mare.