Corriere della Sera, 27 luglio 2024
Il titolo reale sul gin nuziale. La principessa della norvegia sotto indagine
A preoccupare Oslo non è il sì della figlia del re con uno «sciamano», ma che la principessa usi il titolo per commercializzare del gin. A un mese dalle nozze di Märtha Louise, figlia di Harald V, che il 29 agosto sposerà Durek Verrett -— uomo d’affari e guru shamanico che piace a Hollywood – le autorità sanitarie norvegesi puntano la lente sull’uso improprio del titolo reale. Al centro della questione le bottiglie di gin lanciate per il matrimonio. E dire che anni fa a fare rumore era stato invece quell’amore tra la figlia del re e Mr Verrett. «Ho deciso che non svolgerò più impegni reali», disse lei annunciando il passo indietro dai royal engagement: «Troppe questioni sollevate dal mio amore». «Mi dispiace che la principessa non rappresenti più la Royal House», disse il padre re che col figlio ed erede Haakon (reggente, dopo il pacemaker applicato al sovrano a febbraio) aveva dovuto fare i conti con il crollo della popolarità della Corona per le scelte di cuore della principessa. Ma la condizione posta per la libertà della figlia era stata appunto che rinunciasse al suo ruolo nella Casa reale. E che non utilizzasse il titolo per questioni commerciali: il re non glielo aveva tolto alla condizione che non lo usasse in modi che avrebbero svilito il ruolo della Corona. Alle accuse sul gin la portavoce della principessa, Carina Scheele Carlsen, ha risposto che di «errore», «svista», si tratta. E invece, da una lettera della Oslo Håndverksdestilleri che ha imbottigliato il gin, la coppia sarebbe stata coinvolta nella scelta dell’etichetta, dunque pure del titolo messo in mostra sulle bottiglie. «Sia DV (Durek Verrett) sia ML (Märtha Louise), sono stati coinvolti nel design del testo sulla bottiglia», dice la lettera vista dal giornale Aftenposten. Per di più, in Norvegia è vietata la pubblicità di bevande alcoliche. In fondo, c’è il precedente di Harry e Meghan dopo la Megxit: il volontario passo indietro dagli impegni reali nel 2020. La regina Elisabetta fu chiara nel pattuire col nipote che avrebbe sì mantenuto il suo titolo di Altezza reale e quello di duca di Sussex, ma che avrebbe dovuto stare attento a non svilirlo con usi commerciali.