Corriere della Sera, 27 luglio 2024
Un altro libro sui Windsor
Le mani della regina Elisabetta, indebolite dal mieloma che la sta consumando, faticano a reggere la teiera e per non rovesciarla chiede al suo staff – «Non conosco più nessuno»: le sue governanti di sempre sono ormai andate in pensione, il marito e le amiche più care non ci sono più – di trovargliene una più piccola e leggera. Era già noto che al di la della causa ufficiale – «età avanzata» – diffusa dal palazzo, Elisabetta morì nel settembre del 2022 per un tumore. Lo conferma adesso un libro in uscita il 1 agosto nel Regno Unito, molto atteso: una biografia della principessa Catherine (Catherine, The Princess of Wales) scritta da Robert Jobson e da ieri anticipato a puntate sul Daily Mail.Biografo dei Windsor – di Filippo, di Carlo al quale ha dedicato due libri, di William – e di Diana (con retroscena esclusivi rivelati dal capo della scorta), Jobson è specializzato in scoop reali: fu lui nel 2005 a scoprire che Carlo aveva chiesto a Camilla di sposarlo. Scrive ora che, nei mesi finali, Elisabetta era quasi cieca ma la sua consolazione fu il rapporto, che divenne ancora più stretto, con William. Le difficoltà con Carlo rimasero irrisolte, ma «le visite e le frequenti telefonate di William» furono un momento di gioia. Era stata Catherine, spiega Jobson, a convincere il marito a trasferire la famiglia più vicino a Windsor.
La tesi del libro è che – al contrario di Diana che sposò Carlo quand’era appena ventenne – ha giovato a Catherine arrivare all’altare quasi trentenne, più matura. E che l’influenza pacificatrice di lei abbia permesso a William – che Jobson descrive come rigido, scontroso, ostinato – di avviare la distensione nei rapporti con re Carlo dopo anni molto complicati.
Se Carlo viene dipinto come padre distante durante l’infanzia e adolescenza di William, Diana appare come madre fin troppo premurosa che avrebbe, secondo Jobson, utilizzato il figlioletto come «stampella emotiva» durante le crisi matrimoniali prima, e più tardi negli anni della separazione e del divorzio reale. «William le chiese di smetterla di parlare male del padre in sua presenza perché non voleva parteggiare per nessuno dei due. E occasionalmente si sentiva in imbarazzo per certi atteggiamenti della madre che gli parevano fuori controllo».
Catherine porta dunque calma e un senso di sicurezza nella vita del marito, che è attentissimo al tempo da dedicare al rapporto con i figli per non ripetere l’errore di Carlo – privilegiare gli impegni di Stato – che lo fece soffrire da bambino. «William vuole che i suoi tre figli, da grandi, ricordino un’infanzia di amore totale».
Catherine «cerca sempre di considerare i punti di vista altrui… e ha ricavato per sé un ruolo da pacificatrice nelle vicende familiari». Sarebbe stata lei, secondo il libro, a convincere William ad avere un rapporto cordiale, se non proprio affettuoso, con Camilla che era invece odiatissima da sua madre Diana.
E Carlo? Padre di due maschi, «vede Catherine come la figlia che non ha avuto… in privato, lei chiama il re grandpa, nonno». William ha poca pazienza e tende ad alzare la voce quando è contrariato; un tema spinoso, rivela il libro, è quello dei viaggi in elicottero. William insiste da anni nel portare tutta la famiglia con sé, prassi invisa ai reali di tutto il mondo per ovvi motivi di sicurezza (legati alla successione e ai problemi di Stato se una sciagura cancellasse un intero ramo familiare).
Pilota esperto, William rimase sulle sue posizioni e la regina Elisabetta si lamentò della cosa con il nipote in termini molto franchi, «senza freni». Carlo costrinse così il figlio a firmare un documento nel quale riconosceva di correre un rischio di sicurezza (una tragedia in volo avrebbe portato Harry e Meghan, e i loro figli, alla successione di Carlo e Camilla).