la Repubblica, 28 luglio 2024
“Spray e campanelle contro le aggressioni Con l’orso si può convivere il Canada ce lo insegna”
Spray urticante, campanelle e una miriade di cartelli con su stampato il concetto: questa è la casa dell’orso, devono essere gli uomini a muoversi con rispetto. La ricetta canadese per la convivenza è fatta di regole semplici, ma che possono valere la vita. «Il grizzly, una delle tre specie che vivono qui, oltre all’orso bruno e a quello polare, può essere aggressivo» spiega infatti Beatrice Frank, che vive a Victoria, nella selvaggia e boscosa British Columbia, e fa parte del gruppo dell’Iucn (International Union for Conservation of Nature, l’ente che stila la lista rossa delle specie a rischio estinzione) che si occupa di conflitto e coesistenza tra umani e fauna selvatica a livello mondiale. Dello stesso tema Frank si occupa anche in Canada, nel settore delle aree protette. Il paese del Nordamerica ha la più numerosa popolazione di orsi del mondo: fra 300 e 400mila – circa uno ogni cento abitanti – ma gli incidenti sono rarissimi.
Dove sono gli orsi da voi?
«A volte arrivano fino alla periferia delle città, come anche i puma.
Quando comprammo la nostra casa a Victoria ci ritrovammo subito con un allarme puma. Un esemplare era stato avvistato nel nostro quartiere e alcune strade erano state chiuse per sicurezza.
Andando nella natura poi sono obbligatorie alcune misure di sicurezza».
Quali?
«Portare con sé lo spray antiorso. Si trova in tutti i negozi di attrezzature per la vita all’aperto.
Esistono dei video anche online che spiegano come usarlo, per essere preparati in caso di bisogno.
Lo spray va tenuto a portata di mano, non nello zaino. È consigliata anche una campana, in mano o appesa allo zaino. L’orso non ha nessuna voglia di incontrarci e sentendo il nostro rumore si allontanerà per tempo.
La sorpresa di trovarsi di fronte un uomo del cui arrivo non si è accorto può farlo reagire male. È quel che avviene con i runner, che procedono in silenzio e di corsa.
L’orso, colto alla sprovvista, può sentirsi minacciato, specialmente se è una femmina con i cuccioli».
A lei è mai capitato di incontrarli?
«Sì, mentre camminavo con le mie figlie, diverse volte hanno attraversato la strada di fronte a noi e si sono allontanati rapidi, senza conseguenze. Avevamo la campana, le mie figlie la tengono spesso in mano per giocarci, e ci muovevamo in gruppo con il cane al guinzaglio. Le situazioni più difficili le abbiamo vissute forse in città, con i cervi accompagnati dai piccoli che ti inseguono per allontanarti, specialmente se sei con un cane».
L’anno scorso però c’è stato un incidente in Canada. Una coppia e il loro cane sono stati uccisi da un orso.
«L’incontro sbagliato al momento sbagliato può sempre capitare. Si èsaputo che la coppia non aveva lo spray a portata di mano, ma chiusa nello zaino. Rispetto alla popolazione ingente di orsi del Canada gli incidenti sono comunque molto rari».
Ci sono altre misure da rispettare?
«Se diversi orsi vengono avvistati in un’area, i ranger dei parchi intervengono rapidamente e chiudono i sentieri con dei cartelli temporanei. Lo stesso avviene nella stagione degli accoppiamenti o nelle zone in cui maturano i mirtilli. In alcune aree abitate sono obbligatori i cestini dellaspazzatura che non possono essere raggiunti dagli orsi ed esistono incentivi per installare recinti elettrificati dove tenere gli animali da cortile».
È possibile che un turista non conosca le regole e si ritrovi in situazioni rischiose?
«I cartelli sono davvero ovunque.
Gli operatori turistici e gli albergatori distribuiscono depliant ai clienti. È difficile arrivare su un sentiero impreparati. I percorsi interdetti sono segnalati molto bene, e se si aggira il divieto possono esserci le multe salate dei guardiaparco».
Gli orsi vengono seguiti con il radiocollare?
«Solo rari esemplari. In Canada ci sono troppi orsi, sarebbe improponibile mettere il radiocollare a tutti. Le persone hanno però l’abitudine di avvertire subito il parco se avvistano un esemplare».
Accade che un animale debba essere abbattuto?
«In alcuni casi sì. Se l’esemplare ha l’abitudine di vivere troppo vicino a un centro abitato si prova a trasferirlo, ma se lui torna, mostra di non aver timore dell’uomo e dà segni di aggressività si procede all’abbattimento. In alcune zone è anche ammessa la caccia a orsi e lupi, ovviamente con una licenza eil rispetto delle regole».
La differenza con l’Italia è molto evidente.
«In Canada è facile percepire la presenza degli orsi, come di molti altri grandi carnivori, ad esempio i puma, che a volte entrano nelle periferie delle città e impongono la chiusura di alcune aree. Lo stesso avviene in Italia in Appennino, dove l’orso c’è sempre stato. In Trentino era scomparso per un periodo, poi è stato reintrodotto.
Fra gli abitanti è svanita la memoria storica della loro presenza. Si ha la percezione di aver perso la libertà di muoversi nel proprio territorio.
In queste condizioni è difficile far tornare la consapevolezza, normale qui in Canada, che il bosco è la casa dell’orso. Sta all’uomo rispettare delle semplici regole per rendere tranquilla la convivenza».