la Repubblica, 28 luglio 2024
Sabotaggio ai treni strategia della paura contro le Olimpiadi
PARIGI – La torre Eiffel illuminata a festa, i cinque cerchi olimpici, gli occhi felici degli atleti. Chi all’alba di ieri ha cercato di fermare i treni veloci in tutta la Francia non voleva colpire né i binari né i passeggeri. Ma voleva sporcare quel messaggio che il mondo, ieri sera, ha potuto ammirare: il contrariodella paura. Non hanno dubbi gli investigatori francesi e occidentali che, mentre Parigi festeggiava sotto la pioggia l’avvio di queste Olimpiadi, indagano su quella «azione preparata e coordinata», come l’ha definita il primo ministro Gabriel Attal, che ieri ha messo in ginocchio il Paese per quasi 24 ore. «Volevano colpire le Olimpiadi» hanno spiegato i francesi ai colleghi europei. «Siamo di fronte al più importante attacco a un’infrastruttura che si è verificato in Europa negli ultimi anni. Ed è da leggersi come un messaggio politico che qualcuno ha voluto mandare alla Francia, e a tutto l’Occidente in questo momento». Lo dimostrerebbero le modalità, così come emerse nelle prime indagini. Mentre ancora oscura resta la mano. Chi è stato? Non c’è nessuna pista da scartare. Le modalità sono apparentemente da “terrorismo interno”, tanto che Marine le Pen ha puntato subito il dito contro l’estremismo di sinistra e gli “eco terroristi”. Ma non si può non considerare l’allarme sabotaggio, lanciato ripetutamente nelle scorse settimane, da parte della Russia, che ha tutto l’interesse a far fallire queste Olimpiadi che per loro non esistono: a Mosca nessun emittente sta trasmettendo quello che accade a Parigi.
I fatti, dunque. Alle quattro del mattino di venerdì 26 luglio sonostati colpiti tre dei quattro snodi centrali della rete dell’Alta Velocità: Croisilles, per bloccare le linee del Nord; Pagny-Sur–Mosel dove il centro di comando centralizzato controlla il traffico dell’Est del Paese; Courtalain, che interrompe il traffico sull’asse atlantico. Non si è trattato di un assalto cibernetico ma “manuale”: sono stati bruciati cavi elettrici che di fatto hanno costretto a fermare immediatamente la circolazione. Soprattutto non è stato un attacco casuale: le centraline elettriche che sono state colpite e incendiate sono snodi nevralgici, in parte protetti da telecamere e recinzioni. Chi ha colpito sapeva dove andare e che cosa fare.
Il piano non è riuscito completamente soltanto perché la Polizia ferroviaria ha intercettato una camionetta e quattro persone, che poi sarebbero riuscite a scappare, a Vergigny, sulla rete Sud-Est, allo stesso orario in cui altre persone colpivano nel resto della Francia. È scattata la caccia all’uomo che al momento non ha ancora avuto alcun esito.
L’effetto invece è arrivato. Ieri mattina alla stazione di Montparnasse, a Parigi, i viaggiatori erano infuriati con chi «ha voluto queste Olimpiadi: non vedo la mia famiglia da settimane e ora non so quando potrò rivederla» raccontava Lou, una giovane ragazza che lasciava Parigi («ho affittato la mia casa a chi è venuto per i Giochi») per tornare dalla sua famiglia al Sud. La rabbia era diffusa. E anche la paura. «Che succederà ancora?» si ch iedeva Eveline, abbracciata a un grande zaino. Il suo treno è stato cancellato. I passeggeri colpiti sono stati 800mila e migliaia lo saranno nelweekend. Hanno problemi a spostarsi gli atleti in Olimpiadi in cui erano stati banditi gli spostamenti in auto perchè il trasporto pubblico è verde e sostenibile. «Per ora è fermo» scherzava Julien, avvocato, davanti a una tazza di caffè.
La procura di Parigi ha aperto un’inchiesta per “associazione a delinquere” finalizzata al “deterioramento di beni idonei a ledere interessi fondamentali della Nazione”, “danneggiamento e tentato danneggiamento con mezzi pericolosi” e “attentati ad un sistema automatizzato di elaborazione dati”. Come primo passo si sta guardando ai precedenti: l’8 maggio scorso c’era stato un tentativo di sabotaggio sventato nella linea tra Marsiglia e Aix-en-Provance, nel corso dell’organizzazione per l’arrivo della fiamma olimpica in città. Ma qui a colpire è l’organizzazione: le centraline colpite erano quelle cruciali nella rete, tanto che non si esclude una complicità all’interno della società ferroviaria Sncf. C’è poi un altro elemento: la modalità. I fili elettrici sono stati incendiati. Come a fuoco sono andate molte cose in questi mesi in Europa. Un grande incendio a Leyton, nell’Est di Londra. Un altro che ha devastato il più grande centro commerciale in Polonia. In Lituania è andato in fiamme un negozio dell’Ikea. E ancora: fuoco in un deposito di mezzi pesanti, qui nel Sud della Francia. E lo stesso nei pressi di una base militare in Baviera. Sono fatti evidentemente assai diversi uno dall’altro, per geografia e tipicità. Tutte le indagini hanno però qualcosa in comune: dietro tutti questi incendi sembra ci sia l’intervento della Russia. Le singole inchieste hanno infatti accertato come dietro ciascuno di quegli incendi ci siano personaggi locali legati o assoldati con i servizi segreti di Mosca. Che, sempre secondo quanto è emerso nelle inchieste, avrebbero avuto l’ordine di appiccare i fuochi per creare tensioni sociali.
Ci può essere un collegamento anche con gli incendi alle centraline francesi? Al momento non ci sono elementi per offrire una risposta. Certo è che la Russia nelle scorse settimane ha organizzato per il tramite di alcuni gruppi hacker – per esempio il collettivo Storm 1679 – una specifica campagna di disinformazione per cercare di far crescere la paura attorno alle Olimpiadi. Dalla corsa alle assicurazioni sulla casa da parte dei parigini per paura di attacchi terroristici, al consiglio della Cia di non frequentare la metropolitana perché considerata troppo pericolosa, gli esempi si sprecano. Nessuno però aveva immaginato che i treni potessero fermarsi la notte in cui Parigi diventava ancora più bella.