Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2024  luglio 26 Venerdì calendario

Il galateo degli animali: il saluto come fatto sociale


Gli animali non comunicano tra loro solo per segnalare la presenza di pericoli, per tracciare e difendere il proprio territorio, per conquistare un compagno o una compagna per la riproduzione o per allevare i propri cuccioli. Lo affermano due studi recentemente pubblicati che evidenziano anche altre forme di comunicazione, tanto da poter formalizzare l’esistenza di un vero e proprio galateo per animali. Di solito, per comunicare, gli animali si servono di un linguaggio, fatto di gesti, movimenti, cambio del colore della pelle, acustico o sonoro (come suoni e versi) e olfattivo.
Per esempio si è scoperto che gli esemplari maschi di elefante africano, quando si allontanano da un luogo, emettono profondi barriti, a cui gli altri appartenenti al gruppo si associano con un coro di “saluti”. A documentare questo curioso comportamento sulla rivista “PeerJ” sono stati gli scienziati della Stanford University, che per elaborare i loro studi hanno collaborato con diversi esperti internazionali, per descrivere appunto al meglio le abitudini degli animali. Il team, guidato da Caitlin O’Connell-Rodwell, ha esaminato gli elefanti nell’Etosha National Park, in Namibia, attraverso apparecchiature di registrazione ad alta tecnologia, come microfoni interrati e telecamere per la visione notturna. Il barrito di allontanamento è stato registrato per la prima volta nel 2004, e dal 2005 al 2017. Il team di ricerca ha raccolto i dati nei pressi del pozzo d’acqua di Mushara, principalmente durante le stagioni secche. Quando la sera si riuniscono per bere presso il bacino idrologico di Mushara, i maschi della specie emettono profondi barriti prima di andarsene, sventolando le orecchie. Uno alla volta, riportano gli autori, gli altri rispondono in un coro che risuona per la savana. Questo comportamento porta il gruppo ad allontanarsi lentamente dalla fonte d’acqua, seguendo il leader del branco verso la successiva tappa. Le vocalizzazioni sono avviate dai maschi più integrati socialmente, e spesso i più dominanti, in gruppi sociali affiatati. Questi risultati sono sorprendenti, spiegano gli studiosi, dato che in precedenza si pensava che solo le femmine fossero associate a tali comportamenti. La ricerca suggerisce inoltre che forti legami e interazioni sociali sono essenziali per il benessere degli elefanti maschi in cattività e in semi-cattività, evidenziando la necessità di ambienti che supportino queste strutture sociali. Stesse strutture comportamentali e consapevolezza nel gestire la comunicazione anche nel caso degli scimpanzé. Le loro conversazioni sono accompagnate da una serie di movimenti che ricordano la velocità delle interlocuzioni umane. A documentarlo uno studio, pubblicato sulla rivista “Current Biology”, condotto dagli scienziati dell’Università di St Andrews. Il team, guidato da Catherine Hobaiter e Gal Badihi, ha analizzato il più vasto dataset di interazioni tra scimpanzé, osservando gli esemplari di cinque comunità selvatiche dell’Africa orientale. In totale, sono stati valutati oltre 8.500 gesti per 252 individui. I ricercatori hanno misurato la tempistica del turno di parola e i modelli di conversazione. L’indagine ha rivelato che le comunicazioni tra primati si basano su una serie di gesti che seguono lo stesso schema rapido che caratterizza gli scambi verbali umani, con interruzioni e alternanze. «Nonostante gli idiomi umani siano incredibilmente variegati – ha osservato Hobaiter – condividono tutti la struttura delle conversazioni, con rapidi cambi di ritmo, che in media raggiungono i 200 millisecondi». I ricercatori hanno stimato che le tempistiche medie delle pause tra un gesto e la sua risposta erano di circa 120 millisecondi. Secondo gli autori, queste similitudini con le peculiarità della conversazione umana implicano che le interazioni sociali dipendono da meccanismi evolutivi affini. «Abbiamo notato una piccola variazione tra le diverse comunità di scimpanzé – ha detto ancora Badihi – il che è ragionevole, se si pensa che anche le popolazioni umane gesticolano in modi e tempi diversi. Per noi, i danesi sono i più lenti nel rispondere durante le conversazioni, mentre per gli scimpanzé il primato va alla comunità Sonso, in Uganda. Osservare queste similitudini è davvero affascinante e ci porta a ipotizzare che la comunicazione umana potrebbe non essere così unica come si pensasse in precedenza». «Nei prossimi approfondimenti – ha concluso Hobaiter – speriamo di comprendere le strutture conversazionali in altre specie, per capire se esistano caratteristiche condivise con altri animali altamente sociali, come gli elefanti o i corvi»